Marilyn è ormai una Diva
Norma Jane Baker Monroe è ormai consacrata come la Diva Marilyn Monroe, i suoi film sono dei successi, la sua vita privata resta sempre un disastro.
Maria Catalano Fiore
II parte
Norma Jane Baker Monroe ormai è la Diva Marilyn. Finalmente può permettersi di rifiutare ruoli minori o che non le si addicono, è stanca dei ruoli da “dum blonde” (stupida bionda) e di essere pagata meno dei suoi colleghi maschi. La sua vita privata è un disastro, come sempre, è agguerrita. Darryl F. Zanuk (1902-1979) il potente produttore, colpito soprattutto dagli incassi al botteghino, finalmente cede.
Il nuovo contratto lascia a Marilyn maggior margine creativo, il diritto di approvazione del regista e la possibilità di girare un film all’anno in case di produzione diverse dalla Fox. Questo le assicura di girare più film, il contratto, firmato nel dicembre 1955 prevede un compenso di 100.000 $ a film oltre a una quota sui guadagni ed a un rimborso, finalmente, dopo lotte nelle quali non è appoggiata da altre attrici, di 142.000 $ per i film passati per i quali è stata sottopagata. Una vera vittoria a beneficio di tante.
In privato ha una breve relazione con Frank Sinatra, ma sono entrambi incostanti. In questo periodo Sinatra le presenta John F. Kennedy. Nel marzo del 1955 si trasferisce a New York per studiare all’ Actor’s Studio, con Lee e Paula Strasberg, tramite loro conosce Greta Garbo, l’FBI apre un fascicolo “Love Story Marilyn-Greta”, ma tutto finisce in una bolla di sapone.
Il famoso fotografo e costumista britannico Cecil Beaton (1904-1980) vincitore di due Oscar per i costumi di “Gigi” e “My Fair Lady” è un fotografo richiesto, collaboratore della rivista “Vogue inglese” e “Vogue America”. E’ fotografo ufficiale della famiglia reale britannica di cui fornisce una immagine meno austera, più naturale e più vicina alla nazione. Questo gli vale il titolo di “Sir”. Nel 1956 Sir Cecil Beaton offre due servizi fotografici particolari, uno alla “Divina” Maria Callas, uno alla Diva Marilyn presso l’Ambassador Hotel di New York.
Marilyn recide il contratto, di maestra di recitazione con Natasha Lytess e la sostituisce con Paula Strasberg che diventa una presenza costante sul suo lavoro. Gira “Fermata d’autobus” un buon film che le fa guadagnare due cose: una bronchite acuta, con conseguente ricovero ed una seconda nomination al “Golden Globe” quale migliore attrice in un film commedia. E’ anche un successo di critica: “Finalmente la Monroe dimostra di essere un attrice e non solo un corpo”. Nel febbraio del 1956 Marilyn Monroe diventa il suo nome legale.
Viene ingaggiata dal famoso ritrattista Richard Avedon (1923-2004) celebre per il suo uso del bianco/nero e per aver cambiato la nostra stessa idea di fotografia, per un servizio fotografico. Un vero book in cui Marilyn “rasenta la perfezione“, giudizio di Avedon, nei panni di varie attrici famose quali Theda Bara, Jean Harlow, Marlene Dietrich ed altre.
Intanto Rivede con piacere e frequenta il drammaturgo, scrittore e sceneggiatore ebreo Artur Miller ( 1915-2005) si conoscono da anni. Il 29 giugno 1956 Marilyn si converte all’ebraismo e si sposano. A Marilyn, Miller deve la propria fama, con lei è sotto i riflettori dello star sistem, per ben 5 anni (1956-1961). Lui stesso nella sua autobiografia (pubblicata negli anni 90 con il titolo “Svolte”) ripercorre le tappe della loro chiacchierata unione. Lei è psicologicamente fragile, vorrebbe un figlio ma…
L’attrice decide di vivere in un ranch che acquista per loro nel Connecticut, che poi gli regala al momento del divorzio, perché non si opponga. Marilyn con lui ha voglia di formarsi una famiglia, di avere dei figli ma l’idea non va in porto per numerosi aborti sia spontanei che procurati, cosa che la indebolisce ed intacca il loro rapporto. Tutto questo Miller lo racconta nella biografia che pubblica dopo la morte di lei “Io la conoscevo”. Intanto, si è già risposato, nel febbraio del 1962, con la fotografa delle riprese del film “Gli Spostati”, girato nel 1961, Inge Morath, lui si rivela una vera sanguisuga.
Nel 1957 la Monroe fonda con un amico fotografo, Milton H. Green, una Società di produzione, la “Marilyn Monroe Production”, il cui unico film prodotto è stato “Il Principe e la ballerina” di e con Laurence Olivier che pubblicamente la elogia più volte, prima e dopo le riprese.
La sua interpretazione viene apprezzata anche dalla critica; il 13 maggio, presso “l’Istituto di Cultura Italiana” di New York, Marilyn Monroe è ufficialmente premiata con il Premio “David di Donatello” da Anna Magnani che ne rappresenta la Presidenza, quale “migliore attrice straniera protagonista”.
La casa di produzione non chiude, ma non produce altri film, Green si dimette, anche per le ingerenze di Miller.
