Le pagelle di Sanremo
I voti ai protagonisti di questa 70° edizione del festival
Vito Longo
Abbiamo provato a dare i voti ai protagonisti di questa 70ª edizione di Sanremo.
Amadeus: 8.5
Molti si sarebbero fatti condizionare e travolgere dal fiume di polemiche di questi giorni e di quelli precedenti.
Ricordiamo tutti come è partita questa 70ª edizione: a seguito della frase incriminata «scelta perché ha saputo stare un passo indietro rispetto ad un grande campione come Valentino Rossi…» in riferimento a Francesca Sofia Novello, fidanzata del campione di motociclismo, si sono moltiplicate minacce e inviti, prevalentemente a mezzo social, di boicottare il “ suo “ festival dopo la frase (infelice) per poi passare ai dissidi Ferro-Fiorello, arrivando, infine, alla plateale separazione consumatasi sul palco tra Morgan e Bugo.
Lui deve aver pensato: “The show must go on” (traduco: lo spettacolo deve continuare) e col garbo, la simpatia e l’umanità, che tutti nel settore gli riconoscono, ha sempre incassato, portando a casa anche risultati notevoli, senza mai perdere il proverbiale buonumore che lo ha accompagnato in queste sere, sia in termini di share (una delle edizioni più seguite degli ultimi anni) sia di risultati storici (reunions di Albano e Romina e de I Ricchi e Poveri).
Partito con la nomea di quello “lì quasi per caso”, scelto perché ha fatto gavetta e non per reali meriti professionali, ha sovvertito qualunque pronostico e giudizio sulla sua persona, gestendo in maniera magistrale praticamente ogni aspetto legato al festival: i risultati lo hanno testimoniato, premiando la sua conduzione con ascolti tra i più alti degli ultimi vent’anni.
Solo applausi per lui
Achille Lauro: 10
Se esistesse un premio “morale” lo vincerebbe lui, a mani basse.
Ha fatto parlare di sé ad ogni esibizione; ha portato in scena i suoi abbigliamenti stravaganti e le sue scelte fuori dal coro; ha sempre giocato saggiamente sul filo della “sessualità liquida” capovolgendo e frantumando gli schemi abituali ai quali siamo un po’ tutti assuefatti.
Provocatore, istrione, personaggio: tutte definizioni adatte, ma forse anche non sufficienti a descriverlo adeguatamente, ad incasellare la grandezza dell’artista.
Ha portato un uragano di aria fresca al festival e concentrato su di sé buona parte delle analisi sui costumi.
Volto nuovo e sicuramente super promosso!
Rula Jebreal: 7.5
Davvero molto toccante e coinvolgente il suo discorso su una certa mentalità che permea la società di oggi. La forza travolgente delle sue parole è stata certamente una delle performance più riuscite di tutte le 5 sere.
Grazie, Rula
Fiorello: 7
Eccellente quando c’è da attirare l’attenzione, meno quando c’è da fare la “spalla di …”.
Ha ricoperto, forse per la prima volta in carriera, un ruolo inedito per lui: quello dell’amico accompagnatore del conduttore. Eccellente nel siparietto con Maria De Filippi nella seconda serata, un po’ meno nella convivenza, a tratti più che forzata, con Ferro.
Tutto sommato, però, non ha deluso le aspettative e, anche grazie a lui, il festival ha raggiunto ottimi risultati;
Benigni: 7
Benigni è questo: prendere o lasciare. Noi ce lo prendiamo volentieri, anche coi suoi 40 minuti di monologo sul “Cantico dei Cantici” e sull’amore voluto, desiderato, ma mai forzato!
Premio Oscar non a caso
Ferro: 6.5
La sua presenza è sempre stata “nella media”. Un artista del suo calibro ha portato all’Ariston il suo stile inconfondibile, la sua potente voce e la sua non indifferente presenza scenica.
A volte, tuttavia, è sembrato un po’ limitato, come incasellato in uno schema che non lo rispecchiava del tutto e che non gli ha consentito di essere ciò che avrebbe potuto essere!
Bugo e Morgan: 1
uno, come l’unica sera nella quale si sono esibiti senza tirar fuori polemiche e problemi: la prima!
Dopo l’esordio è stata una rapida “discesa negli inferi”, di dantesca memoria, culminata non con la salvazione nell’Empireo, ma con la conferenza stampa avvelenata.
Ne avremmo fatto volentieri a meno…
Occasione persa