Delle ciliegie non si butta via niente!!

Le ciliegie, frutto dal sapore ineguagliabile.

Maria Catalano Fiore

Le ciliegie sono un frutto particolare, una tira l’altra piacciono a tutti, ma anche se sembrano tutte uguali ce ne sono infinite varietà.

Innanzi tutto è un frutto antichissimo: secondo Plinio il Vecchio, (23- 79 d.C) scrittore, filosofo esperto naturalista ed anche uno dei governatori delle provincie romane, autore della NATURALIS HISTORIA, opera in ben 27 volumi sulla botanica e la medicina officinale; sono state importate da Lucullo dopo la battaglia contro Mitridate nel 74 a.C. Lucio Licinio Lucullo (117-56 a.C.) è stato un grande generale passato alla storia, però, più per la sua passione per il cibo e le grandi banchettate, ancor oggi “Luculliane”. Ritrovamenti di noccioli di ciliegie, in area nord europea, testimoniano l’uso di tale frutto, ben prima di Lucullo, forse a lui dobbiamo qualche tipo particolare di “cerasum” o in toscano “ciriegia”, “cerasa” nel centro sud, “scirès” in lombardo, in emiliano “scèsa”, in veneto “saresa”, ma anche “cerise” in francese, “cherry” in inglese.

Raccoglitori di ciliegie in Puglia

Le odierne ciliegie sono sicuramente più grandi di quelle che crescevano, selvatiche, mille anni fa, in alcuni tipi raggiungono anche i tre centimetri di diametro. Gli alberi di ciliegio sono molto diffusi anche nei parchi, per i loro bellissimi fiori, non dimentichiamo la cultura giapponese dei soli fiori, essiccati ed utilizzati per mille cose. Altrettanto le sue foglie che in autunno offrono un particolare spettacolo diventando arancioni, rosa e rosse prima di cadere.

Uno dei parchi di ciliegio giapponese

Esiste anche il “miele di ciliegio” poco diffuso, con la resina del ciliegio si aromatizzano le gomme da masticare. Il peduncolo della ciliegia è molto usato in campo farmacologico, anche semplicemente messi da parte, seccati e tritati sono utilizzati sotto forma di infusi come potente diuretico e curativo della cistite.

Ha un suo uso anche il nocciolo: un cuscino di noccioli di ciliegie è un antico rimedio naturale, usato nelle zone alpine italiane e svizzere ed austriache in particolare, basato sui principi della termoterapia, cioè riscaldare le zone dolenti: torcicollo, cervicalgia, tensioni muscolari, crampi e dolori addominali o mestruali, il calore aumentando il flusso sanguigno, aumentano l’ossigenazione dei muscoli fornendo un effetto analgesico. Il cuscino messo vicino ad una fonte di calore, anche un termosifone, va poi tenuto sul punto che duole, questa terapia ha lo stesso effetto dell’aspirina e dell’ibuprofene. Si può usare anche all’inverso, come borsa del ghiaccio, tenendolo nel congelatore, dentro un sacchetto alimentare, per evitare che si bagni.

Le ciliegie idratano e sostengono, aiutano anche a dormire, poiché è uno dei pochi frutti a contenere melatonina, mangiare una manciata di ciliegie prima di dormire concilia il sonno. Sono particolarmente consigliate agli sportivi dopo aver praticato attività.

Altro effetto è una produzione di insulina che contribuisce a regolare la glicemia. Inoltre le ciliegie sono considerate antitumorali e utili nel trattamento della gotta poiché riducono l’uricemia, anche cotte, in composte o marmellate, conservate sotto spirito, non perdono le loro proprietà.

Come legname, il ciliegio è molto pregiato usato non solo dai mobilieri, ma soprattutto per la realizzazione di strumenti musicali

Ciliegia “Durone di Vignola”

Le ciliegie più eccellenti in assoluto, in Europa sono di due tipi, le “Ciliegie di Vignola” e le “Ciliegie Ferrovia”. La ciliegia di Vignola, che è un Igp, include diverse varietà ed hanno una forma leggermente allungata e una buccia molto scura. Sono molto richieste, particolarmente all’estero. Prodotte a Vignola con coltivazioni estese tra le provincie di Modena e Bologna, un frutto molto apprezzato già dal 1800.

Ciliegie di Vignola pronte per l’esportazione

Il tipo più famoso tra i gourmet è sicuramente il tipo “Ferrovia” pugliese. Perché “Ferrovia”? Si narra che, intorno al 1930, alla periferia di Sammiche, in provincia di Bari, nei presi di un gabbiotto del più importante snodo ferroviario delle Ferrovie Sud-Est, da un nocciolo di ciliegia, lanciato da un finestrino, nacque un piccolo alberello. il casellante, tale Giorgio Rocco, che era anche un abile agricoltore, incuriosito si prodigò per curare la pianta. L’inverno del 1933/34 fu particolarmente freddo e l’alberello pareva essere perduto, ma in primavera il ciliegio sembrò rinvigorito e così nell’anno successivo. Nel 1935 arrivarono i primi frutti, più grandi del consueto, succosi e dolci. Da allora gli agricoltori del luogo si dedicarono a questa nuova e promettente varietà che fu chiamata “Ferrovia” perché si propagò lungo i tracciati ferroviari. Comunque sia andata la sua produzione è in continua espansione e costituisce uno dei fiori all’occhiello della Puglia. La sua coltivazione si è estesa dalla Provincia di Bari sino in Calabria.

Una ciliegia “Ferrovia” può raggiungere sino a tre centimetri di diametro

Solo in Puglia, tra Bari e la BAT vi sono circa 17.000 ettari coltivati a ciliegi per una produzione di circa 50.000 tonnellate circa, circa il 37% di tutta la produzione nazionale. Nel mese di giugno a Turi, in Provincia di Bari, vicino Sammichele, c’è una vera e propria Sagra la “Festa Internazionale della ciliegia”.

Non vi resta che far tesoro di questi consigli e, se volete, potete provare a conservarle. Per questi dettagli però lasciamo la parola a nonna Camilla, sicuramente più esperta. A risentirci !

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