Le nazioni occidentali si distanziano dalle proposte di Macron sull’invio di truppe in Ucraina
Da Germania, Ungheria, Polonia e Gran Bretagna, un rifiuto unanime di coinvolgimento militare diretto nel conflitto ucraino
Rocco Michele Renna
Le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron riguardanti il possibile invio di truppe in Ucraina hanno scatenato reazioni diverse tra le nazioni occidentali, con molti leader che hanno preso le distanze da questa prospettiva. Dalla Germania all’Ungheria, dalla Polonia alla Gran Bretagna, si è manifestata una netta opposizione all’idea di coinvolgimento militare diretto nel conflitto ucraino, preferendo piuttosto sostenere Kiev con altre forme di aiuto e sostegno.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito il principio concordato tra i paesi europei e la NATO, sottolineando che non ci saranno truppe di terra o soldati inviati sul suolo ucraino da parte di questi Stati. Tale posizione è stata sostenuta anche dal ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, che ha affermato con fermezza che Budapest non ha intenzione di inviare armi o truppe a Kiev, mantenendo una posizione “solida come la roccia”. Che Orban sia un alleato di Putin che lo afferma e poi lo nega, non è un mistero per nessuno.
Anche la Gran Bretagna ha espresso chiaramente la sua posizione, con un portavoce del primo ministro britannico Rishi Sunak che ha dichiarato che non ci sono piani per uno spiegamento di truppe su larga scala in Ucraina. Allo stesso tempo, il Regno Unito continua a sostenere Kiev con addestramento militare, attrezzature e rifornimenti.
La Polonia, paese confinante con l’Ucraina, ha adottato una posizione simile, con il primo ministro Donald Tusk che ha dichiarato che non ci sono piani per inviare le sue truppe in territorio ucraino. Tuttavia, ha sottolineato che la situazione potrebbe evolvere e che la posizione potrebbe cambiare in base alle circostanze. Per dirla più chiara la Polonia non sarebbe contraria ove ve ne fosse l’assoluta necessità.
Anche il premier ceco Petr Fiala ha escluso l’invio di truppe in Ucraina, enfatizzando l’importanza di concentrarsi sull’invio di aiuti militari e sul sostegno umanitario ed economico. Questo approccio è condiviso anche dal premier svedese Ulf Kristersson, che ha evidenziato il ruolo della Svezia nell’invio di equipaggiamento avanzato all’Ucraina, ma ha respinto l’idea di inviare truppe, sottolineando che al momento non è rilevante e che non c’è discussione in corso in merito.
La posizione dell’Italia su un possibile coinvolgimento militare diretto in Ucraina è chiara e ben definita. Durante la conferenza tenutasi a Parigi e organizzata dal Presidente francese Macron, il Vice Ministro Cirielli ha ribadito il pieno impegno dell’Italia nel sostenere l’Ucraina nella difesa della propria sovranità e integrità territoriale. Tuttavia, è stato chiarito che questo sostegno non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o membri della NATO, come sottolineato in una nota emanata da Palazzo Chigi.
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso il suo parere personale sulla questione, evidenziando la necessità di prudenza quando si discute dell’invio di truppe in Ucraina. Tajani ha sottolineato che non è favorevole all’invio di truppe italiane per combattere nel territorio ucraino, aggiungendo che tale mossa potrebbe far pensare ad uno scenario bellico con la Russia. Queste dichiarazioni sono state rilasciate da Tajani a Zagabria, a margine della riunione del comitato di coordinamento Italia-Croazia.
La posizione dell’Italia riflette quindi una volontà di sostenere l’Ucraina nel suo conflitto con la Russia, ma senza ricorrere ad azioni militari dirette che potrebbero alimentare ulteriori tensioni e complicare la situazione già delicata nella regione. Si evidenzia così un approccio prudente e orientato alla ricerca di soluzioni diplomatiche e pacifiche per risolvere la crisi in corso.
Il Cremlino ha risposto alle dichiarazioni delle nazioni occidentali con fermezza, sottolineando che l’invio di truppe in Ucraina da parte dei Paesi occidentali porterebbe inevitabilmente a uno scontro militare diretto tra la Russia e la NATO. Tale posizione è stata ribadita più volte dai rappresentanti del governo russo, che hanno chiarito che qualsiasi azione che possa essere interpretata come un’aggressione diretta nei confronti della Russia avrebbe serie conseguenze.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che l’invio di truppe straniere in Ucraina avrebbe “conseguenze molto gravi“, sottolineando che Mosca considererebbe questa mossa come una minaccia diretta alla sua sicurezza nazionale. Ha anche avvertito che la Russia sarebbe costretta a reagire per proteggere i suoi interessi e la sua sovranità.
Questa risposta decisa del Cremlino evidenzia il clima di tensione e preoccupazione che circonda il conflitto in corso in Ucraina e sottolinea la necessità di una soluzione diplomatica che eviti un’escalation militare e promuova la stabilità e la sicurezza nella regione.
In conclusione, mentre le nazioni occidentali si impegnano a sostenere l’Ucraina attraverso varie forme di assistenza, l’idea di un coinvolgimento militare diretto continua a essere respinta. Questo dimostra un consenso generale nel mantenere la situazione sotto controllo e cercare soluzioni che evitino uno scontro militare diretto con la Russia, mantenendo al contempo un forte sostegno al popolo ucraino nel loro conflitto con Mosca.
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