Viva la tv di Fazio, non quella di D’Urso e Giletti
Più competenza al potere e anche in televisione e meno sceneggiate: il modello da seguire è “Che Tempo che fa”
Vito Longo
Il mondo cristiano e non è insorto contro Barbara D’Urso.
Domenica sera, durante la trasmissione “Live – Non è la D’Urso”, c’è stato un siparietto decisamente poco gradevole tra la conduttrice e il segretario della Lega, Matteo Salvini. In diretta, di fronte a milioni di spettatori, hanno recitato il Rosario su input dello stesso Salvini che, ad inizio collegamento, ha chiesto alcuni secondi di silenzio per recitare l’Eterno Riposo in memoria dei morti che non hanno avuto il saluto dei loro cari.
In questa idea è stato, purtroppo, spalleggiato proprio dalla conduttrice, di fronte agli altri ospiti abbastanza imbarazzati.
I due, allora, si sono prodotti in un uso indecente e strumentale della religione. Grave l’atteggiamento del leader leghista, capace di lucrare consensi anche su fatti drammatici, ma più grave ancora è stato l’atteggiamento compiacente e complice della conduttrice, che avrebbe dovuto, se non bloccare questa intenzione, quantomeno non dar manforte.
In breve, soprattutto sui social – su Twitter l’hashtag #Durso è balzato in fretta in cima alle tendenze – si è scatenata una rivolta contro il gesto, con condanne piovute da più parti.
Altrove, in un programma dal nome simile, a “Non è l’Arena”, Massimo Giletti, reduce da una settimana di critiche per aver invitato Sgarbi, che aveva contestato il virologo Fabrizio Pregliasco senza, tuttavia, esibire documenti scientificamente validi, ma basandosi esclusivamente su sue congetture personali, ha deciso di reiterare nell’atteggiamento già mostrato al momento di ospitare Sgarbi.
E così, Domenica, in studio, a parlare di Coronavirus, c’era anche Red Ronnie, esperto discografico, indubbiamente, ma certamente poco adatto a discutere di un argomento prettamente medico e virologico.
Non è la prima volta che i due, soprattutto il conduttore torinese, finiscono al centro delle critiche per l’impostazione dei loro programmi, un po’ troppo orientata sullo share e sul cercare la polemica a tutti i costi pur di alzare il tasso Auditel.
Altrove, invece, su Rai Due, a “Che Tempo che fa”, c’era Fabio Fazio che, come ormai da Gennaio, dialogava con Roberto Burioni.
A differenza degli altri due, che trasmettono su reti private, si tratta di servizio pubblico, è vero. Ma, in momenti difficili, l’informazione tutta, non solo quella direttamente al servizio della collettività come la Rai, dovrebbe sforzarsi di compiere un salto di qualità, promuovendo confronti costruttivi tra persone che abbiano conoscenze in materia e approfondendo concetti per il tramite di esperti.
Il servizio settimanalmente offerto da Fazio, che rivolge a Burioni le domande e i dubbi che arrivano dai telespettatori, chiarisce a tutti cosa fare e cosa non fare di fronte alla pandemia in corso.
Servirebbe che in televisione ci fossero molte più trasmissioni come “Che Tempo che fa”: grazie a quelle ciascuno di noi può informarsi e tenersi alla larga da fake news e atteggiamenti poco consoni.
Voi che ne pensate?
Apprezzate maggiormente l’idea di televisione di Fabio Fazio o, tutto sommato, preferite quella più dissacrante e meno impegnata di Barbara D’Urso e Massimo Giletti?