Cristian Casili sul piano casa alla Regione Puglia

Il pentastellato Vice Presidente del Consiglio Regionale “Non si può più rimandare. Necessario un intervento organico e strutturale”

Riceviamo dal Consigliere regionale e Vice Presidente del Consiglio della Regione Puglia un comunicato sul piano casa, che volentieri pubblichiamo.

“Non si può più rimandare. Necessario un intervento organico e strutturale”

La proposta di impugnativa della proroga del Piano casa dinanzi alla Corte costituzionale, avanzata dai Ministeri della Cultura e delle Infrastrutture, rappresenta l’ennesimo monito che non possiamo più ignorare e siamo chiamati tutti, Giunta e Consiglio, ad un intervento organico e strutturale che non può più attendere”. Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale Cristian Casili.

Il “Piano Casa” fu messo a disposizione delle regioni per un tempo limitato quale misura straordinaria e urgente per sostenere l’attività edilizia e per migliorare la qualità del patrimonio edilizio residenziale esistente, l’intesa della Conferenza Unificata Stato Regioni del 1 aprile 2009 ha specificato che la disciplina introdotta dalle leggi regionali “avrà validità temporalmente definita, comunque non superiore a 18 mesi dalla loro entrata in vigore, salvo diverse determinazioni delle singole regioni”. La proroga del termine di vigenza rientra, quindi, nelle prerogative regionali, purtroppo però le finalità proprie della misura sono state nel tempo snaturate attraverso disposizioni derogatorie cristallizzate dalle continue proroghe. 

È necessario superare l’inerzia che ha caratterizzato questi anni – continua Casili –  e che attraverso continue proroghe ha cristallizzato un assetto in deroga, per far sì che lo strumento del Piano Casa trovi applicazione nel rispetto della normativa nazionale e dei principi posti a fondamento della pianificazione urbanistica per garantire la sostenibilità degli interventi edificatori. Abbiamo sempre condiviso negli anni la misura del Piano Casa, tanto da sostenere le successive proroghe per senso di responsabilità e perché la riteniamo uno strumento utile per rilanciare l’economia mediante il sostegno all’attività edilizia e al miglioramento della qualità architettonica, energetica e ambientale del patrimonio edilizio esistente e per contrastare il consumo di suolo. Al tempo stesso ne abbiamo denunciato le storture e i numerosi interventi derogatori della pianificazione urbanistica, che in molti casi hanno snaturato la ratio della legge. Per questo abbiamo sempre chiesto una visione più organica della materia, opponendosi alle innovazioni normative finalizzate a consentire, attraverso questo strumento, qualsivoglia trasformazione edilizia. Non è, infatti, ipotizzabile che attraverso il ‘Piano Casa’ venga snaturata la scelta pianificatoria comunale, volta a regolamentare l’utilizzo del territorio e a garantire, mediante la suddivisione dello stesso in zone territoriali omogenee, la sostenibilità degli interventi edificatori. Per questo abbiamo sempre osteggiato alcune disposizioni di deroga introdotte nella legge regionale che hanno prodotto l’effetto di vanificare le scelte pianificatorie dei comuni e di incentivarli a non effettuarne di nuove. Le continue modifiche e i rimaneggiamenti della norma non hanno fatto altro che produrre confusione e incertezze per le imprese, i professionisti del settore e gli stessi Comuni, appesantendo aspetti che invece andrebbero semplificati. Le ‘finalità sociali ed ambientali’ del Piano Casa possono ancora essere perseguite, è necessario però l’impegno di tutti per arrivare ad una disciplina strutturale e organica che introduca in via definitiva la misura del Piano Casa nella legislazione regionale, nel rispetto dei principi della pianificazione organica del territorio e senza rinunciare all’ordinato assetto del territorio. Laddove dovesse esserci la volontà di continuare a garantire le finalità e i benefici della misura, sarebbe quindi sufficiente inserirla in una disciplina più organica e rispettosa della pianificazione paesaggistica e di quella urbanistica comunale, per conferire sistematicità aIle misure premiali, che non sarebbero più qualificabili come interventi straordinari ma inserite nell’ambito di una un’attività programmata e di un assetto normativo operante a regime, superando le incertezze applicative connesse al termine finale di vigenza degli incentivi, fornendo certezze agli operatori del settore. Così facendo, il Piano Casa ben potrà continuare a far parte della legislazione regionale, quale misura incentivante per favorire in modo strutturale il recupero del patrimonio edilizio esistente e la riduzione del consumo di suolo”.

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