Olimpiadi: lo strano caso della pattinatrice russa 15enne Kamila Valieva
Una premiazione ferma in attesa del responso sul medicinale a cui è stata travata positiva la Valieva.
Gianvito Pugliese
Oggi non apro, come di consueto dall’inizio di quest’anno, con la notizia che tiene banco sul tavolo da gioco della stampa mondiale. L’affronterò, o lo farà una collega o un collega al posto mio, immediatamente dopo. Anticipo solo che riguarda lo sciopero dei camionisti canadesi e le conseguenze sull’economie dei due colossi del nord America. Sempre tra le notizie dal mondo, mi ha colpito la vicenda della pattinatrice russa quindicenne, unica donna al mondo che esegue il salto quadruplo e lo fa pure con nonchalance.
Assistere ai suoi allenamenti, poi in gara da il massimo, è un vero evento, mi racconta un Collega da Pechino. Vederla pattinare uno spettacolo fantastico, come pochi al mondo. “Lo capiresti anche tu, vedendola” mi ha apostrofato l’amico, che sa bene la mia poca dimestichezza con lo sport, sia come tifoso che come praticante.
Andiamo al caso, la squadra russa, partecipa alle olimpiadi non con le insegne ufficiali del Paese, date le sanzioni imposte alla Russia, per le note vicende di doping. E’ il Comitato Olimpico Russo (ROC) che porta gli atleti a Pechino. E lunedi la formazione che comprendeva Kamila Valieva ha vinto la gara a squadre di pattinaggio artistico, precedendo Stati Uniti e Giappone.
Poi per i russi la doccia fredda: dai media russi si apprende che mercoledì Valieva era risultata positiva, secondo le testate RBC e Kommersant, alla Trimetazidina, un farmaco usato per trattare il dolore al petto, ma anche componente del comune sale cloridrato.
David Howman, ex direttore generale della WADA (Agenzia mondiale antidoping), dopo aver precisato che è necessario il consenso dei genitori prima che i minori vengano testati, ha aggiunto: “È il peggior incubo di qualsiasi organizzazione per gli atleti competere e poi risultare positivo durante i Giochi. E’ molto insolito che tra gara e premiazione venga processato un test positivo. Di solito un atleta in quella posizione verrebbe immediatamente squalificato, ma qui non è successo“.
Il portavoce del CIO Mark Adams ha esortato alla pazienza, i funzionari olimpici stanno lavorando il più celermente possibile per organizzare la cerimonia della medaglia, previa determinazione dei risultati: “Comprendiamo che gli atleti coinvolti vogliono un risultato”.
La situazione per i giudici sportivi non è leggera. Il pattinaggio di figura, infatti, è uno sport di estremo prestigio per la Russia, in cui ha un record eccezionale di primi posti ai campionati olimpici e mondiali. Penalizzare Valieva e privare la squadra delle medaglie comporterebbe, quasi certamente, una protesta nazionale.
Vasily Konov, del canale sportivo russo Match-TV, uno dei giornalisti sportivi più noti, ha affermato che il campione analizzato era stato prelevato due mesi fa ed ha aggiunto: “Il farmaco trimetazidina non aiuta in alcun modo un atleta. Assolutamente. È stato trovato in un singolo campione a dicembre. Una quantità minuscola. Niente nei suoi campioni prima o dopo. Non c’è doping in senso convenzionale. No! Questo farmaco cardiaco non ha alcun impatto sulle… prestazioni. Ora lasciate Kamila in pace.”
David Howman gli ha replicato: “Non è un farmaco che prenderesti accidentalmente, non qualcosa che normalmente ti verrebbe prescritto e non qualcosa che ti aspetteresti che venga prescritto a un quindicenne. È molto deludente e un vero peccato che i russi continuino a risultare positivi in occasione di eventi importanti dopo tutto quello che il Paese ha attraversato”.
E mentre tra tecnici e giornalisti si è accesa la polemica, se volete una sorta di gelosia reciproca per assicurarsi la primogenitura del responso, Kamilla Valieva, con la splendida serafica non curanza, che solo una quindicenne possiede, è tornata serenamente ad allenarsi in pista, ripeto, con figure davvero eccelse, un gran bel vedere, rifiutando di rispondere alle domande che i giornalisti le hanno rivolto nella “zona mista”, l’area in cui i colleghi incontrano gli atleti dopo la competizione o gli allenamenti.
Penso sia appassionante seguire il caso “Valieva”. Imminenti si annunciano le conclusioni dei giudici e la successiva premiazione.
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