“Ad un orologio guasto”, poesia di Olindo Guerrini.
Scritta nel 1897 da Olindo Guerrini, utilizzando lo pseudonimo di Argia Sbolenfi (1897). Spero che in questa giornata, strappi un sorriso a qualche lettrice (ai lettori, penso meno….). “Una giornata senza un sorriso è una giornata persa” diceva Charlie Chaplin. Disegno di
Antonella Chiddo per lavocenews.it.
Gianvito Pugliese
Ripescare l’articolo sul ritorno all’ora solare, con gli orologi a mano da manovrare, mi ha rammentato questa poesia satirica pubblicata verso fine marzo 2020. Ho deciso di riproporvela. I tempi sono bui e una risata non fa di certo male. Ecco riproposto quel testo, buona lettura:
Argia Sbolenfi, alias Olindo Guerrini
“Ad un orologio guasto”
Poi che il pendolo tuo giù penzoloni
Non ha più moto ed impotente stà
E gl’inutili pesi ha testimoni
Della perduta sua vitalità,
Vecchio strumento, m’affatico invano
A ridestar l’antica tua virtù;
Inutilmente con l’industre mano
Tento la molla che non tira più.
Questa tua chiave, che ficcai si spesso
Nel suo pertugio, inoperosa è già;
Rotto è il coperchio e libero l’ingresso
Ad ogni più riposta cavità.
Deh, come baldanzoso un dì solevi
L’ora dolce del gaudio a me segnar
E petulante l’ago tuo movevi
Non mai spossato dal costante andar!
Quante volte su lui lo sguardo fiso
Or tengo e penso al buon tempo che fu.
Se almen segnasse mezzodì preciso…..
Ma sei e mezza!… e non si move più!
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