Donna con orecchino di perla
Non è l’ennesima copia del famoso quadro, di Jan Vermeer, semplicemente una rinascita vista attraverso una ragazza giovane e colorata.
Maria Catalano Fiore
Vito Valenzano (nell’immagine di copertina) ci ripropone, dopo solo un paio di mesi, una persona di spalle, una donna, probabilmente giovane, ma questa volta in modo totalmente diverso, quasi la fine di una lunga attesa, di una angoscia interna che sporcava i suoi colori.
E’ evidente che questa sua opera viene da un lungo processo di introspezione, dopo una visione buia del mondo e un percorso in cui lascia cadere definitivamente le quasi scolastiche reminiscenze classiche. E’ un’altro Vito, un Vito che non cerca più di imitare la natura. Vito si sente vivo solo quando riesce a creare cose uniche, multiformi e variabili. Vito in questa nuova fase vive una precisa relazione con il colori, come ascoltando musica. Tinte forti, tinte tenui , tinte che vogliono rappresentare precisamente qualcosa. Ogni colore evoca senza dubbio sensazioni diverse: il giallo calma, il rosa acceso un accenno di sensualità, ancora latente, il verde, che fa da sfondo, è la quiete tanto ricercata.
Questa sua donna, non ha bisogno di un turbante, come in Jan Vermeer, è una donna libera, non bigotta o obbligata a penalizzare i suoi capelli ricci, seppur raccolti, mostra la schiena nuda ai primi raggi di sole, è tranquilla, serena, infonde finalmente un momento di pace dopo il buio invernale ed oltre. Un oltre sottinteso, ma non citato, come per esorcizzarne il ritorno.