Quando il virus aiuta
Più che attualità è un fatto curioso. appena accatuto.
La Redazione
Se non ci si lascia prendere dalla noia della routine, questo mestiere è meraviglioso. Mi riferisco al giornalismo. Scrivere è l’ultima delle cose che un serio professionista fa. A monte di ciò che scrive c’è un’attività di vera e propria indagine, parliamo nel giornalismo d’inchiesta, ma sempre e comunque la ricerca di notizie che riteniamo interessino i nostri lettori, la verifica dell’attendibilità e della veridicità di ciò che viene poi pubblicato.
Quando abbiamo letto questa vicenda, in realtà banale nella sostanza, immediatamente ci ha colpiti uno stridente contrasto: poco prima avevamo letto di un numero globale di morti da Covid superiore a quello registrato nel 1944 anno di guerra che raggiunse il poco invidiabile record di perdite umane. Ebbene, poco dopo la notizia di valanghe nella Marmolada che hanno travolto e distrutto nel primo caso il rifugio Pian dei Fiacconi, fortunatamente chiuso, mentre, sempre per una valanga è stato letteralmente sepolto un impianto sciistico sopra passo Fedaia. Bilancio: nè vittime, nè feriti.
E’ vero, siamo tutti un poco stanchi e le restrizioni alla volte non le accettiamo più con la ferma determinazione che ha caratterizzato il primo lockdown, ma va riconosciuto che per una volta i divieti hanno evitato l’ennesima tragedia delle montagne. In guerra si parla spesso di “danni collaterali” riferendosi a danni non previsti che conseguono ad un atto bellico. In questa guerra al coronavirus, perchè una guerra è, per una volta scriviamo di “benefici collaterali”.
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