Rissa sul dopoguerra a Gaza scuote il governo israeliano

Politici di destra attaccano il Capo di Stato Maggiore dell’IDF, mentre la coalizione si frantuma su politiche palestinesi

Rocco Michele Renna

Il Gabinetto israeliano ha vissuto momenti di caos e tensione durante un incontro sul dopoguerra a Gaza, culminato in una rissa tra i ministri. La discussione si è trasformata in un violento scontro quando i politici di destra, inclusi membri del partito Likud del primo ministro Benjamin Netanyahu, hanno preso di mira il capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane, Herzi Halevi. I contendenti si sono scontrati su diversi fronti, mettendo in discussione sia i tempi dell’indagine che l’inclusione dell’ex ministro della difesa Mofaz.

La tensione, che sembra essere stata alimentata da divergenze sulle politiche israeliane nei confronti dei palestinesi, ha portato alla luce crepe nel governo di unità nazionale, originariamente presentato come un fronte unito durante i mesi di guerra. La faida, in particolare, ha rivelato un profondo divario tra i militari e alcuni membri della coalizione di destra.

La disputa si è svolta nel contesto di colloqui imminenti tra il segretario di Stato americano Antony Blinken e le autorità israeliane sulla chiusura dei combattimenti e il trasferimento del controllo civile di Gaza ai palestinesi. L’episodio tumultuoso potrebbe avere implicazioni significative sulla stabilità interna israeliana e sui rapporti con gli Stati Uniti.

Durante la riunione, Netanyahu ha interrotto la discussione dopo sole tre ore, a causa di urla e tensioni crescenti. Alcuni ministri hanno difeso Halevi, ma la reazione aggressiva di altri ha portato all’ abbandono anticipato della riunione da parte di alcuni funzionari della difesa, che sembravano protestare contro il trattamento riservato al capo di stato maggiore.

L’incidente avrà sicuramente ripercussioni sul futuro del governo di unità nazionale e potrebbe influenzare i negoziati con gli Stati Uniti. Mentre il mondo osserva gli sviluppi in Medio Oriente, la stabilità politica interna di Israele è ora in bilico, con conseguenze che potrebbero essere avvertite anche a livello internazionale. Non è un caso che dagli ultimi sondaggi, unanimemente, Netanyahu non raggiunge che il 15%.

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