Sfortuna, eptacaidecafobia, iattura o solo superstizione?
Le credenze popolari in base a fatti veramente accaduti, trasformati in superstizione e iattura. Copertina dal film “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio…””
Rocco Michele Renna
La parola eptacaidecafobia, dal greco “paura del numero diciassette”, indica la fobia verso questo numero ritenuto sfortunato.
La superstizione nasce nell’antica Grecia, dai discepoli del filosofo Pitagora, e si è propagata fino a noi. Nei secoli altre superstizioni legate al Cristianesimo hanno aggiunto il venerdì al campo sempreverde della sfortuna.
“Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio” chi non ricorda questa frase di Lino Banfi, dedito a scacciar via la sfortuna nell’omonimo film. Una pratica, quella di voler scacciar via la sfortuna, che sembra essere ancora radicata e ben presente. Tanto che gli insegnamenti del passato tornano ad essere spunti interessanti per tenere lontana da casa la cattiva sorte.
La sfortuna, detta anche scalogna o sventura, è la sorte avversa e si pone come il contrario della fortuna. Chi distribuisce tanta sfortuna viene chiamato iettatore. Essa consiste in tutti quegli eventi negativi che accadono ad una persona ma che non sono imputabili a colpe dello sfortunato.
Nel folklore popolare spesso la sfortuna è vista come un influsso malevolo che può essere scatenato da determinati eventi oppure direzionato intenzionalmente o meno verso qualcuno sotto forma di malocchio o fattura, o addirittura da uno “iettatore”
Cosa fa uno Iettatore?
Lo iettatore o menagramo è una figura tradizionale, fortemente stereotipata, alla quale un pregiudizio superstizioso attribuisce nel contesto sociale il potere di portare sfortuna, solitamente in modo non intenzionale. Questo potere prende il nome di iettatura.
Quali sono le 11 credenze popolari più diffuse per non avere “problemi”?
- Non dormire davanti allo specchio: in alcune culture lo specchio è visto come una finestra verso l’aldilà. Se ci credete e avete un letto frontale alla specchiera spostatelo: c’è chi sostiene che mentre si sogna l’anima lascia il corpo ed entra nello specchio senza trovare più la via del ritorno.
- Il letto: oltre allo specchio davanti al letto, ci sono altre due credenze che vanno per la maggiore. La prima è che al mattino scendere dal letto dalla parte sinistra possa portare male, perché la sinistra sarebbe il verso preferito dal diavolo. Un’altra credenza vuole che se sono tre persone a sistemare le lenzuola, alla più giovane capiterà una sventura.
- Casa nuova, scopa nuova: in America, la tradizione popolare dice che portare una vecchia scopa nella nuova abitazione significhi far entrare nella nuova dimora anche le energie negative che negli anni si sono diffuse in quella vecchia.
- Non girare il pane: hai mai sentito dire da tua nonna di “non girare il pane?” Pare che poggiando la parte curva della pagnotta sulla superfice della tavola porti sfortuna.
- Ombrelli aperti in casa: l’ombrello serve per ripararci dalla pioggia, quindi tenetelo chiuso in casa. Tenerlo aperto tra le mura domestiche significa che pioverà sfortuna.
- La campana tibetana: secondo la tradizione tibetana, suonare una campanella in tutte le stanze di una casa nuova è come scacciare la negatività per far spazio alla buona sorte.
- Il ferro di cavallo: l’oggetto considerato benaugurante per eccellenza è il ferro di cavallo. Esso è generalmente ritenuto un portafortuna a tutti gli effetti. Ma attenzione ad appenderlo nel verso giusto, quindi in modo che formi una “U”. Altrimenti? Non è dato sapere. Meglio non rischiare.
- Il piede sinistro: pare che entrare in casa con il piede sinistro porti sfortuna.
- Il cucchiaio: in alcune tradizioni si sostiene che il cucchiaio non vada mai tenuto con la mano sinistra. Il cucchiaio può anche essere premonitore di buona sorte: nel Nord Europa si crede che due cucchiai appoggiati vicino al piatto con la parte concava rivolta in basso indichino un imminente matrimonio.
- Il sale a tavola: tutti sanno che il sale versato in tavola porta male. Una tradizione diffusa, ma che ha una soluzione. Basta raccoglierne un po’ e lanciarselo dietro la spalla sinistra.
- Trovare marito: la tradizione popolare vuole che per trovare marito uno degli usi più bizzarri era quello di mettere tre fave sotto il cuscino della ragazza nubile (una intera, una appena pizzicata e una completamente sbucciata). Al risveglio la giovane doveva estrarne una a sorte: se prendeva quella intera avrebbe sposato un uomo ricco, quella appena pizzicata indicava un uomo né ricco e né povero mentre quella sbucciata indicava un uomo povero. Esistevano anche delle cose da non fare come: farsi passare la scopa sopra i piedi all’atto dello spazzare o evitare di sedersi agli angoli dei tavoli.
Naturalmente ce ne sono tantissime altre anche di tradizione popolare locale, come non passare sotto la scala o il gatto nero che ti attraversa la strada ecc., la maggior parte di queste superstizioni sono nate per fatti realmente accaduti. A chi farebbe piacere essere travolto da qualcuno o qualcosa che si trova sopra la scala mentre ci passi sotto? O avete mai pensato a cosa poteva succedere se un gatto nero attraversava la strada di notte ad una carrozza con tanto di cavalli? Eccetera.
C’è una spiegazione razionale alla sfortuna? In alcuni casi sì, la spiegazione c’è, in altri è solo questione di punti di vista. Matematici, fisici e psicologi ce l’hanno messa tutta per spiegare da che cosa dipendono le “piccole sfortune” quotidiane che ci fanno pensare che tutto il mondo ce l’abbia con noi.
Ma è davvero così? Dipende tutto dal destino, dal caso o da qualsivoglia forza a cui facciamo affidamento per pensare che non dipenda da noi? Beh, forse dovremmo lasciare da parte la questione… oppure no. Non esistono formule né rituali magici, forse allora dipende da voi stessi più di quanto pensiate.
Quando si attraversa un brutto periodo, mentre alle altre persone le cose vanno bene, o almeno così ci sembra, si ripetono le solite frasi come, ad esempio, “Sono sfortunato” oppure “Tizio ha molta fortuna, gli va tutto bene”.
Sul serio pensate sia sempre così? Se considerate bene la cosa, c’è un po’ di tutto nella vita di ognuno di noi: momenti belli e quelli brutti… non siete gli unici e non sarà un numero o un gatto nero a cambiarci la vita.
Non servono né ferri di cavallo, o toccare ferro, toccare legno per gli inglesi, formule magiche o amuleti vari, l’unica cosa da fare è essere positivi…
Se credete che nella vita vi possano arrivare cose belle, così accadrà. Pensare che le cose vi andranno bene riguarda il vostro atteggiamento, considerare che quello che vi è successo avrebbe potuto essere peggiore.
Se coltivate la positività, la sfortuna non vi accompagnerà a lungo e neanche la fobia per il diciassette. È lo iettatore? Beh anche lui non è altro che una persona che, a volte, approfitta, magari, della credenza popolare e secondo Antonio de Curtis, il principe della risata, in arte Totò: lo iettatore è colui che ride delle disgrazie altrui.
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