Dalla Tavola dei Borbone la Scursunera “gelato al gelsomino”
Un gelato della tradizione Siciliana che affonda le origini sicuramente nella dominazione araba
Rocco Michele Renna
Il gelsomino è una pianta spontanea, diffusa nelle campagne della Sicilia. Era usata come antidoto al morso dei serpenti (in siciliano scursuni): i fiori erano usati per farne aroma di gelato. completato da spruzzi di cannella in polvere.
Il gelsomino fu una pianta molto apprezzata dagli antichi non solo in Sicilia, lo dimostra anche la scoperta di suoi piccolissimi frammenti rinvenuti sulla mummia di un faraone, nella necropoli di Deir-el-Bahri in Egitto.
Nei paesi arabi è diffusa ancora oggi la credenza che il paradiso sia profumato di gelsomino e viene spesso paragonato al simbolo dell’amore divino.
La pianta di gelsomino, molto diffusa in Sicilia, è originaria dell’Asia centrale. Nella campagna siciliana, durante le afose notti d’estate, un accostamento immancabile è la sua fragranza diffusa nell’aria accompagnata dal canto ininterrotto delle cicale.
Un tempo, nelle mattine d’estate, si usava mettere a bagno in un bicchiere d’acqua un bel po’ di fiori di gelsomino e si lasciavano decantare tutta la notte, coprendo il bicchiere con un piccolo tovagliolo di stoffa, per ricavarne l’acqua di gelsomino necessaria per la preparazione dello Scursunera “gelato al gelsomino”, delizioso e rinfrescante fine pasto estivo tipico della tradizione siciliana. Il gelsomino siciliano fiorisce d’estate e la fioritura prosegue a lungo, fino a Natale.
Ecco come fare la Scursunera: mettete 50 grammi di fiori di gelsomino, freschissimo appena colto, a macerare in mezzo litro d’acqua per qualche ora, quindi filtratelo. Ponete una pentola sul fuoco con l’acqua aromatizzata che avrete ottenuto e portatela ad ebollizione.
Poi, versatevi 150 grammi di zucchero semolato e fatelo fondere, mescolando continuamente.
Togliete dal fuoco e fate raffreddare, aggiungete gli albumi di quattro uova, un bicchierino di rum, mescolate e ponete in un contenitore nel congelatore o nella gelatiera finché non si sarà formato un sorbetto morbido. Servite in tavola.
Una volta, invece, del congelatore o della gelatiera si usavano dei blocchi di ghiaccio messi nella “ghiaccera”o ghiacciaia.
Un gelato o sorbetto o “gelo”, comunque voi lo vogliate chiamare, contribuirà alla bontà di qualcosa di fresco, profumato col sapore della tradizione secolare siciliana, di cui i reali borbonici non potevano fare a meno.
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