Scherzo al figlio di Peskov, Lui: “Lei non sa chi sono io… Risolverò con i piani alti”
Non sono solo i comuni cittadini a temere la mobilitazione proclamata da Vladimir Putin in difesa della Santa Madre Russia.
Rocco Michele Renna
(Fonte ANSA) Come si dice tutto il mondo è paese, e Mosca e i russi non sono da meno, infatti la classica frase “lei non sa chi sono io”, è la prima risposta che si è sentito dare un collaboratore di Navalny quando, fingendosi un impiegato militare, ha informato Peskov jr che si sarebbe dovuto presentare all’ufficio di reclutamento.
L’oppositore numero uno del Cremlino, Alexey Navalny, ha fatto -per mezzo di un suo assistente- uno scherzo telefonico al figlio del portavoce del Cremlino, Nikolay Peskov.
Pronto? È Nikolaj Peskov?” “Si, chi parla?”. “Qui è il commissariato militare. Non riagganci, come ha fatto l’altra volta. Lei ha ricevuto una convocazione. Il suo nome è nell’elenco dei riservisti che verranno arruolati nell’ambito della mobilitazione ordinata dal presidente Putin. Si presenti domani alle 10 in caserma”.
Inizia così la conversazione telefonica tra Dmitrij Nizovtserv, presentatore del programma televisivo di Popular Politics, un canale legato al movimento di Aleksej Navalny, e Nikolay Peskov, figlio del portavoce di Vladimir Putin. Il giovane è stato vittima di uno scherzo organizzato dalla trasmissione satirica di opposizione.
“Non ho alcuna intenzione di venirci – ha risposto il trentaduenne – Deve capire che io sono il signor Peskov, non è previsto che io venga arruolato. Sistemerò tutto a un livello più alto“. La conversazione è stata postata online ed è divenuta virale nel mondo.
Nikolay Peskov. gelato dalla inaspettata telefonata. ha creduto di essere davvero tra i riservisti che sono stati chiamati sul campo di battaglia dopo l’annuncio della mobilitazione parziale voluta da Vladimir Putin. Il suo rifiuto in diretta ha scatenato diverse polemiche anche in ambito nazionale: disertare l’esercito, infatti, è punibile con almeno 15 anni di carcere.
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