Adriana Ostuni
Due disegni per rappresentare novembre
Gianvito Pugliese
Avendo chiesto ad Adriana Ostuni una sua rappresentazione di novembre, mi ha mandato i disegni (da favola) di due alberi che vi posto qui sotto.
Non posso non ripetermi nel dirvi che, Adriana è la mia poetessa preferita, soprattutto le sue sillogi brevi sono belle al punto di far accapponare la pelle, e lo dico non in senso figurato, mi sono infatti ritrovato leggendole, la pelle d’oca sulle braccia, resta un’artista a 360° e i suoi disegni che ho visto accompagnare talvolta le poesie o i racconti, non sono da meno degli scritti.
Mi azzittisco per un attimo e li posto.
Ora due parole di commento anche se mi tremano leggermente i polsi. Recensire un concerto o uno spettacolo teatrale mi fa giocare letteralmente in casa, commentare un racconto o una poesia lo affronto con discreta sicurezza per una vocazione naturale sviluppata fin dal tempo del liceo classico. E’ un paradosso essendo io, in quanto giornalista, allievo dell’immenso Michele Campione, eclettico come nessun altro, ma che giustamente era considerato l’unico vero critico in Puglia di arti figurative.
Michele mi ha sempre spinto anche in quella direzione, ma è un campo che mi rimane parzialmente ostico. Perdonatemi dunque se non saprò essere all’altezza del solito.
Andiamo ai due disegni del novembre. Parto dai punti che li accomunano. Gli alberi non più rigogliosi, il primo vicino al reale ed il secondo orientato al fiabesco. Ho sempre affermato che nell’artista Adriana prevale sempre la vena dell’ottimismo e della positività ed anche nel “triste” novembre è possibile riscontrarla e accomuna i due disegni. Nel primo ravviso, intatti, una strada, dove si posano le foglie secche, una strada di cui non vediamo né l’inizio, né la fine e neanche luoghi da raggiungere. Sembra rappresentare la strada della vita, irta di sorprese, più forte del letargo autunnale della natura.
Nel secondo la fantasia di Adriana esplode in tutta la sua visione fiabesca, che accompagna diversi suoi scritti. November Tree, l’Albero di Novembre, si accinge a godersi il meritato riposo invernale, ma prima si schiude in un tripudio di nuvole, per nulla minacciose che osservano cadere foglie simili a stelle ed alzarsi note armoniche che vincono qualsiasi nostalgia.
Devo solo aggiungere che Adriana mi aveva mandato i due disegni perchè ne scegliessi uno: non c’è l’ho fatta a scartarne uno. Ognuno dei due aveva in se qualcosa di raro e prezioso che spero di aver colto, almeno in parte, e trasmesso ai miei lettori.
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