Auguri agli sposi!

In bocca al lupo cari Mariacristina e Riccardo. Si dice di solito “e figli maschi”. Non condivido “e figlie e figli sani, forti. Sappiateli educare!” Questo l’augurio.

GP

Ieri sono convolati a giuste nozze (“perché poi siano giuste non si sa, e qualcuno forse me lo spiegherà”) Mariacristina Marra e Riccardo Tosetto. Rito civile officiato dalla Sindaca di Putignano Luciana Laera.

Il papà di Mariacristina ha scritto per la figlia “Fino a ieri pupa di papà, oggi fior d’arancio, abito bianco …….” Questi versi che trovo davvero belli. Sono ad un tempo commoventi e spiritosi, com’è l’autore, poliedrico, socialmente -più che politicamente- impegnato. Non per altro è stato un opinionista di questa testata. Un’apparente negazione in termini del suo mestiere (in realtà professione) nel quale è bravo come pochi. Che mi toccasse fare il titolo del “pezzo” ci sta, ma che dovevo titolare pure la poesia, non era previsto…… “se lo trovate banale, scusate il peccato veniale.”

A Mariacristina.

Paolo Marra (papà)

Ti giri, ti volti, ti rigiri e guarda che succede:

la vita inesorabile ti prende in contropiede.

Fino a ieri pupa di papà, oggi fior d’arancio, abito bianco e scambio di fede.

Quando mi sussurrasti: “ti devo dire una cosa, papino”

e mi annunciasti col tuo solito sorrisino:

“vado in sposa ad un vicentino”,

mi vedesti confuso più di quanto io non fossi,

di Vicenza conosco solo il Lanerossi,

la squadra che fu di Cinesinho, Vinicio e Paolorossi.

Ti domandai di un po’ perplesso, tenendoti la mano:

“come farete, lui veneto, tu pugliese lassù a Milano?”.

“Papi, di che t’inquieti? Ci penserà l’amor sovrano”.

Allisciandomi il mento poi ti chiesi: ma lo comprenderà il barese?

Se gli dici “camiin vattìn”, capirà “lascia stare, sii cortese”?

E tu lo sai già che significa “va in ciuppese”?

Ma si, qualche dissidio un giorno o l’altro ci sarà.

Forse bisticceremo per un primitivo che sul pesce non ci va,

però ci accorderemo, stanne certo, per un Barbarano ottimo sul baccalà.

Tranquillo papi, sa ben che son terrona.

Scommetto che quando scenderemo al sud via Ancona,

torneremo al nord con quella bella tiella che tanto lo appassiona.

Non ci ha spaventati la pandemia,

figuriamoci se ci preoccupa chi grida autonomia.

Qualcuno lottò e scrisse: “Italia una e indivisibile”. Così è e così sia.

Che credi, anche qui ci son gl’immigrati, gialli e neri, bianchi e colorati.

Siam tutti uguali, accolti ed integrati.

Pensa te, persino dalla lega aggregati.

Forse non lo ricordi più,

ma “la rot’aggir p’ tutt” l’hai sempre detto tu

ed hai ragione: la ruota è ballerina, gira per me e gira per te, gira all’ingiù

e gira all’insù.

Come sai anche i nonni mi han cresciuta,

fra baci e abbracci son vissuta.

Non ho dimenticato, e non dimenticherò: con voi giammai mi son perduta.

Perciò, quando al pargoletto toglieremo il biberon

e i suoi amichetti si chiameranno Zanon e Marangon,

a Bari, te lo prometto, anche per te strillerà: “auand auand u’ nonn”.

Ndr. Cari Mariacristina e Riccardo, scusate anzitutto il ritardo, ma -scaramantico com’è- è stato Paolo a chiedermi di pubblicare solo oggi. Perchè dell’immagine? Con l’augurio della Redazione Lavocenews.it e mio che il vostro amore sia come quell’albero, dalle radici forti, che resiste a tutto anche oltre la durata della vita umana. Un dono vi facciamo (la redazione ed io, non uso mai il plurale maiestatis) e ve lo manderemo, tramite Paolo: una copia della poesia l’Ulivo di Michele Campione. Quando la leggerete comprenderete bene l’autentico significato di quella immagine.GP

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