Mario Calabresi lancia la sua nuova rubrica
Oggi il primo articolo del già direttore di La Repubblica e de La Stampa, Mario Calabresi, a cui si accede dal sito www.mariocalabresi.com
Vito Longo
L’ex direttore di La Repubblica e de La Stampa, Mario Calabresi, dopo averlo preannunciato sui suoi profili social, ha lanciato una sua personale idea di giornalismo. Da oggi, 21 Febbraio, infatti, chi volesse restare in contatto con lui e riceverne la newsletter può farlo registrandosi sul sito www.mariocalabresi.com.
Proprio lui, il 4 Febbraio, lanciava l’annuncio sui suoi canali con tali parole: «Da sempre sono affascinato dal giornalismo che va oltre le breaking news (n.d.r. notizie dell’ultima ora, comunicate tempestivamente e in forma sintetica), torna sui fatti, indaga le conseguenze, riscopre storie. Voglio farlo con uno strumento tutto mio, una #newsletter. Partirà il 21 febbraio, potete iscrivervi da oggi su mariocalabresi.com».
“Altre storie”, questo il nome dato alla sua iniziativa, riprende un po’ quel filone e quel modo di scrivere già utilizzato da Calabresi nella sua attività di giornalista dietro la scrivania, nei suoi quattro anni da direttore di Repubblica e nel suo ultimo libro, “La mattina dopo”, edito da Mondadori.
Una delle peculiarità di questo suo nuovo strumento l’ha raccontata proprio lui: sarà, infatti, nelle intenzioni del cinquantenne scrittore e giornalista milanese, un intreccio di racconti e vicende, dove, al centro, non ci sono i fatti, ma le persone, la vita, la carne delle persone.
Il primo numero della newsletter, uscito oggi, ci ha permesso di capire la struttura che Calabresi intende adottare in questa sua nuova esperienza. Si parte da un fatto: una storia di coraggio, di forza, anche di umana fragilità, ma che, soprattutto, profuma di speranza.
C’è quindi un libro, su un’esperienza lontana da noi, ma forse non troppo come, a volte, ci risulta comodo pensare.
Infine si indaga un personaggio, scelto personalmente dall’autore per affiancarlo in questo progetto.
Minimo comune denominatore sono i protagonisti, persone comuni, almeno all’apparenza: un uomo; un bambino chiamato a diventare uomo troppo in fretta, senza averlo chiesto e senza aver avuto scelta; una donna, un’artista, caparbia e contraria a schemi e luoghi comuni.
Un bell’esempio, in definitiva, di giornalismo “laterale”, quello che non arriva immediato alla notizia, ma cerca di scrutare ogni lato, sceglie un punto di vista differente arrivando, probabilmente, a coglierne l’essenza più profonda.