La tecnologia può fermare anche le guerre

La tecnologia, satelliti i compresi è assai spesso al servizio degli armamenti, ma se proviamo ad invertirne l’uso può fermare le guerre. Anonynus docet.

Antonio Pistillo (ospite)

Una affermazione, una considerazione, una riflessione, ma anche una domanda.
Può effettivamente la moderna, sofisticata e diffusa tecnologia arrivare a fermare un conflitto?
Se riteniamo di porci questo quesito, tentiamo anche di darci una risposta.
Pensiamo per un attimo a tutto ciò che, in termini di funzionalità e servizi, che troppo spesso diamo per scontato, abbiamo a disposizione.
Negli ultimi cento anni si sono verificati tanti e tali cambiamenti da aver radicalmente trasformato la quotidianità del pensare, del fare, del vivere di tutti.
Dagli anni 90 poi i processi tecnologici hanno avuto un accelerazione esponenziale tale da essere diffusi e adottati in ogni attività, palese o occulta. Una complessità e varietà di applicazioni dei sistemi informatici praticamente in grado di fare tutto.
Sistemi di sicurezza, transazioni finanziarie, trasporti aerei, navi, treni, metropolitane, autobus, auto, telecomunicazioni, radio, televisione, telefonia, trasmissione dati, reti internet.
Allora, se la tecnologia è talmente avanzata, sofisticata ed efficace, per e nel raggiungimento degli obiettivi prefissati, perché tra questi obiettivi non prevede il possibile e fattibile confronto virtuale, per non arrivare a conflitti armati, o perlomeno determinanti per sedare le conflittualità nazionali e quelle internazionali, come la guerra tragicamente reale tra la Russia e l’Ucraina in questo 2022.
Una tecnologia al servizio degli esseri umani che non sviluppi sistemi di offesa, finalizzati ad una supremazia di parte, sempre e comunque destinata a finire, come la storia dovrebbe aver insegnato.
Una tecnologia che abbia come finalità la salvaguardia della natura e di tutte le realtà viventi che ne sono parte, persone comprese.
I sistemi per fermare i conflitti ci sono tutti e sono tutti in grado di non fare reiterare i drammi che le guerre convenzionali tragicamente determinano.

Con un gesto dimostrativo da quando la Russia ha invaso l’Ucraina gli hacker hanno cominciato una serie di attacchi contro diversi obiettivi. A fianco di Kiev si sono schierati diversi gruppi internazionali di hackers. Il più noto è Anonymous per ora ha condotto azioni dimostrative, bloccando temporaneamente media e agenzie di news tra cui l’agenzia Tass e l’emittente RT. 

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