Addio Donna Assunta
Bastano due semplici parole per indicare una gran donna, non servono cognomi, era lei la memoria vivente di 100 anni di politica italiana, vissuta da leonessa
Maria Catalano Fiore
Non vi nascondo che scrivere di questa donna, che ho conosciuto ed ammirato mi fa un certo effetto. Mi dispiace, sicuramente, ma con la sua morte, con i suoi gloriosi quasi 101 anni, ha portato via la storia vera della politica italiana dell’ultimo secolo, vissuta in prima persona e con cognizione di fatti, nonché una grande cultura.
Il mio primo incontro con lei è stato quasi predestinato: nel 1996 avevo già curato importanti mostre istituzionali per i Beni Culturali, ma mi stavo anche riavvicinando, tra Roma e Bari, agli artisti contemporanei, soprattutto nel cercare di valorizzare gli emergenti. Conoscevo le grandi sale espositive ristrutturate e ben attrezzate di Palazzo Stella di Modugno di proprietà dell’avvocato Colavecchio, ho quindi preso un appuntamento con lui per esporre il mio progetto espositivo: riuscire a convogliare artisti provenienti da molte zone dell’Italia Meridionale verso settembre, in una grande collettiva, per poi portarne parecchi alla grande esposizione prevista presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur, a Roma, dal SNC ad inizio dicembre ed oltre.
Ovviamente la Galleria Unione, che da poco gestivo, era troppo piccola, avevo bisogno dei suoi ampi spazi, ovviamente a costo O…. l’avvocato sorrise e mi rispose: “Figlia mia. hai un progetto così grande e sei così testarda che penso che tu farai questo ed altro, le sale sono tue, inoltrami una richiesta formale per la sicurezza, specifica le giornate e un solo impegno, la pulizia finale, devi lasciare gli spazi come li trovi e non mettere chiodi nei muri, ma utilizzare i supporti esistenti o, se ritieni qualche cavalletto.” L’avrei abbracciato e baciato, ma sono riuscita a contenere l’entusiasmo. Bene uscita dal suo ufficio ancora con adrenalina in circolo, mi sono fiondata nello studio, non lontano, dell’onorevole Polizzi che ho investito con un fiume di parole. Polizzi tra il serio e l’ironico….”Ti ha detto si? bene, dimmi quando e per l’inaugurazione vengo io, se c’è Pinuccio (Tatarella) e la solita corte di politici e consorti che fanno una gran scena e attirano la gente“, io si va bene ma io voglio una madrina, tagliare il nastro di apertura, che dica qualcosa di sensato, un giro fra le opere ecc….”Non preoccuparti fissa le date nel periodo in cui Donna Assunta sarà a Bari, vedrai che andrà tutto benissimo!”
Questa la prima volta che ho incontrato Donna Assunta, molto garbata e competente, soprattutto educata con tutti noi sconosciuti, un piccolo buffet dolce allestito da una pasticceria di Modugno (Pasticceria 2000, ovviamente come sponsorizzazione, che mi fece fare davvero un figurone e che ancora ringrazio, anche per altre occasioni). Ci siamo riviste poi a Roma, al congresso di Fiuggi, a quello di Chianciano, a cena e persino ad una cena organizzata da Gianfranco Fini in un Ristorante, in zona Verano dove ero accompagnata dal mio amico Lando (Buzzanca) ho rivisto tanti iscritti del MSI, che si trasformavano molto a malincuore in AN, come Francesco Moser, con il quale avevo partecipato al “Premio Fontane di Roma” all’Excelsior o Nino Benvenuti, seduti al tavolo con noi.
Donna Assunta era seduta al tavolo centrale con Fini, la sua ex moglie e sua figlioccia Daniela, Pinuccio ed altri, ma l’atmosfera era seria. Ad un tratto Donna Assunta si è allontanata e passando, nel salutarmi disse “Figlia mia questo succede quando cresci un Delfino in casa e poi ti accorgi che era un Pescecane“. Aveva ragione, i fatti dell’estate successiva lo hanno confermato. Quella sera il Pescecane aveva ingoiato la parte migliore della Destra Italiana, la morte prematura di Pinuccio Tatarella diede il colpo di grazia al resto.
Scusate la premessa logorroica, ma volevo solo farvi sapere quanto io ho stimato questa donna: una Gran signora sempre!
Ed una gran signora, nobile, lo era davvero Raffaella Stramandinoli, detta Assunta, nata il 14 luglio 1921 a Catanzaro, morta oggi 26 aprile a Roma serenamente e circondata dall’amore di tutti i suoi figli.
Moglie del Marchese Federico dè Medici e poi dell’on. Giorgio Almirante, fondatore e leader storico del Movimento Sociale Italiano.
Assuntina, giovanissima, per volere famigliare sposa il Marchese Federico dè Medici, 21 anni più anziano di lei, dal quale ha avuto tre figli: Marco, Marianna e Leopoldo.
Nel 1952 conosce a Roma l’allora deputato Giorgio Almirante e si separa dal marito. Dai due nasce nel 1958 Giuliana, che porta il cognome dè Medici perché il Marchese la riconosce per evitarle la spiacevole etichetta di “figlia illegittima”.
Solo dopo la morte del Marchese, Assunta sposa, nel 1969, Giorgio Almirante in Chiesa con “matrimonio di coscienza”, poiché non era stato ancora introdotto il divorzio e anche lui era legato da un precedente matrimonio civile, aveva divorziato in Brasile e dal quale era nata nel 1949, una figlia, Rita Almirante.
Questa irregolare posizione viene portata addirittura in dibattito alla Camera durante i contenziosi sulla legge del divorzio.
Nel 1987 viene eletto segretario dell’MSI il giovane Gianfranco Fini appoggiato da donna Assunta che aveva sposato la sua figlioccia Daniela. La morte di Almirante non riduce affatto le ingerenze politiche, nel partito, di donna Assunta.
Fortemente critica nella “Svolta di Fiuggi” del 1995 e poi nel traghettamento verso Alleanza Nazionale, ancora nel 2007 partecipa alla “Destra” di Francesco Storace. Nel 2009 è in TV in: “Otto e Mezzo – Donna Assunta la memoria della Destra”.
Ancora Intervista di David Perluigi “Donna Assunta: Fini ha tradito” su Il fatto quotidiano 8 settembre2010. Dopo decide di non rilasciare più interviste per evitare terremoti politici.
Riposa in pace Gran donna. Molto bella la sua biografia di Domenico Calabro‘ prefazione Giuliano Ferrara.
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