Allarme su bullismo e cyberbullismo.
Il 61% dei giovani intervistato se ne è dichiarato vittima.
GP
Sono davvero feroce nell’esprimere tutto il disgusto che provo per quegl’individui che cercano di far passare le ong., le organizzazioni di volontariato, sensibili al sociale, alla difesa degli ultimi, invisibili in primis, coma una combriccola di associazioni a delinquere finalizzate a lucrare su quei fenomeni. Intendiamoci, il furbastro c’è ovunque e non è tutto oro quello che riluce, ma da questo, a generalizzare e bollare tutto il settore, il passo è gigantesco.
Perchè questa premessa? Per la semplice ragione che mi sarei aspettato dalla possente macchina statale e degli enti regionali e territoriali che si fosse lanciato l’allarme per le dimensioni che hanno raggiunto bullismo. cyberbullismo e revenge porn.
Sarò io distratto e poco attento, ma non una sola parola mi è capitato di leggere su questi argomenti scritta o pronunciata da assessori regionali e comunali al welfare, enti statali che operano nel campo, assistenti sociali. Tanto per cambiare sono ong. o meglio enti privati no profit che hanno la sensibilità che li spinge a prestare attenzione a fenomeni sociali a dir poco devastanti.
Osservatorio Indifesa 2020 di Terre des hommes e Scuolazoo denunziano che il 61% dei giovani afferma di essere vittima di bullismo o di cyberbullismo, e il 68% di esserne stato testimone. Sei adolescenti su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro online. L’incubo maggiore per le ragazze è il Revenge porn (52,16%). Il Covid ha moltiplicato l frequentazione di internet in particolare per i giovani.
Siamo alla vigilia di due giornate importanti: il 7 febbraio la Giornata Internazionale contro il Bullismo ed il 9 febbraio il Safer Internet Day. Ma bastano? Servono a destare attenzione e coscienze, ma state certi che passato lo santo passata la festa. Il 10 febbraio si tenderà a girare pagina. I problemi sono tanti e c’è sempre qualcosa di più urgente e pressante.
Qui. care lettrici e amici lettori, non è questione di bazzecole, sono reati e pure pericolosissimi. Non occorre essere uno scienziato per capire che certi traumi in età prematura possono lasciare effetti indelebili che condizioneranno vita e comportamento di una quantità impressionante di futuri adulti.
Occorre davvero uno sforzo congiunto di tutti coloro che sono preposti al settore, della polizia postale, dei gestori di social, dei magistrati e dello stesso legislatore. Quei dati sono da allarme sociale ed il fatto che non provengano da enti pubblici, “in tutt’altre faccende affaccendati”, non toglie nulla alla loro importanza ed alla pericolosità che ci documentano.
Noi de lavocenews la nostra particina l’abbiamo fatta e continueremo a farla, non è la prima volta che ci occupiamo del fenomeno e non sarà l’ultima, ma da soli possiamo fare assai poco se non nulla. E’ il caso di farsi sentire in massa con la forza e l’energia che la gravità della denuncia reclama.
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