Anni ’20 del 1900 a Roma
Roma è diventata ormai Capitale del Regno d’Italia, ma resta sempre urbanisticamente disordinata, soprattutto oltre il centro cittadino.
Maria Catalano Fiore
In copertina un aspetto di Roma negli anni di inizio ‘900, mostra l’incuria in cui versavano i monumenti, buoni da secoli solo per recuperare marmi, decorazioni, pietre da costruzione.
Durante i secoli del governo della Chiesa, ai vari Papi importava solo l’arricchimento architettonico di Chiese e dei loro palazzi o tombe. Le vestigia del passato, saccheggiate più volte erano emblemi pagani, alla gente si raccontava dei martiri cristiani, non di Roma Capitale Imperiale di tutto il mondo allora conosciuto.
Dopo l’Unità d’Italia, i Papi dal Vaticano continuarono la loro vita, preti, monsignori e cardinali continuarono ad abbellire i loro Palazzi circondati da giardini, orti ed anche campi a volte. Per cui la città di Roma cresce in maniera disorganizzata e gravita intorno a questi importanti palazzi.
Dopo l’Unità d’Italia, nel 1861, i Re Savoia si trasferiscono prima a Firenze, poi a Roma, nel barocco Palazzo del Quirinale nel 1870 (residenza papale dal 1605 al 1870), ma non ne furono entusiasti; i regnanti Sabaudi preferivano la loro vita quasi ritirata di Torino, mente ora i compiti diventavano più gravosi.
La regina Elena stessa, arrivata a Roma nel 1871, decide di occupare con la sua famiglia e corte solo l’ala ovest del Quirinale, più appartata e di lasciare il resto alle cerimonie ufficiali del regno, che poco le appartengono. Il Quirinale del resto è una delle residenze presidenziali più grandi al mondo con una superficie di 100.500 mq. Si consideri che la Casa Bianca occupa una superficie pari solo ad 1/20. Incalcolabile il valore delle opere d’Arte che lo corredano.
Roma è una città che, comunque, comincia ad evolversi, intorno a Piazza di Spagna e piazza del Popolo, già trasformate nel 700 da rupi scoscese in scalinate, tra Palazzi, (ricordiamo il progetto dell’architetta Plautilla Bricci per la scalinata di Piazza di Spagna, formata all’epoca solo da cumuli di terra, dove pascolavano le capre, ma firmato, ovviamente, da suo fratello Francesco). In quella zona non abitano più solo artisti e componenti di corporazioni, ma si è affacciata la ricca borghesia.
Borghesia che esige case più spaziose, nuove, con servizi igienici adeguati. Pare che il problema atavico di Roma sia sempre stato l’acqua a cui sopperivano le fontane, le fogne….e, inevitabilmente, la spazzatura.
Quindi si mette mano a nuovi quartieri periferici: sugli altri colli della città nasce così la “Garbatella”, che ha festeggiato nel 2020 i suoi 100 anni. La posa della prima pietra. da parte di re Vittorio Emanuele III. avviene in Piazza Benedetto Brin il 18 febbraio 1920. Definita anche città giardino, formata da una serie ordinata di villini a due piani con uno spazio adibito a giardino sul davanti, spesso appaiati ad altri, bifamigliari, ma con ingressi indipendenti.
A volte costruzioni più complesse, con negozi vari a piano strada e ingressi sempre separati per i vari inquilini.
In quel periodo sorge anche il quartiere residenziale di Montesacro, che si sviluppa intorno alle rive alberate dell’Aniene, un fiume attraversato dal secolare Ponte nomentano, che gli conferiscono quasi un aspetto medioevale.
Altro quartiere Monte Mario, posto su un’altura di 139 m. di altezza, sulla destra del Tevere, attraversato dalla via Trionfale. Da quella collina si svilupperanno poi i quartieri della Balduina, della Cassia e della Flaminia. La zona costruita per prima è ora detta Monte Mario vecchia. In questa zona si trova Villa Madama, la villa medicea decorata da Raffaello Sanzio ed Antonio da Sangallo, ora sede del Senato.
