La scuola in estate: una questione di equilibrio e benessere
Tra la proposta di Salvini e le considerazioni di Farnetani, “in medio stat virtus”.
Rocco Michele Renna
Esploriamo con attenzione le recenti dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, riguardo la chiusura estiva delle scuole, e confrontiamole con le riflessioni del pediatra Italo Farnetani, offrendo una panoramica equilibrata della situazione.
Il dibattito sull’opportunità di una pausa estiva prolungata per gli studenti italiani si arricchisce di nuove voci. Da una parte, il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, propone una revisione del tempo scuola, suggerendo che la cesura di tre mesi sia un caso unico in Europa e che potrebbe essere più opportuno distribuire le pause durante l’anno. Dall’altra, il pediatra Italo Farnetani offre una prospettiva diversa, sostenendo che, a causa del riscaldamento climatico, sarebbe preferibile posticipare l’inizio dell’anno scolastico e ridurre le vacanze natalizie per estendere il periodo estivo.
Salvini riconosce che l’estate può essere una festa per i ragazzi, ma sottolinea che non tutti i genitori possono permettersi tre mesi di pausa. La sua soluzione? Rivedere il calendario scolastico per scaglionare le pause durante l’anno. Tuttavia, questa visione non tiene conto del lavoro e dello stipendio dei docenti.
Purtroppo per Salvini e tanti altri politicanti nella maggioranza attuale la scuola non viene considerata come strumento essenziale di formazione culturale, sociale e civica dei cittadini e della futura classe dirigente del Paese, ma come un “intrattieni” per sostituire genitori troppo impegnati o moralmente latitanti in famiglia.
È inaccettabile che il nostro vicepremier non sappia che ai docenti non viene riconosciuto alcun indennizzo aggiuntivo alla loro retribuzione base se devono trattenersi oltre l’orario scolastico per gli impegni di istituto, intersezione, collegio docenti, colloqui con i genitori, intersezioni ecc.
È essenziale riconoscere che l’impegno dei docenti non si limita alle ore trascorse in aula; si estende anche al di fuori dell’orario scolastico, nelle loro case, dove si dedicano alla preparazione delle lezioni e alla correzione dei compiti. Questa è la realtà del loro lavoro, una realtà che il nostro vice premier sembra ignorare o, peggio, scegliere di ignorare. Non possiamo escludere che tale negligenza sia motivata da un cinico calcolo politico, volto a manipolare l’opinione pubblica attraverso l’eco delle ‘fake news’ che circolano online, specialmente quelle che dipingono i docenti come professionisti che godono di eccessive vacanze. È tempo di smascherare i bufalari che, con i loro inganni quotidiani, cercano di seminare odio e zizzania tra i cittadini sprovveduti.
Il pediatra Farnetani, invece, propone un approccio opposto. Egli suggerisce di posticipare l’apertura delle scuole fino al primo ottobre (com’era una volta) e di accorciare le vacanze natalizie, per consentire agli studenti di studiare in condizioni climatiche più favorevoli. Secondo Farnetani, questo garantirebbe una migliore continuità didattica e un adattamento più agevole ai ritmi scolastici, soprattutto per i più giovani.
La discussione si amplia considerando il benessere degli studenti e il carico che le famiglie devono gestire durante le lunghe pause estive. È essenziale trovare un equilibrio che non solo rispetti le esigenze educative ma anche quelle familiari e sociali. La scelta di un calendario scolastico adeguato non è solo una questione logistica ma riflette un impegno verso il benessere complessivo degli studenti e della comunità educativa.
Il pediatra Farnetani aggiunge un ulteriore elemento al dibattito: l’importanza dell’attività fisica e della vita all’aria aperta durante il periodo estivo. Egli suggerisce di utilizzare i mesi estivi non tanto per le lezioni tradizionali, ma per promuovere lo sport, in particolare il nuoto, grazie alla disponibilità di piscine all’aperto. Questo non solo aiuterebbe le famiglie ma contribuirebbe anche a combattere la sedentarietà e le patologie ad essa connesse, promuovendo la salute e la sicurezza dei giovani.
Alla proposta di Farnetani, si potrebbe aggiungere l’introduzione di corsi di educazione civica e stradale durante il periodo estivo. Questo arricchirebbe il programma scolastico con competenze fondamentali per la vita quotidiana, fornendo agli studenti strumenti preziosi per la loro crescita personale e sociale.
In conclusione, mentre le proposte di Salvini e Farnetani rappresentano due estremi di un dibattito complesso, è fondamentale che ogni decisione venga presa con una visione olistica che consideri tutte le parti coinvolte. La scuola non è solo un luogo di apprendimento ma un ecosistema che influisce sulla vita di studenti, insegnanti e famiglie. Un dialogo aperto e costruttivo è l’unico modo per navigare queste acque e trovare soluzioni che siano sostenibili e benefiche per tutti.
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