Andrea Pazienza: ritrovato un suo Murales
Il ritrovamento di un suo lavoro giovanile riporta alla luce Andrea Pazienza, uno dei migliori disegnatori italiani, dimenticato da tanti, ma un Cult per chi è del settore.
Maria Catalano Fiore
E’ notizia di questi giorni il ritrovamento, a San Menaio (frazione di Vico del Gargano) nella sua ex casa estiva, di un murales eseguito in epoca giovanile, l’opera era stata ricoperta da pittura e risale ad almeno 50 anni fa. (ANSA e Artribune)
Si tratta di un abbozzo per un murales ironico caricaturale della scuola e di un suo professore che si è riconosciuto, prof. Sandro Visca, del liceo artistico di Pescara, amico ed ispiratore di tanti fumetti di Andrea Pazienza, detto anche “Paz”.
Gli attuali proprietari, subentrati nel 2003, se ne sono accorti eseguendo dei lavori.
E’ una prova giovanile, ma ben precisa di quello che era la vera passione di Andrea e preparatoria ai suoi disegni fumettistici per più accurati e dai significati più profondi. Questo è un semplice dipinto eseguito con bombolette blu e rosse sulle pareti di quella che era la sua stanza. Svastiche e fascio littorio sono trattati con la massima ironia attraverso scritte varie e una in dialetto “Ca t pozzn accid”.
Certo che non si può ridurre Andrea Pazienza ad un semplice fumettista è stato molto di più. Un vero artista disegnatore e pittore ritenuto uno degli innovatori del disegno italiano del 900.
Andrea nasce a San Benedetto del Tronto, provincia di Ascoli Piceno il 23 maggio del 1956, muore a soli 32 anni a Moltepulciano d’Abruzzo il 16 giugno 1988. I suoi genitori erano Enrico, originario di San Severo (FG) e docente di Educazione artistica, e Giuliana De Cretico, docente di Educazione tecnica.
La famiglia risiedeva stabilmente a San Severo, anche se entrambi i genitori insegnavano a San Benedetto, nel fine settimana erano sempre a San Severo e durante il periodo estivo a San Menaio. A 12 anni, dopo le medie, Andrea si trasferì a Pescara per studio, rientrando a San Severo per i fine settimana dove ha lasciato varie tracce della sua genialità, realizzando anche delle scenografie per il locale Teatro Verdi.
A Pescara si iscrisse al Liceo Artistico e strinse una sincera amicizia con il fumettista Tanino Liberatore. E’ con lui che creò i suoi primi fumetti ed anche dipinti. Dal 1973 espose i suoi primi lavori in collettive varie, nel 1974 si iscrisse al Corso di Laurea del DAMS di Bologna. Ma abbandonò gli studi alle soglie della Laurea vivendo gli anni della contestazione bolognese del 1977, che fanno da sfondo al fumetto “Le straordinarie avventure di Pentothal” pubblicato dalla casa ed. Alter nel 1977.
Entrò a far parte di numerose riviste sperimentali di fumetti per adulti di genere umoristico-satirico sino a fondare nel 1980 il mensile “Frigidaire”.
La collaborazione con Frigidaire rivela un Pazienza prolifico, per quanto insofferente alle scadenze e pressioni editoriali anche se nei soli primi mesi realizzò disegni per decine di storie in bianco e nero, a colori e con tecniche miste. Tra i personaggi L’Ispettore Stella, il Presidente Pertini per un album speciale (disegnato in tre giorni disse Pazienza).
Realizzò anche copertine di dischi, un calendario, alcuni poster e spot grafici.
Si dedicò anche all’insegnamento presso la “Libera Università di Alcatraz”, a Gubbio, fondata da Dario Fo e coordinata dal figlio Jacopo.
Tenne un importante Corso di grafica a Bologna sino al 1984, esperienza di insegnante che confluì nei disegni e nella pubblicazione del “Romanzo a fumetti: Pompeo”.
Senza limitarsi al fumetto, in questi anni firmò anche manifesti cinematografici tra i quali “La città delle Donne” di Federico Fellini nel 1980.
Indubbiamente in questi anni incontrò una grande fama grazie al suo genio, ma contemporaneamente si avvicinò, come tanti della sua generazione, alle droghe pesanti, in particolare all’eroina, alternando periodi di distacco. Ben presto viene bollato come “tossico” come riferì in una intervista del 1984 a Red Ronnie. Viene lasciato dalla sua fidanzata storica Elisabetta Pellerano musa ispiratrice di tanti disegni.
Apparentemente disintossicato si trasferisce a Montepulciano d’Abruzzo dove conobbe la fumettista Marina Comandini e un anno dopo la sposò.
Nel frattempo continua le sue collaborazioni con le più importanti riviste di fumetto, soprattutto con “Linus” ed al mensile “Tango” supplemento del quotidiano “L’Unità”. Collabora alla sceneggiatura de “Il Piccolo Diavolo” di Roberto Benigni. Benigni gli dedica tutto il film uscito postumo.
Nella notte del 16 giugno 1988 morì improvvisamente a Montepulciano d’Abruzzo, ancora mistero sulle cause reali della sua morte, mai rivelate dalla famiglia.
Pochi giorni dopo fu inaugurata a Peschici, sul suo Gargano, una mostra programmata con opere anche di suo padre Enrico. E’ sepolto nel cimitero di San Severo secondo le sue richieste solo terra e un albero sopra. Questo desiderio fu ricordato da sua madre durante l’orazione funebre. Una pietra indica il suo nome.
Una sua biografia postuma. Abbiamo perso un genio che vale la pena ricordare e pubblicare anche i tanti disegni e storie che ha lasciato.
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