Morto Kirk Douglas, divo storico di Hollywood
Scomparso ieri il famoso attore, padre di Michael, all’età di 103 anni. Impegnato in tantissimi film era anche attento all’impegno sociale
Vito Longo
Kirk Douglas, nato Issur Danielovitch e noto anche come Isadore Demsky, morto ieri, 5 febbraio 2020 nella sua casa di Beverly Hills, è stato tra i più famosi attori e produttori cinematografici statunitensi.
Oltre che dell’attore Michael Douglas era anche padre del produttore Joel Douglas, avuti entrambi dalla prima moglie, l’attrice britannica Diana Dill, nonché nonno di Cameron Douglas, anch’egli attore.
Il matrimonio con Diana Dill durò fino al 1951; nel 1954 si risposò con la produttrice Anne Buydens, conosciuta sul set di “Brama di vivere”, dalla quale gli nacquero altri due figli.
Attore poliedrico e versatile, malato da tempo, era sparito dalle scene ormai da lungo periodo. Nato da una famiglia bielorussa molto povera, è l’esempio perfetto dell’uomo, e dell’attore, che si è fatto da solo. Partito dal teatro, quando fu convinto dal regista McClintic a cambiare nome a vantaggio di uno che potesse avere un impatto maggiore sul pubblico di Broadway, agli inizi della carriera d’attore ha dovuto mantenersi facendo altri lavori saltuari.
Il successo lo ha poi consacrato come personaggio adorato da tutti i registi coi quali ha lavorato, da Stanley Kubrick, regista di Spartacus, suo film probabilmente più riuscito, a Vincente Minnelli, suo regista preferito e grande amico. Nel corso della sua lunga carriera cinematografica ha potuto e saputo sperimentare e attraversare diversi generi, spaziando dall’azione, alla commedia, al western, genere nel quale ha probabilmente più brillato: memorabile la sua esibizione in “Sfida all’Ok Corral”, del 1957.
Nel 1954 ha fondato la casa di produzione Byrna Productions, dal nome di sua madre, con la quale ha realizzato quasi tutti i suoi migliori successi.
Ormai lontano dalle scene per motivi di salute, ha scelto di consacrare i suoi ultimi anni di vita a favore dell’impegno nel sociale. Ha sempre rivendicato il suo impegno contro la guerra e i razzismi di ogni ordine e grado, promuovendo, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, una campagna di sensibilizzazione per far sì che gli Stati Uniti d’America chiedessero perdono per la schiavitù delle persone deportate dall’Africa fra il sedicesimo e il diciannovesimo secolo e per le ingiustizie che gli afroamericani continuarono a patire anche dopo l’abolizione formale del regime schiavista, battaglia poi vinta nell’agosto del 2008.
Morto all’età di 103 anni era l’attore vivente più anziano vincitore del Premio Oscar alla carriera, ricevuto nel 1996 dopo tre nomination, tutte culminate in un nulla di fatto.