L’Urbe si amplia ma non ancora con uno schema definito, questa è qualcosa che i governatori dell’epoca non comprendono. Mentre l’Urbe romana si fonda su un preciso reticolo funzionale di strade intorno ad un cardo e un decumano, reticolo rispettato anche nei borghi più piccoli o negli accampamenti militari, con due strade importanti, intorno alle quali costruire le abitazioni. Ora sono le abitazioni che si adeguano al suolo, formando quartieri a se stanti e distanti.
Arrivano le prime macchine che si sostituiscono man mano ai carrettieri o i conducenti di carrozzella, Si forma un servizio urbano di autobus.
Ma comunque vengono classificati “Anni Ruggenti” genericamente e per vari motivi, ma la capitale, Roma ruggirà davvero solo negli anni 30, poi la nuova guerra, distruzione e ricostruzione, ma anche il boom economico non risolverà i suoi problemi urbanistici, come si vede a tutt’oggi.
Una vera soluzione …..ben lontana….
Anche in Italia, soprattutto nelle grandi città già industrializzate del Nord, poi Roma e il Sud comincia l’emancipazione femminile: inizia la moda della “Maschietta”, ma non “Flapper” tedesche. Sono ragazze o donne più disinibite, con capelli corti che lavorano, sono indipendenti e nel fine settimana frequentano le sale da ballo.
Molte donne lavorano in sartorie o sono nel commercio, il mestiere più ambito è la commessa in negozi di lusso in centro, frequentati da personaggi importanti. Alcune saranno notate e faranno da modelle, attricette o attrici vere, altre faranno matrimoni invidiabili.
La guerra sta per svalutare la moneta in tutta Europa, poi nel mondo, con il venerdì nero. Cominciano a vedersi i primi “Saldi”, in questi negozi lavorano anche ragazzini come fattorini o magazzinieri.
In arte il Futurismo assume un carattere d’assoluta importanza, incoraggiando fortemente il progresso e la modernità, le innovazioni tecniche, ma anche un pericoloso “interventismo” che lo decimerà.
Infatti. sul finire degli anni 20 molte ferite saranno da rimarginare, milioni di giovani vite perse, anche tra i civili inermi delle zone interessate. Le donne con il loro lavoro, anche pesante, risolleveranno l’economia della nazione e cosi continueranno per sempre.
La Pandemia della “Spagnola” completerà il quadro del disastro.
Ma, mentre con l’arrivo della dittatura la Germania subisce un blocco totale, negli anni 20, dopo la marcia su Roma e l’entrata nel governo di Benito Mussolini, l’Italia riceve una spinta verso il progresso. Mussolini è un giornalista socialista, con alle spalle una gran donna, Margherita Sarfatti, e sua moglie, Donna Rachele, una maestra molto intelligente che saprà tener testa al marito.
Mussolini comprende che le prime esigenze dello stato sono l’istruzione obbligatoria, una disciplina scolastica, abitazioni popolari, lavoro, pensioni e soprattutto fa bonificare intere aree malsane del paese per renderle fertili ed edificare nuove città moderne e vivibili come Sabaudia e Latina.
A Roma nasce il quartiere EUR e delle enormi strade di raccordo tra le diverse zone come la Cristoforo Colombo. Zone fatiscenti vengono abbattute, si ristabilisce un sistema fognario e nasce una Società, l’ACEA, per il controllo delle acque.
Con il progredire del Cinema, diventato anche sonoro del 1927, nel 1936 viene posta la prima pietra per gli stabilimenti di Cinecittà. Una svolta economica enorme per la città, con 400.000 mq di spazi per produzioni varie al centro di Roma. In 80 anni di Storia 3000 film hanno preso vita in questi spazi di cui 51 premiati con l’Oscar, qui sono stati realizzati anche alcuni tra i più grandi kolossal americani.
Ma questo è un discorso che ricade sotto la “Politica del ventennio”, da fare a parte, senza faziosità. Solo dati. I migliori architetti italiani del ‘900 anno operato nel ventennio.
E a Bari cosa succedeva nei primi vent’anni del 900? Alla prossima.
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