Dal 4 agosto al 6 novembre 1958 Marilyn gira insieme con Jack Lemmon e Tony Curtis “A Qualcuno piace caldo”, regia di Billy Wilder, uno dei suoi film di maggior successo. La pellicola è girata interamente in bianco e nero. Durante le riprese Marilyn ha difficoltà ad addormentarsi, prende sonniferi, a volte in eccesso, è insicura. Per controlli è visitata presso il “Cedars of Lebanon Hospital”. Il film è un grande successo di pubblico e di critica e riceve ben sei nomination all’Oscar del 1960.
Lo stesso Wilder definisce il film “il mio più grande successo, anche se lavorare con Marilyn era difficile perché del tutto imprevedibile e spesso geniale come attrice comica”. Durante il ritiro del premio l’attrice è in evidente stato di ebbrezza, vengono censurati i suoi interventi.
Per riprendersi, e tener fede al suo contratto con la Fox, nel 1960, accetta di apparire in “Facciamo l’amore” diretto da George Cukor su soggetto di Artur Miller. Dopo il rifiuto di vari attori il ruolo di protagonista è affidato ad Yves Montand. Tra i due protagonisti del film nasce palesemente qualcosa.
Quando, durante la lavorazione, Miller e Simon Signoret, moglie di Montand, che non lo perde mai di vista, si devono recare in Europa per lavoro, l’occasione fa scattare definitivamente la scintilla. I due cominciano una relazione che si conclude però al rifiuto di Montand di lasciare la moglie. Anche lei del resto era sposata con Miller, ma pare che proprio in quel periodo cominci anche una più intensa frequentazione con i Kennedy.
Il film, nonostante sia un ottimo prodotto, anche musicale, non ha lo stesso successo dei precedenti.
In questo periodo la salute di Marilyn peggiora e lei comincia ad affidarsi alle cure di uno psichiatra di Los Angeles, il dottor Ralph Greenson, si lamenta di soffrire di insonnia e, secondo Greenson assume una dose eccessiva di farmaci. Questo suo stato è probabilmente dovuto a tutte le ansie che il marito le procura, la vorrebbe sua succube, si rende conto di brillare solo attraverso luce riflessa, il suo ego di maschio ebraico non lo sopporta. Il dottor Greenson tenta di imporle una drastica riduzione di farmaci.
Nel luglio del 1960, sotto il caldo del deserto del Nevada, vengono avviate le riprese de “Gli spostati” diretto da John Huston, con Clark Gable, Mongomery Clift, Eli Wallach e Thelma Ritter. Paradossalmente espone il degrado del sogno americano. La sceneggiatura è di Artur Miller, un regalo di San Valentino per la moglie, con un ruolo scritto proprio per lei, ma quando cominciano le riprese i due sono già agli sgoccioli del loro matrimonio.
L’11 novembre la separazione ufficiale, il divorzio in Messico nel gennaio 1961. La salute di Marilyn peggiorava, nell’agosto 1960, rientra a Los Angeles per dieci giorni di ricovero in Ospedale, deve disintossicarsi, lontana dal dottor Greenson, stressata dal lavoro e da Miller, ha ripreso il consumo di sonniferi.
Rientrata sul set, riesce a completare il film; il ritardo di Marilyn sulle scene è mal visto dal resto del cast, in particolare da Gable, anche lui soffre per il caldo e lo stress, infatti, muore pochi giorni dopo. Questo è anche il suo ultimo film completato.
Il film diventa un classico del cinema del XX secolo, riceve recensioni contrastanti, non è un successo commerciale, ma nonostante le polemiche e le successive accuse dopo la morte di Gable, sia lui che la Monroe vengono elogiati da tutti per le magistrali e realistiche interpretazioni.
Nei mesi successivi la dipendenza da farmaci ed alcool minano la salute di Marilyn. Dal febbraio 1961 comincia ad accusare turbe psichiche, si ricovera volontariamente, sotto falso nome, presso l’ospedale psichiatrico di New York, ma diventa quasi una detenzione, l’ex marito Joe DiMaggio, che l’ha sempre seguita nell’ombra, riesce a farla uscire dall’istituto per traferirla al Columbian Presbiterian. Le fonti sono discordanti, in ogni caso si riprende e raggiunge Di Maggio in Florida. Nel mese di giugno viene operata per calcoli alla cistifellea a New York. Al momento delle dimissioni, l’11 giugno viene colpita da un microfono durante l’assalto dei giornalisti. Per tutto il 1961 non riesce a lavorare. Quest’ultimo tentativo per avere finalmente una famiglia normale è miseramente fallito, Miller si è rivelato non una persona pacata e comprensiva, ma un vero approfittatore che ha già pronta una nuova preda per il suo ego. Per ottenere il divorzio lei va quasi in crisi finanziaria.
Frank Sinatra, con il quale ha sempre avuto un rapporto aperto di amicizia e confidenza le annuncia il suo prossimo matrimonio. Artur Miller velocemente convola a nuove nozze. E’ sensibilmente provata, ha perso sette kg. Compra una villa a Brentwood nella quale si trasferisce a febbraio. Il 5 marzo riceve il suo secondo Golden Globe 1962.
A gennaio 1962 deve lavorare ad un film diretto da George Cukor con Dean Martin e Cyd Charisse, ma le riprese vendono ritardate ad aprile, ma tutto il cast non è in ottime condizioni di salute. Marilyn è vero accusa stanchezza, ma è pronta a girare questo nuovo film, fa progetti, vuole riposare, non certo morire da sola a 36 anni ed all’apice del successo.
Una storia epica si sta avvicinando ad un triste The End. Presto la III parte, puntata, se lo preferite.
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