“Prima vennero a prendere…..”
Pacifisti d’anta, una notissima poesia di Martin Niemöller, provate a riflettere.
Gianvito Pugliese
Posto, qui di seguito, una poesia notissima di Martin Niemöller (1892-1984). Non lo faccio normalmente, ma non perché non ami la poesia, ma il compito nel giornale è affidato ad altro, che lo assolve egregiamente.
Il testo deriva da un sermone del pastore luterano e teologo tedesco Martin Niemöller. Dopo un sermone antinazista, Niemöller fu arrestato su ordine di Hitler e rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau, al quale sopravvisse,
«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare».
La dedico ai finti pacifisti di casa nostra, per uno dei quali Gramellini ha coniato il favolo neologismo di Pacinarcisismo, che, come il soggetto della poesia, trovano fastidiosa la resistenza ucraina, alla quale, invece, eroismo calza a pennello, e vorrebbero che l’occidente non fornisse le armi minime per difendere i loro bambini, le donne, gli anziani ed i civili inerni, da poco dopo il 24 febbraio obiettivo principale degli attacchi russi da cielo e da terra. Ci dovremmo limitare, per loro, a pregare Putin si fare un passo indietro. Campa cavallo…..
Parafrasando: “prima vennero a prendersi la Cecenia, poi la Crimea, poi il Donbass, poi l’Ucraina e la Moldavia è la vittima successiva, in Trasnistria si preparano, deja vu al confine ucraino. Quando verranno a prendere me e voi, ovvero l’Italia, non ci sarà rimasto più nessuno a difenderci.
Di certo non vi convincerò, ma almeno ci avrò provato.
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