Raffaella Carrà
La sua grafia vivace, semplice ed empatica
Giovanna Sellaroli
Na na
Na na na na
Rumore! Rumore!
E sì, la morte della Raffaella nazionale di rumore ne sta facendo proprio tanto.
E non poteva essere altrimenti.
La sua improvvisa dipartita ha fatto battere i cuori colmi di tristezza, dei suoi fan e ha scosso profondamente non solo il mondo patinato dello spettacolo, ma l’Italia intera e gran parte del mondo.
“Con lei si chiude il sipario su quel tipo di bella televisione educativa, istruttiva, elegante, allegra, semplice ma musicale. Gli storici credo che con Raffaella parleranno della fine di quella che è stata la bella epoque della televisione” dice all’Adnkronos Renzo Arbore.
E aggiunge: “Ricordo Raffaella e le giornate passate in piscina da Gianni, con Marenco … Era il periodo più bello della TV, quella di Bernabei e di Agnes, la bella televisione. Un grandissimo dolore”
Parole di peso, il cui valore è maggiormente prezioso in quanto profferite da un altro “gigante”, che l’ha conosciuta e frequentata personalmente.
E a queste parole, non c’è altro da aggiungere, anche perché in queste ultime ore, si è davvero detto e scritto molto sulla regina dello spettacolo e dell’intrattenimento, icona straordinaria della televisione italiana, ai vertici dello star system mondiale e artista dalle mille sfaccettature, poliedrica, talentuosa che possedeva la rara qualità di piacere a tutti.
Non ho avuto il piacere di incontrarla personalmente negli studi Rai in anni recenti, ma un’immagine indelebile è sempre viva nella mia memoria, quando, sulle note del mitico Tuca Tuca sbocciava la mia adolescenza.
Un ballo che agli occhi della ragazzina che ero allora, appariva innovativo e trasgressivo, ispirava sogni proibiti pur essendo così innocente, e non aveva nulla di volgare.
Una donna all’avanguardia eppure rassicurante a tal punto che di lei qualcuno ha persino scritto: “Ha fatto di più Raffaella Carrà nel percorso della liberazione femminile che molte femministe”.
Oggi mi permetto di ricordarla, sì con i miei occhi di bambina, ma anche con gli occhi della grafologa; occhi che vagano nelle poche righe di un suo scritto (esiguo in verità per trarne osservazioni approfondite), perché la grafia, si sa, parla e rende “vivo” lo scrivente.
È un linguaggio semplice, empatico e vivace quello col quale comunica la scrivente, che, a onor del vero, presenta ben poche caratteristiche tipiche delle grafie di coloro che appartengono al mondo dello spettacolo.
Il viaggio nel paesaggio interiore di Raffaella Carrà si apre con l’immagine di una scrittura armoniosa, chiara e priva di eccessi.
L’impostazione grafica, così ben equilibrata, definisce le coordinate di una persona ben integrata nel sistema, niente affatto ‘contro’, o contestatrice, lontana da forti conflitti interiori e inquietudini.
La personalità che si scorge in questo gesto grafico è certamente dinamica e in equilibrio creativo.
L’analisi dei segni grafici ci parla di una persona che percepisce la realtà in modo autentico e perspicace, impegnandosi a valutare i dati in modo oggettivo; attenta e organizzata, accorta e perseverante, è capace di procedere, sia sul piano mentale che su quello più squisitamente pratico, con linearità, senso della dignità e consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie responsabilità. Prudente e avveduta, ha la chiara cognizione delle mete da perseguire verso cui sa orientare le sue risorse e capacità. Valuta e riflette in via preventiva, senza esasperazioni, ma ponendo attenzione anche ai particolari utili a una visione d’insieme organica.
Ella trae la propria ispirazione dalla consapevolezza di sé, da un autocontrollo emotivo, dalla ricettività e dalla capacità di portare avanti i progetti e di ottenere i risultati. È l’intelligenza emotiva a guidarla, è l’empatia che la contraddistingue ad averla resa popolare e amata da un pubblico così vasto.
Seguendo “il respiro della scrittura”, si percepisce l’apertura alle emozioni, la sensibilità e la schiettezza.
E tutta la sua prorompente femminilità si estrinseca sempre nella giusta misura, senza mai risultare eccessivamente seducente o vezzosa.
L’equilibrio e l’assetto armonico che contraddistinguono il tracciato grafico, tratteggiano le sembianze della grazia, della compostezza e della capacità di accoglienza.
Pur essendo per sua struttura spontanea, aperta e disponibile, numerosi segni grafici ci parlano in realtà di persona sempre attenta a preservare i suoi aspetti più intimi. Leggeri rovesciamenti delle lettere, indicano un certo riserbo e spiccato senso del dovere.
La propensione ad apparire si legge nel segno curva e in alcune lettere “gonfiate”, una attitudine però che non sconfina nell’Io ipertrofico, o esaltato e narcisistico, perché sapientemente contenuto; la scrivente è opportunamente cauta nell’esporsi, è persona equilibrata, l’esteriorità e l’appariscenza nello stare in scena e mostrare tutto ciò di cui si è capaci, è finalizzato a dare il meglio di sé con professionalità e competenza.
I gonfiori nelle lettere F del nome rivelano l’esigenza di “ostentare” il lato più spettacolare, di soddisfare il bisogno di essere vista e riconosciuta.
È stata e sarà per sempre la donna del sorriso che ha creato spettacolo emozionando.
Ci mancherai Raffaella Carrà!
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