Ordinato lo sgombero di Casapound
Ordine di sgombro per Casapound che deve lasciare l’edificio di Via Napoleone III quartiere Esquilino e in via delle Baleniere di Ostia
Lidia Petrescu
Lo fa sapere il viceministro Castelli. Lo stabile di via Napoleone III a Roma è occupato dal 2003 dall’organizzazione neofascista. Ordinato, contestualmente, lo sgombero anche di un edificio dell’aeronautica occupato dal movimento alcuni giorni fa a Ostia
Tweet della viceministra dell’Economia, Laura Castelli:”Ho appena saputo che è stato ordinato lo sgombero da Via Napoleone III a Casapound. Ci lavoriamo da tanto, finalmente si ristabilisce la legalità”.
Ed ecco i fatti: lo stabile di via Napoleone III era stato occupato dai militanti dell’organizzazione neofascista nel 2003 e li vivono anche alcune famiglie in emergenza abitativa. L’edificio appartiene all’Agenzia del Demanio ma è in consegna per uso governativo al Ministero dell’Istruzione dal 1963. La polemica sull’occupazione si è ripresentata ciclicamente senza che, finora, venissero adottate iniziative concrete.
Quando il 6 agosto 2019 il sindaco di Roma, Virginia Raggi, aveva ordinato la rimozione della scritta “Casapound” dalla facciata dell’edificio, gli stessi militanti avevano provveduto a toglierla, anticipando le forze dell’ordine. Al suo posto era stato affisso uno striscione con scritto “È questo il problema di Roma”. Già allora Raggi aveva promesso che non si sarebbe fermata. “Finalmente qualcosa si muove. Ripristiniamo la legalità”, è il commento della sindaca su Twitter.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata forse la dura contestazione ricevuta dalla Raggi lo scorso 18 maggio a Ostia da Luca Marsella, leader del movimento nell’area litoranea e consigliere municipale (con i voti ottenuti grazie al clan Spada). Ricordate l’aggressione ai giornalisti della Rai Daniele Piervincenzi ed Edoardo Anselmi avvenuta ad Ostia il 7 novembre 2017 ad opera di Roberto Spada?
È stato ordinato oggi anche lo sgombero dell’immobile dell’Aeronautica militare occupato alcuni giorni fa ad Ostia da militanti di Casapound. Lo ha reso noto il sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi, rispondendo in Commissione Difesa nel corso del question time, ad Alberto Pagani (Pd) e Luca Frusone (M5s).
Ma che la strada dello sgombero non sarà semplicissima lo si evince dalle parole del responsabile romano del movimento di estrema destra, Davide Di Stefano, che invece replica di aver partecipato “solo un incontro sulla richiesta di sgombero che si è svolto in questura con una rappresentanza di Casapound”. Insomma, quella di ieri potrebbe rappresentare una giornata decisiva per quella che nella capitale è ritenuta una delle occupazioni storiche.
Proprio nei giorni scorsi la sindaca aveva preso carta e penna e inviato due lettere al ministro della Difesa Lorenzo Guerini e a quello dell’Economia Roberto Gualtieri chiedendo lo sgombero di due occupazioni abusive di Casapound Italia. Si trattava, appunto, della “storica” sede di via Napoleone III, nel cuore del quartiere Esquilino, e di una nuova occupazione di un complesso edilizio di Ostia, in via delle Baleniere, gestita da un’associazione spalleggiata da Casapound Italia. Al Ministero dell’Economia, proprietario dell’edificio all’Esquilino, la sindaca aveva chiesto lumi circa l’iter di sgombero dell’immobile “occupato illegalmente da 15 anni”. A Guerini la prima cittadina ha chiesto “di ripristinare la legalità negli immobili di Ostia” di proprieta’ dell’Aeronautica Militare.
Finora ha potuto agire solo nell’ambito delle sue competenze: a fine luglio scorso era andata di persona a bussare al palazzo dell’Esquilino, occupato dal 2003, per notificare il provvedimento di rimozione della scritta abusiva in marmo sulla facciata, poi cancellata dagli stessi militanti ai primi di agosto per evitare l’intervento coatto dei tecnici comunali. Contro la sede di Casapound è in piedi una procedura di sgombero avviata lo scorso 19 luglio dal Demanio, accompagnata da una denuncia alla procura di Roma. La Corte dei Conti ha calcolato un danno erariale di 4,6 milioni per omessa disponibilità del bene e mancata riscossione dei canoni da parte del Demanio stesso e del Miur.