Alda Merini

Alda Merini

Gianvito Pugliese

Alda Merini

Amai teneramente dei dolcissimi amanti

senza che essi sapessero mai nulla.

E su questi intessei tele di ragno

e fui preda della mia stessa materia.

In me l’anima c’era della meretrice

della santa della sanguinaria e dell’ipocrita.

Molti diedero al mio modo di vivere un nome

e fui soltanto una isterica.

Alda Merini

Una poesia autobiografica delle grande Merini tratta da “La gazza ladra”-venti ritratti. Ormai dopo tante poesie pubblicate e commentate abbiamo, Voi ed io imparato a conoscere la grande poetessa, per quanto sia possibile conoscere l’animo poliedrico di un’artista di quello spessore.

Non meraviglia che l’Autrice sveli senza remore di aver “teneramente amato dolcissimi amanti” in maniera baironiana, da “amo le rose che non colsi”. La ragnatela che tessé per intrappolarli si rivelò solo una trappola per se stessa e per i propri sentimenti.

Li amò con le mille sfaccettature della mutevole sua personalità che va dalla meretrice alla santa, dalla sanguinaria all’ipocrita. Ma il mondo non comprese nulla del suo tormento. della sua sensibilità, degli amori negati e la definì solo un’isterica.

Non posso esimermi dall’evidenziare quanto in questa poesia viva e si manifesti, mettendosi a nudo, l’eclettica personalità della Merini e dalla dolcezza del suo amore puro e platonico, non consumato. ma solo per circostanze negative della vita, si arriva alla crudezza del giudizio “isterica”. Bastano poche strofe, addirittura poche righe per passare dall’uno all’altro sentimento.

Una poesia in cui la grandezza dell’artista viene fuori in tutta la sua possanza.

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