5 giugno 1224
In questa data l’imperatore Federico II di Svevia fondava l’Università Federico II a Napoli. La prima Università statale di tutto l’antico continente.
Maria Catalano Fiore
Indubbiamente una data epocale per tutto l’antico Continente, l’Europa e l’Italia.
Su Federico II di Svevia (1194 – 1250) si può dire di tutto e di più. Lo “Stupor mundi” aveva una enorme cultura ed amava la cultura.
Federico II erede degli Hohenstaufen e di Costanza d’Altavilla, unica erede del regno Normanno, è un bambino che ha quasi da subito, nelle sue mani il vasto Regno di Sicilia e dall’Impero Germanico.
Qualcosa di enorme, separato solo dallo Stato della Chiesa. I suoi titoli sono Re di Sicilia, duca di Svevia, Re dei Romani, Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Gerusalemme. Cresce con l’appoggio di importanti precettori di varie etnie, acquisendo conoscenze scientifiche e cultura molto avanti ancora adesso. Favorevole ad uno Stato centralizzato, lotta contro i feudatari, intende restaurare l’Impero Romano, e promulga, nel 1231, la cosiddetta “Costituzione di Melfi” dove sanciva l’uguaglianza di ogni suddito di fronte all’Imperatore, e una serie di normative considerate tra gli scritti più importanti nella storia del diritto.
Uomo colto ed amante della cultura, si circondò di poeti, letterati, filosofi e scienziati. E’ egli stesso traduttore dal greco di numerosi scritti, compone sonetti, scrive il primo Codice in volgare italiano, sicuramente un precursore dantesco. A Napoli fonda, il 5 giugno 1224, la Prima Università Statale del mondo occidentale.
L’imperatore sceglie la città di Napoli, e non Palermo Capitale del regno, che aveva già una sua Scuola culturale, sia per la sua posizione geograficamente strategica sia per il forte ruolo di potenza intellettuale e culturale che contraddistingue, all’epoca, la città.
In effetti la sua Scuola Siciliana procede a gonfie vele, con l’appoggio anche del suo consigliere Pier delle Vigne, o della Vigna, (1190 – 1249) politico, scrittore e letterato ritenuto, da sempre, uno dei più grandi maestri dell’ars dictandi cioè faceva parte di quella ristretta equipe di notai, letterati e calligrafi, che redigevano documenti, lettere e circolari dell’Imperatore. Tali lettere sono realmente notevoli con contenuti filosofici, teologici e scientifici. E’ sua la lettera circolare che sancisce l’istituzione dell’università napoletana. E’ lui il “regesta imperi” custode dei sigilli imperiali. E’ anche un abile diplomatico. La sua caduta in disgrazia e morte sono ancora da studiare, a detta dell’Imperatore si sarebbe macchiato di corruzione, per poter appropriarsi di vari beni, la questione è ancora aperta. Con una congiura, viene arrestato a Cremona, nel 1249, accecato ed imprigionato, si tolse la vita. Nella Divina Commedia Dante lo colloca negli inferi tra i suicidi nel secondo girone del VII cerchio.
E’ comunque indubbio il suo ruolo culturale e di consigliere nella scelta della città di Napoli come sede della prima Università Statale e Laica. Per facilitarne le iscrizioni Federico II concede facilitazioni di vario genere ed aiuti economici a coloro che volessero frequentarla. La laicità di questa Università sarà un attrito insormontabile per il papato, nei secoli successivi e con le diverse dominazioni, questa peculiarità incide parecchio sul corso di questo Ateneo, sino al degrado seicentesco causato dai bigotti regnanti spagnoli. Subito dopo, però, i Borboni -Asburgo non solo la riportano agli antichi fasti ed importanza, ma aggiungono nuove facoltà, nel 1735 viene creata la Cattedra di Astronomia, nel 1754 di Economia. Durante in ventennio ha una indiscussa priorità su altre Istituzioni statali simili.
Attualmente l’università Federico II di Napoli è la seconda in Italia per numero di iscrizioni e frequenza.
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