Coriandoli
Diamo per scontate tante cose, anche cose effimere, ma per tutte c’è un motivo….un perché.
Maria Catalano Fiore
Coriandoli di Carnevale, piccoli pezzetti di carta per far festa…e per innervosire chi, dopo, deve ripulirli, piccoli e sfuggenti.
Come nascono, da cosa deriva il loro nome … Il loro nome, ed origine, derivano dal fatto che, a partire dall’epoca rinascimentale, prende il via l’usanza di lanciare, durante festeggiamenti o il Carnevale, sulla folla mascherata, semi di granoturco, petali di fiori, gusci d’uovo, monete.
Pare che l’uso di lanciare petali di fiori e monetine sugli sposi, prenda avvio dal Cerimoniale di nozze, progettato da Leonardo da Vinci, a Milano, per Isabella d’Aragona con Gian Galeazzo Sforza nel 1488. Numerosi i documenti e le cronache dell’epoca.
In un secondo momento parte la consuetudine di rivestire, proprio i semi del coriandolo di zucchero colorato. Si cominciano a produrre dei confettini profumati, fatti apposta per essere lanciati durante le feste, ma soprattutto dai carri o da balconi e finestre sui passanti mascherati.
Coriandoli, in tutto il mondo, è ancora oggi, il nome che indica i piccoli confetti beneaugurali.
In seguito, i confetti, vengono sostituiti da piccole sfere di carta e gesso, piuttosto pericolose però, come le monetine che qualche nobile annoiato si diverte ad arroventare prima di lanciarle sulla folla popolare.
“Scherzi di Carnevale”, ma poco graditi.
Nella Milano della seconda metà dell’800, finalmente si comincia a tirare qualcosa di più innocuo: minuscoli dischetti di carta bianca che si sollevavano in aria, come se una nevicata ricoprisse i carri che sfilavano. Narra la leggenda che la trovata geniale, sia dell’ing. Enrico Mangili di Crescenzago (1850-1895) che pensa di adoperare gli scarti dei fogli bucherellati che venivano usati nella sua azienda tessile come lettiere per i bachi da seta.
Nel 1875 decide di brevettarli come “Coriandolo di Milano”. Muore prematuramente di polmonite su un piroscafo, in America.
Nello stesso periodo, però, nel 1876, il giovane triestino Ettore Fenderl(1862-1966), futuro grande scienziato e famoso ingegnere, all’epoca cittadino austroungarico, ritrovandosi a corto di petali e di soldi, improvvisa una pioggia di ritagli di carta colorata, poi triangolini, che ha da subito un grande successo. L’invenzione passa subito a Vienna, poi al Carnevale di Venezia, da qui in tutto il mondo.
Episodio curioso: dopo i primi lanci, a casa del ragazzo arriva la gendarmeria che chiede perentoriamente di visionare la carta per evitare la divulgazione di manifestini o messaggi sovversivi.
Il ragazzino, è diventato poi famoso scienziato e ingegnere, tra i progettisti della metropolitana di Vienna, una delle prime al mondo, nel 1906 del Palazzo della Marina Austriaca o, nel 1926, del primo Laboratorio per le ricerche radioattive a Roma, sino alla Fondazione Fenderl per fini scientifici e benefici a Vittorio Veneto. Ettore Fenderl muore nel 1966 a 104 anni, ridendo ancora della sua grande invenzione del coriandolo, da lui mai brevettata.
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