Addio a Marino Golinelli, industriale e filantropo
E’ venuto meno Marino Gorinelli, industriale farmaceutico, filantropo e mecenate d’eccezione.
Maria Catalano Fiore
Un dispiacere, un vero lutto per tutto il mondo dell’arte, ed anche per l’imprenditoria farmaceutica. Un personaggio unico.
E’ andato via Marino Golinelli, 101 anni di vitalità, fondatore della casa farmaceutica Alfa, oggi Alfasigma, dopo diverse acquisizioni, ha brevettato farmaci avveniristici come il “Salvioli” contro la tubercolosi, il Vessel ed il Normix.
Nato nell’Ottobre del 1920, figlio di agricoltori del modenese, ultimo di cinque fratelli, dopo inizi in chimica e laurea in farmacia nel 1943, a 23 anni, nonostante la guerra ed i bombardamenti. Crea un suo laboratorio, in un locale di fortuna, già nel 1948: l’ALFA Alimenti Fattori Accessori Biochimici. Produce sciroppi, è il periodo post bellico, manca tutto, e lui prepara e consegna damigiane di sciroppo per vari usi. con l’aiuto un collaboratore e la Corriera sino a Bologna. Solo nel 1959 dispone di un locale che si può definire vero laboratorio.
Il laboratorio progredisce, i dipendenti aumentano, la produzione si diversifica. Nel 1979 viene nominato Cavaliere del Lavoro.
Nel 1988 da vita alla “Fondazione Golinelli” che si occupa di educazione alla cultura con l’intento di formare e far crescere imprenditorialmente i giovani artisti. Oggi in Italia questa Fondazione è l’unica all’avanguardia su modello americano.
Nel 2015, a 95 anni, per avvicinare i bambini alle “Bioscienze” nasce “L’Opificio Golinelli“. Sin da bambini devono studiare, appassionarsi, sacrificarsi se occorre, afferma: “La vita è esserci con intelligenza, in modo responsabile”.
Nel 2017 il “Centro d’Arte Golinelli”
“Nel futuro ci aspetta un mondo imprevedibile, completamente diverso dall’oggi, ma dobbiamo prepararci “è il suo mantra “A cento anni si può dire: ho già dato, e invece io dico si può sempre continuare, si può sempre donare”.
E poi l’ARTE. Marino Golinelli era un collezionista d’Arte di fama internazionale. Un amore da sempre condiviso con sua moglie Paola.
Le sue giacche di inconfondibile foggia indiana, con le più preziose sete, lini, cotoni e pietre preziose sono diventate un must, come il suo impegno per il “Teatro Comunale” e Bologna tutta. Il suo contributo al rinnovamento della platea e della Sala Bibiena innanzi tutto, che ora porta i nomi suo e della moglie Paola. L’innovativo progetto dell’ascensore esterno in via di realizzazione. Gesti che dimostrano anche il suo sconfinato amore per la MUSICA.
Attraverso i suoi investimenti sull’ARTE ha dato opportunità ai giovani di sognare e realizzarsi dando loro possibilità incredibili. Un visionario a cui Bologna deve molto.
Ancora qualche mese fa, in piena Pandemia affermava: ” Io credo nell’uomo e nella conoscenza”.
Grazie al suo Opificio ed alla sua Fondazione le sue idee e finanziamenti non si fermeranno.
Sicuramente ha avuto una lunga vita, con sua moglie Paola e i suoi figli sempre al suo fianco, le autorità bolognesi e il Rettore dell’Università lo ringraziano per gli aiuti e le collaborazioni ed auspicano lunga vita a queste sue creazioni.
Il suo funerale si svolgerà in forma strettamente privata. Lo fanno sapere con una nota diffusa congiuntamente la moglie Paola Pavirani, i figli Stefano e Andrea, i nipoti Marino e Stefano, l’Azienda AlfaSigma e la Fondazione Golinelli.
Esprimiamo il cordoglio della redazione e del suo direttore. R.I.P.
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