Murgia’s stories, Il Castello di Altamura

Sui social, Raffaele Barone, riporta la storia del castello di Altamura, ormai scomparso e noi ve la riportiamo tale e quale

Rocco Michele Renna

Ci sono state tramandate pochissime testimonianze ed immagini circa la sua esatta e reale struttura rappresentativa ed architettonica.

Il castello era ubicato nella piazza che in gergo viene ancora chiamata “Piazza Castello” attuale Piazza Giacomo Matteotti intitolata dal 1946.

Da un disegno cosiddetto a volo d’uccello realizzato nel 1584 da un monaco agostiniano e conservato nella biblioteca Angelica di Roma (Carte Rocca), si evince che aveva una forma quadrangolare con quattro torri cilindriche agli angoli, il fossato e il portone d’ingresso. Ogni lato doveva misurare circa 45 metri o poco più, per cui la costruzione abbracciava una superficie di oltre 3.000 mq.

 All’interno delle mura vi era una chiesa e sulla facciata di questa, si ergeva l’emblema dei Normanni (due leoni con fascia). L’edificazione del castello è perciò antecedente alla venuta di Federico II di Svevia e pertanto è del tutto improbabile che l’imperatore Svevo lo avrebbe ampliato o ristrutturato per inserirlo nel suo progetto di fortificazione dell’apparato difensivo della rete castellare.

posizione del castello in una antica stampa

 Nel 1330 circa, re Roberto D’Angiò vi fece costruire una torre, detta “Torre Falsa” perché leggermente inclinata, sulla quale fu posto lo stemma degli angioini. Il castello era ricco di sotterranei, adibiti probabilmente a carceri. Infatti, nei lavori di scavo per l’edificazione dell’ex palazzo delle Poste (1961) e per la sistemazione attuale della piazza del mercato (1972), si è notata l’assenza, fino a diversi metri di profondità, della “péita livede” (pietra Livida in vernacolo altamurano una pietra ambrata e silicea durissima ed indistruttibile) tipica roccia del territorio altamurano e la presenza di terreno non compatto, trasportato in quel posto per riempire le voragini creatisi con l’abbattimento dell’edificio.

 Nel 1357 ad un merlo del castello fu impiccato Giovanni Pipino, conte di Minervino. Il suo corpo lasciato pendere per 3 giorni, fu poi squartato, ed i resti “esposti” alle diverse porte d’ingresso della città. Un bassorilievo con una coscia e le iniziali (G.P.) presso Porta Matera, ricorda l’accaduto.

 L’ultima porzione del castello fu abbattuta nella prima metà dell’800. Era ormai un vecchio rudere inutilizzabile.

Per delimitare la piazza furono costruiti i palazzi Porsia e Melodia (le cui fondamenta poggiano sui sotterranei del castello), e gli uffici governativi di deposito di Sali e tabacchi. Entrando in questi ultimi, si nota la maestosa presenza di un arco ogivale, ultima testimonianza dell’architettura del castello; all’esterno invece, al numero civico 10, è posto sopra il portone d’ingresso, quello stemma Angioino che nel 1330 si ergeva sulla “Torre Falsa”.

Il Gravinese Massimo Loglisci, Maestro dell’arte della pietra e appassionato di costruzione in miniatura ha incominciato la ricostruzione in miniatura del castello, ed è già a buon punto, basandosi su documenti e piantine vare, in base ad una ricerca negli archivi dedicati.

L’opera in costruzione del Maestro Loglisci

Possiamo solo aggiungere un in bocca al lupo al maestro Loglisci e altrettanto alla città di Altamura che presto vedrà risorgere, seppure in miniatura il suo antico castello. La redazione resta disponibile a dare visibilità all’evento di svelatura del manufatto.

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