Addio a Pierre Cardin

Un gigante della moda

Giovanna Sellaroli

Pietro Costante Cardini, alias Pierre Cardin, leggenda della moda e primo
stilista a creare il prêt-à-porter, è scomparso oggi all’età di 98 anni,
nell’ospedale americano di Neuilly vicino Parigi.
Definito lo stilista del futuro, Pierre Cardin ha segnato la moda del novecento, distinguendosi sin dall’inizio della sua carriera come un precursore, un visionario che ha pensato e prodotto tutte le invenzioni “futuristiche” che amiamo oggi.
«Ho sempre avuto la mia testa rivolta al futuro. Ho sempre creato per i
giovani
», diceva di sé lo stilista che ha firmato mise memorabili: dall’abito
nero con collo alla coreana dei Beatles, all’abito a bolle, agli abiti piccoli in
tessuti artificiali, in pvc, con zip o oblò, che hanno persino sottolineato
l’esigenza di libertà della donna.
Sempre proiettato in avanti, la sua personale idea della moda è la veste
cucita addosso alla gente comune, il vestire ispirato alla strada, la rivoluzione di stili e di canoni estetici. Un visionario che per primo ha sdoganato lo stile unisex, ha sperimentato linee e materiali tecnologici, ha creato una collezione a basso costo per i grandi magazzini francesi Printemps.
È il primo couturier a sbarcare nel mercato giapponese, aprendo il primo
negozio d’alta moda in Giappone, nel 1959, a cui fa seguito l’apertura delle
filiali di New York, Londra e Pechino. 
E per primo sfila sulla Grande Muraglia cinese, sfruttando da allora le location più spettacolari per le sue collezioni, dal deserto ai borghi antichi. Tanti primati che si accompagnano anche a una visione e ai modi di fare business, ad un acume per gli affari che lo porta a diversificare il commercio, a inventare le possibilità del branding. Apponendo la propria firma su una serie diversificata di prodotti, dalla ristorazione, all’arte, alla ceramica, perfino alla cartoleria, fino al suo personale spazio espositivo, l’Espace Cardin, lo stilista diviene una icona della moda e della cultura del novecento.


Solo lo scorso settembre, durante la settimana della moda parigina, ha
festeggiato i 70 anni di carriera Pierre Cardin, che nasce il 2 luglio 1922 a
Sant’Andrea di Barbarana, frazione del comune trevigiano di San Biagio di
Callalta, da una famiglia di facoltosi proprietari terrieri e mercanti, finiti in
povertà dopo la prima guerra mondiale.
I genitori, con l’avvento del fascismo, decidono di trasferirsi in Francia
quando Pietro ha solo due anni. A quattordici anni, Pietro, il cui nome era
ormai stato francesizzato in Pierre, inizia l’apprendistato presso un sarto a
Saint-E’tienne e nel 1945 giunge a Parigi, lavorando prima da Jeanne Paquin e poi da Elsa Schiaparelli. 
Rifiutato da Cristobal Balenciaga, il giovane talento diviene primo sarto della maison Christian Dior nel 1947.
Fa passi da gigante Pierre e, solo tre anni dopo, nel 1950, fonda la sua
personale casa di moda che diventa d’alta moda nel 1953.
Un vero genio al lavoro, Cardin è celebre per il suo stile d’avanguardia e per le scelte futuriste e per spingere le sue creazioni sempre oltre: basti pensare che oggi gli stivali alti e gli shorts in tessuto check, in denim distressed, in similpelle lucida, sono i capi proposti per tutta la stagione invernale 2021!
Ecco la rivoluzione. Negli audaci anni 60, egli rompe  i rigidi canoni dell’haute couture, sognando e realizzando una moda ‘democratica’, alla portata di tutti, ma al contempo elegante, al passo con i tempi. Cardin abbandona il rigore britannico per creare una moda portabile, sbarazzina, preferendo così linee e motivi geometrici che ignorano spesso le forme femminili. Crea gli occhiali a mascherina, i pullover-bozzolo; negli abiti ricorre a forme aerodinamiche, motivi geometrici, tagli arditi. Arricchisce  il prêt-à-porter maschile con cravatte a fiori e camicie stampate e nel 1966, disegna la sua prima collezione interamente dedicata ai bambini.
Una mente fervida che spazia dall’ambito strettamente stilistico al design, alla creazione di profumi, porcellane, alle arti, alle creazioni degli abiti per le rappresentazioni teatrali, si pensi ai costumi spettacolari  per il ballo in
maschera organizzato a Venezia da Carlos de Beistegui.
«Per me l’abito è un’opera d’arte. Chi lo indossa diventa una scultura, anche
se il fisico ha qualche imperfezione. Conta solo il vestito. Il corpo è un liquido che prende la forma del vaso»
, afferma il grande stilista.
Ama la mondanità, il mondo del jet set, le bellezze del mondo, Pierre Cardin.
È figlio di un mondo senza confini, lega il suo nome e il suo stile a oggetti di
ogni genere e per ogni dove. L’Espace Pierre Cardin che comprende un
teatro, un ristorante, una galleria d’arte e uno studio di creazioni di
arredamento, diventa anche il luogo preferito per le sue sfilate. Restaura un castello a Lacoste che in passato era stato abitato dal Marchese De Sade, e vi organizza un festival letterario e teatrale. Il castello diventa anche la sua sontuosa residenza.

“Ali e radici”, Pierre ha sempre avuto a cuore le sue origini italiane e in
omaggio alle sue radici venete, è stato il proprietario dello splendido Palazzo Cà Bragadin a Venezia, prediletta residenza dei suoi soggiorni nell’amata città lagunare.
La morte di Pierre Cardin lascia un vuoto non solo nel campo della moda, in un’epoca come la nostra che soffre una certa carenza di personalità così
intellettualmente vivide e lungimiranti. Certamente resta il tesoro artistico e culturale che il maestro ha lasciato, fonte di ispirazione per le giovani
generazioni.

Gusto, eleganza e ricercatezza, i segni grafici di questa firma convogliano
nella direzione del senso estetico.
Ben lontano dall’affettazione, l’ordine, la chiarezza e la cura lasciano
trasparire la raffinatezza e la finezza unite al piacere del bello.
Percepire, intuire, sentire e pensare, lo scrivente possiede la ricercatezza di
chi rimane tenacemente ancorato ai propri punti di vista, in un’armonica
proporzione tra la saggezza nell’atteggiamento, nel comportamento e nel
giudizio. La vivacità intuitiva lo induce a considerare e a scoprire, alla
continua ricerca dell’approfondimento.
Il ritmo intenso delle idee e l’originalità sono frutto di un’attività di pensiero vivida e pronta nell’estrinsecazione delle idee.
La gestione fluida del filo grafico svela la spontaneità nelle relazioni, la
naturalezza, ma anche l’abilità nel trattare affari.
“Ali e radici”, sintesi perfetta che si estrinseca simbolicamente nelle lettere
iniziali di nome e cognome. Le ali rappresentate nel gesto aereo e fluido della lettera P, che si proietta nella zona alta, nel mondo delle idee e della fantasia; le radici, invece, rappresentate dalla lettera C che affonda nel basso, la  zona da cui trae nutrimento la realizzazione e la vita concreta.

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