Rinnovato il contratto collettivo nazionale di lavoro per oltre un milione e trecentomila lavoratori

Nuove disposizioni contrattuali in vigore dal 19 gennaio, ma la Uil Scuola Rua non firma: criticità e richieste di miglioramenti

Rocco Michele Renna

È stato siglato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (Ccnl) per il comparto dell’Istruzione e della Ricerca, coinvolgendo oltre un milione e 300mila lavoratori tra scuole, università, ricerca e Afam. Il contratto, che riguarda il triennio 2019-2021, è stato ufficialmente sottoscritto all’ARAN e le nuove disposizioni contrattuali entreranno in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Secondo quanto dichiarato da Cgil e Flc Cgil, le nuove norme migliorative, già operative da oggi, includono il diritto dei precari a tre giorni di permesso retribuito e il riconoscimento della formazione degli insegnanti come orario di lavoro a tutti gli effetti, ponendo fine a decenni di contenzioso e sfruttamento.

Il Coordinatore Nazionale della Gilda Insegnanti, Rino Di Meglio, esprime preoccupazione per la lunghezza del processo, definendolo un “contratto ‘lumaca’” e sottolinea la necessità di rivedere la burocrazia contrattuale per evitare ritardi futuri.

Le novità del contratto includono anche la possibilità, in sede di contrattazione di istituto, di conoscere i dati disaggregati della spesa, promuovendo così la trasparenza.

Tuttavia, non tutti i sindacati hanno firmato l’accordo. La Uil Scuola Rua, infatti, ha annunciato di non aver sottoscritto il contratto, dichiarando che “è impossibile sottoscrivere un accordo che peggiora le condizioni di lavoro del personale della scuola e che indebolisce la scuola dell’autonomia e la comunità educante“. Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua, indica come principali criticità la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali.

Cgil e Flc, nonostante la firma, invieranno subito la disdetta del Ccnl appena sottoscritto per avviare le trattative del rinnovo contrattuale per il triennio 2022-2024, con la priorità di garantire incrementi salariali in linea con l’inflazione.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, commenta l’accordo come un “passo concreto di una politica di valorizzazione del personale della scuola”, evidenziando gli incrementi retributivi mensili previsti per il personale docente, ATA e i Direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA).

In conclusione, il rinnovo del Ccnl rappresenta un passo avanti, ma le divergenze sindacali evidenziano la necessità di affrontare ulteriori sfide per garantire condizioni di lavoro e retribuzioni adeguate nel settore dell’Istruzione e della Ricerca. Approvare oggi un Cnnl valido fimo al 31 dicembre 2021 si commenta da sè.

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