Scivolata di Djokovic o mossa no-vax studiata?
Più di un indizio fa pensare ad una scalata del tennista in politica,, puntando al più alto gradino del podio serbo
Gianvito Pugliese
Dopo un momento di allegria con “Dai social”, cose di casa nostra (l’endemica tragedia di Taranto) ed uno sguardo ai colloqui Nato-Russia, che più che una nato sembrano al momento un aborto. Ho rissunto il giornale di stamane finora.
Prima di tornare in Italia, con le novità proposte dal sottosegretario Costa, una riflessione sulle mosse del tennista number one della classifica Atp, Novak Djokovic. Nole, recentemente incappato in una strana vicenda, con permessi concessi per giocare agli Australian Open, e poi revocati, con un mezzo fermo, annullato da un giudice, è giusto chiedersi se sia un ragazzone alquanto “scapocchione”. che incappa in gaffe ed incidenti di percorso non previsti, o se sia tutta una strategia, disegnata a tavolino e realizzata con puntuale precisione per raggiungere altro.
Secondo i sempre “bene informati” Nole, alla vigilia dei trentacinque, che compirà il 22 maggio prossimo, fans ricordate di fargli gli auguri, ha pensato attentamente al suo futuro con la racchetta appesa al chiodo. Nole è uno che non ama il secondo posto del podio, Così è per il tennis così nel suo quotidiano.
Un altro. al posto suo, penserebbe ad un bel ristorante, mi allargo, una catena di ristoranti in una catena di alberghi a 5 stelle super. Nole sembra invece che, continuando ad ambire al più alto scanno come sempre e pensando a darsi anima e corpo alla politica, stia ponendo le basi del diventare il prossimo premier serbo.
Anch’io. come molti di Voi, care lettrici e lettori, all’inizio ho accennato ad una sonora risata, spentasi immediatamente. A ben riflettere Novak Djokovic, nell’immaginario collettivo dei serbi è già un leader assoluto,
Il padre di Nole, Srdjan ci da un piccolo indizio, oddio tanto piccolo non è, quando in conferenza stampa afferma: “La Serbia è Novak, Novak è la Serbia”, L’urlo di un padre preoccupato per la disavventura del figlio in Australia, o piuttosto, il gregario che comincia a tirare, per fare spazio al suo capitano e portarlo alla volata del traguardo? Più rifletto, più mi affeziono all’idea.
La Serbia, Paese in cui lo sport è il complesso di simboli che il nazionalismo imperante ha messo al primo posto assoluto, ha dovuto vivere un vero e proprio incubo nel 2021, anche, se non soprattutto, per mano dell’Italia. Nel basket la Nazionale serba ha mancato l’accesso ai Giochi di Tokyo perdendo il match decisivo (per giunta in casa, a Belgrado) contro gli azzurri di Meo Sacchetti. Una botta non ancora assorbita dalla numerosissima tifoseria serba.
Nel calcio pure mancato l’accesso agli Europei, perdendo (sempre a Belgrado) la partita decisiva per la qualificazione con la Scozia. Nel volley maschile la Nazionale (già campione d’Europa), battuta dall’Italia 3-0 ed esclusa, quindi nel 2020 dai Giochi nel Preolimpico di Bari, è stata sconfitta anche dalla Bulgaria, guidata dal tecnico italiano Silvano Prandi, rimanendo definitivamente esclusa dal gruppo olimpico.
Quanto alla squadra del volley femminile, ha perso la finale dell’Europeo (ancora una volta a Belgrado) contro l’Italia di Paola Egonu e co.
Lo stesso Nole, che aspirava al Golden Slam (i quattro majors più l’oro Olimpico) ha ceduto contro Zverev ai Giochi e contro Medvedev in finale a New York. Gli anni cominciano a farsi sentire e, nonostante la classe, si avvicina l’addio ai campi da tennis.
La Serbia, mai come ora, ha bisogno di un leader totale e Djokovic è percepito come tale da gran parte dei serbi. Incarna un sentire comune e candidarsi a guidarlo sarebbe quasi naturale.
Leader del neo veganismo-sportivo con a fianco Lewis Hamilton, e quindi evitando la classificazione di maschio alfa, va a cena e si fa fotografare con Milan Jolovic, ex comandante dei Lupi della Drina, l’uomo del massacro di Sebrenica.
Non proprio, dunque, un pacifista vegano, ma un fiero NoVax, ma non dichiarato, fonda da poco la PTPA, una sorta di concorrente di Atp, per ottenere maggiori premi e opportunità per i giocatori professionisti che col tennis non campano, o quasi.
Nole si fa fotografare con i bambini. Scena che suscita tenerezza, soprattutto in chi è all’oscuro che lo ha fatto anche a dicembre, mentre era già positivo al Covid. Per converso. rischia di decapitare un giudice di linea, scagliando una pallina a duecento all’ora per rabbia, facendosi squalificare dallo Us Open nel 2020.
Djokovic è tutte queste contraddizioni ed opposti. Ed a ragione per suo padre, tutto questo è la Serbia.
Se son vere queste premesse e non abbiamo clamorosamente sbagliato tutto, è difficile che non stia pensando ad un ruolo di primo livello nel prossimo futuro. Ogni passo, apparentemente falso, nell’immediato futuro, è molto probabile che corrisponda ad un grosso mattone per realizzare la casa delle sue aspirazioni.
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