Mani delle mafie su sanità e green

L’allarme della Dia nella relazione semestrale

GP

La Direzione investigativa antimafia, per intenderci gli uomini che quotidianamente indagano sui fenomeni mafiosi e sulle attività della criminalità organizzata, nella relazione semestrale appena depositata lanciano un doppio allarme.

Il Covid ha comportato la necessità per agire rapidamente, come i pericoli corsi dalla popolazione richiedono, di snellire le procedure d’affidamento degli appalti per i beni ed i servizi connessi alla pandemia. Una occasione d’oro per la criminalità organizzata, che può facilmente infiltrarsi nella economia legale, soprattutto nel settore sanitario, che ha avuto necessità di ridurre controlli e tempi di assegnazione degli appalti . 

Ma non è la sola sanità l’obiettivo principale delle mafie che guardano con molta attenzione, secondo gli investigatori della Dia, all’economia green. La mafia, lo dico con timore e non certo ammirazione, è una delle “aziende” più organizzate nel panorama nazionale, Si avvale di professionisti che le fiancheggiano di assoluta preparazione professionale. Non c’è da meravigliarsi quindi che coltivi il filone sanitario come oggetto immediato di affari d’oro, dove è pure facilitata l’infiltrazione, ma pensi al contempo a settori destinati ad un futuro molto redditizio. La Sanità dopo la campagna vaccinale tornerà alla normalità. L’economia green, il mondo dell’ecosostenibilità sarà ricco di occasioni per decine d’anni a venire.

Andando alla recente attività criminale gli investigatori disegnano un quadro dettagliato durante il lockdown. Si assiste ad un calo delle “attività criminali di primo livello” (traffico di droga, estorsioni, ricettazione, rapine), ma un aumento al Nord ed al Centro del riciclaggio e, al Sud di scambio elettorale politico-mafioso e di corruzione.

Stabile l’usura, sintomo di una pressione esercitata sul territorio. La grande disponibilità di liquidità delle mafie consente loro di incrementare il consenso sociale, attraverso forme di assistenza a privati e imprese in difficoltà. Il rischio conseguente è che le imprese medio-piccole “possano essere fagocitate nel medio tempo dalla criminalità, diventando strumento per riciclare e reimpiegare capitali illeciti”.

La Dia accende poi i riflettori su quella notevole schiera di fiancheggiatori di cui le organizzazioni criminali si avvalgono per presentarsi con un volto pulito e non allarmante sia sul mercato privato che nei rapporti cola la pubblica amministrazione. Un fenomeno pericolosissimo, non facile da scoprire, ma sul quale si gioca gran parte del successo del contenimento delle attività mafiose,

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