S.O.S Botromagno?
O la cultura e la storia in totale abbandono!
Rocco Michele Renna
Sono un volontario del Corpo Interventi Umanitari, attualmente
sono Il vice responsabile dei servizi nazionali con il grado di Maresciallo
Maggiore (titolo onorifico), in possesso di alcuni attestati riguardanti la
protezione dell’ambiente.
Uno degli ultimi attestati doveva servire ad istruirci ulteriormente per la
formazione di un corpo di guardie volontarie giurate, decretati dal comune.
Guardie addette al controllo dell’ambiente e della città in generale.
Naturalmente, come molte altre cose della mia città (Gravina di Puglia), il progetto GPG GAC -guardia ambientale comunale- dell’assessore finì nel dimenticatoio perché non si era ancora approvato il regolamento. Approvazione che slittava in continuazione fino alla prescrizione e annullamento dei decreti inizialmente concessi.
Dunque, mi sono incamminato sulla vecchia via Appia che attraversa il colle di Botromagno, per scattare qualche bella foto panoramica al parco archeologico per la mia arte digitale e per controllare che non ci fossero sversamenti selvaggi di rifiuti vari da, eventualmente, segnalare a chi di dovere.
Un bel po’ di tempo fa dal comune partì una lodevole iniziativa per la salvaguardia del parco archeologico sulla sommità del colle stesso: “SOS Botromagno”. Considerando che il parco archeologico di Gravina in Puglia è fra i più grandi parchi archeologici d’Europa… quello che realmente accadde fu una grandissima delusione, purtroppo.
In molti punti l’antica strada è franata, un terzo nel fondo sottostante nella parte destra in salita e la parte sinistra, la muraglia che conteneva il terrazzamento, è venuta giù. Insomma si può circolare solo in fila indiana, una strada “vecchia” di migliaia di anni… Parafrasando un presentatore della tv non più fra noi, “Non finisce qui” …
Arrivati sulla sommità, scopro che i precedenti progetti di recupero e salvaguardia non hanno avuto regolare manutenzione, sterpaglie e crolli si susseguono.
Una casina adibita a posto di ristoro abbandonata non ha più la porta ed il tetto in legno è marcio, può crollare da un momento all’altro; adiacente alla casina c’è un pozzo incustodito pieno di acqua e considerando che, chiunque, anche un bambino può salire fin lassù vi lascio immaginare il pericolo…
La situazione della necropoli… Passo oltre e mi avvio verso la necropoli contrassegnata come “zona Lucatuorto” e lì c’è di tutto, dal residuo di vasellame a ossa (spero di animali), alle tombe che contenevano i resti di gloriosi guerrieri, tutte scoperte e invase dalle erbacce.
Una situazione molto pericolosa, infatti sono molto profonde, alcuni pozzi, presumibilmente di ispezione, sono senza coperchio, anch’essi decisamente profondi, barre di ferro che emergono dal terreno per circa 10/20 cm in verticale, nascoste dalla vegetazione.
Ma ecco che un vociare improvviso in lingua straniera mi fa sussultare, anzi rabbrividire… vedere dei turisti presumibilmente inglesi o tedeschi, aggirarsi senza una guida del posto fra le rovine, turisti che possono mettersi in serio pericolo.
In quel momento mi è parso di sentire nel flebile lamento del vento. le parole di rimprovero degli antichi abitanti di Sidion, mentre un rapace, un nibbio reale, aleggiando in alto e scrutandoci severo, sembrava fosse lui ormai il guardiano delle anime degli antichi e ci stesse rimproverando per quell’assurdo modo di custodire 10.000 anni di storia. Nella mia mente, un pensiero ridondante: che fine ha fatto “S.O.S. Botromagno?”
Come cittadino, come volontario del C.I.U e come meridionalista, mi rivolgo alla città di Gravina e alle amministrazioni comunali. vecchia e futura, alla sovrintendenza, a nome di tutti i cittadini onesti che rappresento e vi chiedo fermamente: “quel sito ha bisogno di essere salvaguardato, custodito e fatta regolare manutenzione” chiedendo ai proprietari dei lotti, se ce ne sono ancora, di intervenire sui crolli. E’ inutile sprecare soldi per interventi paliativi, solo per fare ammuina e accontentare qualche “tasca“ e, passato il santo, non se ne fa più nulla. Oppure fare bandi con esperienze triennali vincolanti dei quali non so se sono del tutto legali o meno, ma non è compito mio stabilirlo, certo è che con questi vincoli si favorisce solo una parte dei partecipanti e non si dà mai l’opportunità ad altri di cominciare, il parco archeologico di Botromagno è proprietà di tutti, non possiamo far finta di chiedere che il sud si rialzi e poi lasciamo in abbandono la sua storia e la cultura, non può essere lasciato all’abbandono solo per pigrizia dell’amministrazione di turno.
Ricordiamoci che il sud è stato la culla della civiltà moderna non l’immondezzaio della politica pro-nord, depredando il sud, il loro luogo preferito per banchettare, già banchettare sulle spoglie del sud, forse è per questo che lo chiamano mezzogiorno…
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