Studenti in piazza, cortei in oltre 40 città
Chiedono le dimissioni di Patrizio Bianchi e Luciana Lamorgese
La redazione
Da tempo non si vedevano tanti studenti in piazza. Piccole proteste locali, limitare al territorio quando non ad un solo istituto scolastico.
Il primo argomento, che ha compattato le mille organizzazioni studentesche ed ha fatto scattare la prima delle tre manifestazioni del mondo degli utenti della scuola del 28 gennaio, è stato la morte di Lorenzo Parelli, lo studente di 18 anni schiacciato da una trave d’acciaio durante uno stage in un’azienda in provincia di Udine,.
E’ seguita il 4 febbraio la protesta contro le nuove modalità del prossimo esame di Maturità.
Ieri invece erano due le ragioni della protesta: da un lato si è tornati al tema della pericolosità dell’alternanza scuola-lavoro alla luce della tragica morte di Giuseppe Lenoci, il 16enne vittima di un incidente stradale durante uno stage vicino Ancona. Gli studenti anzitutto protestavano per “lo sfruttamento in alternanza scuola-lavoro”, sfruttamento che riduce al minimo ovviamente le misure di sicurezza ed espone gli studenti a rischi mortali. Ma gli studenti ieri ereno in piazza anche pere protestare contro la “repressione” delle forze dell’ordine. Il riferimento è ai disordini di Torino.
E mentre per maturità e pericoli della scuola-lavoro chiedono le dimissioni di Patrizio Bianchi, per i fatti accaduti a fine gennaio al corteo di Torino chiedono la stessa cosa a Luciana Lamorgese.
Ieri manifestazione più imponente delle precedenti.
A Roma un corteo è sfilato in mattinata da Piazza Vittorio Emanuele a Piazza Madonna di Loreto. Sono state programmate manifestazioni in molte città, più di quaranta, da Nord a Sud: a Bologna (Piazza Aldrovandi), a Firenze (Piazza Adua), a Milano (Largo Cairoli), a Napoli (Piazza Garibaldi), a Reggio Calabria (Piazza Italia), a Torino (Piazza XVIII dicembre), a Venezia (Piazzale Cialdini).
Partecipano alla protesta, oltre ad averla promossa, il Fronte della Gioventù Comunista e l’Unione degli Studenti, comitati e collettivi locali, come La Lupa e Opposizione studentesca alternativa a Roma, il Kollettivo Studenti Autorganizzati a Torino e il Coordinamento dei Collettivi Studenteschi a Milano.
E l’Unione degli studenti ieri a Roma ha dato il via agli Stati generali della Scuola pubblica, una tre giorni organizzata: “con il fine di scrivere una riforma della scuola pubblica a partire da chi la vive tutti i giorni”.
Una iniziativa non priva di senso, anzi, che solo l’entusiasmo e la capacità tutta dei giovani riesce a concepire. E’ come se le regole ospedaliere le si facessero scrivere, o quanto meno proporre ai malati, ai fruitori del servizio e non fossero concepite solo a misura del personale sanitario, come accade sistematicamente, o le regole degli uffici demografici e di tutti quanti aperti al pubblico, fossero a misura di utenti e dagli stessi proposte e non a misura d’impiegati e funzionari. Un’utopia forse, ma solo le utopie prima o poi segnano i progressi di un corpo sociale. Senza c’è solo il regresso,
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