Biennale di Venezia 2022

La Biennale 2022 è dedicata al “LATTE DEI SOGNI”, scopriamolo…..

Maria Catalano Fiore

Non sono mancate le polemiche prima e dopo l’apertura di questa edizione della biennale di Venezia, ovviamente. Quest’anno accentuate dalle proteste e poi ritiro degli artisti russi, dalla conferma, ed alla dedica speciale, invece degli ucraini.

L’arte non ha paese e non ha confini, rappresenta le guerre, ma non fa guerre. L’arte deve essere al di sopra degli stereotipi. Il ritiro dei russi in campo artistico, come in campo sportivo mi sembra alquanto inopportuno.

Il titolo della Biennale 2022 è “Il Latte dei sogni” dal 23 aprile sino a domenica 27 novembre 2022.

4 artiste ne interpretano il titolo

“Un mondo magico nel quale la vita viene costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé” è quello che Cecilia Alemani Direttrice e Curatrice della 59° Esposizione d’Arte Internazionale vuole realizzare in questa nuova Biennale di Venezia.

In una intervista di introduzione all’evento, pubblicata da Artribune di aprile, la Alemani racconta da dove scaturisce questo titolo Il Latte dei Sogni”. Tra i tanti suoi cataloghi sulle passate Biennali, ne ha uno: “Catalogo della XXIV Esposizione Internazionale di arte del 1948già appartenuto ad una studentessa d’arte di nome Lucia. Lucia ha studiato su quelle pagine, ha visto le opere esposte e ha appuntato a margine molti commenti piuttosto attuali ed intelligenti.

Tra questi appunti due hanno colpito molto la Alemani Dove sono le donne?” e “la carne maledetta“. Dopo 74 anni è a Lucia che la Biennale finalmente risponde con una numerosa presenza di donne artiste.

La scelta è stata felice: artiste note e meno note, italiane e straniere da Paola Rego, Claude Cahun, Carol Rama, Leonor Fini, Dorothea Tanning, RemediosVaro, ed altre ancora. in un tripudio di forme e colori.

Sempre intrigante l’ingresso alla Biennale, nei suoi affascinanti padiglioni sulla laguna. Sia all’esterno che all’interno nel suo arredamento apparentemente minimalista, ma molto curato.

Padiglioni vari, chiarificatori di situazioni sociali e luoghi: l’arte ha un profondo riflesso sul sociale e viceversa.

La Biennale, in pratica, include 191 artiste e 22 artisti provenienti da 58 nazioni. Sono 26 gli italiani, con uno Stand dedicato esclusivamente a Gian Maria Tosatti, 1433 le opere in totale.

L‘arte è uno specchio sociale premonitore, nel 2017 nel Padiglione Ungherese l’artista Zsolt Petranyi già dipingeva un arcobaleno di pace e di accordo tra due zone che già erano in una guerra silenziosa, ma che in questi anni ha procurato 14.000 morti.

Ovviamente lo sguardo focalizza lo stand dell’Ucraina e su una installazione a cura di Borys Filomenko, Lizaveta German, Maria Lanko, realizzata in collaborazione con l’Ukrainian Emergency Art Fund (UEAF) e della Victor Pinchuk Foundation.

Gli allestitori ucraini

Particolare il suo effetto di impatto, ovviamente sul tema guerra , immagini belle, e anche ….meno…. particolarmente interessante l’immagine all’ingresso. Ospitato negli spazi della scuola grande della Misericordia, offre immagini toccanti, ma non solo.

Takashi MuraKami esegue un’opera nei toni del giallo e del blu della Bandiera Ucraina, delineando una marea di teschi alternati da fiori, fiori di pace, fiori perduti, vite sfiorite……

Un’opera colpisce in maniera forte:

Opera di Damien Hirst – “This is Ukraine: Defending Freedom”

Una madre ferita, sfregiata rattoppata che cerca ancora di preservare il bimbo che ha nel grembo, un bimbo che merita di vivere e vivere in un mondo migliore.

Di contro il padiglione russo chiuso e sorvegliato.

Padiglione russo vuoto e sorvegliato

Un vero schiaffo alla cultura, uno spreco inutile…. Le critiche sono state tante e non solo su questo,……….

Belle alcune partecipazioni ed allestimenti: notevoli lo spazio arabo-siriano, dell’Arabia Saudita, Argentina, Australia, Austria, Particolare l’allestimento della Repubblica dell’Azerbaijan, la Repubblica popolare del Bangladesh, Palestina che propone grandi tele con ampi paesaggi sereni, davvero molto belli.

Paesesaggio palestinese del Sud

Quest’anno cinque nuove partecipazioni: Camerun, Namibia, Nepal, Oman e Uganda, mentre altri tre Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan sono presenti con un loro proprio padiglione.

La giuria internazionale composta da Adrienne Edwards (presidente)USA docente universitario; Lorenzo Giusti: Direttore del GAMeC di Bergamo, storico dell’Arte; Julieta Gonzales Storica e direttrice brasiliana; Bonaventure Soh Bejeng curatore, storico, biotecnologo del SAVVY di Berlino; Susanne PLeffer storica e direttrice del Museo di Francoforte.

Una Giuria Internazionale, altamente competente, ha assegnato, per questa edizione vari Premi. La 59°Esposizione d’Arte de la Biennale di Venezia ha assegnato il Leone d’oro per la miglior partecipazione nazionale alla Gran Bretagna e quello per la miglior partecipante alla Mostra Internazionale “Il latte dei sogni” a Simone Leigh.

Simone Leigh afroamericana, nata nel 1967 a Chicago, rappresenta il Padiglione USA. La Leigh decostruisce lo stereotipo della cultura africana e della donna nera creata dal colonialismo americano, ad esempio le grandi sottane femminili nelle sue opere diventano sculture. Lo stesso padiglione ha il tetto ricoperto di paglia come le capanne.

Leone d’argento all’artista libanese Ali Cherri ma che vive e lavora a Parigi che presenta delle opere multimediali.

Leoni d’Oro alla carriera sono stati assegnati all’artista tedesca Katarina Fritsch e all’artista cilena Cecilia Vicuna, i cui lavori sono già da tempo esposti al MAXXI di Roma.

Tante le nazioni partecipanti ed i padiglioni, ma abbiamo tempo sino a Novembre per esaminarli uno per uno e valutarli.

ITALIA: Gian Maria Tosatti

L’Italia, come anticipato, tempo fa, presenta un unico artista in tutto il suo vasto padiglione Gian Maria Tosatti, su progetto di Eugenio Viola; lo esamineremo con calma.

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