Dudovich, il dandy
Marcello Dudovich, i suoi manifesti e le sue opere, una vita nell’arte, vissuta da Dandy. questo il manifesto che ha vinto la campagna pubblicitaria Cappelli Borsalino
Maria Catalano Fiore
Un genio della pubblicità, dei manifesti e dell’arte che plasmava. Aveva capito bene che, più che un prodotto, doveva pubblicizzare e vendere uno stile di vita, il suo.
Stiloso, dandy, brillante, attorno a lui gravitava il mondo della belle Epoque triestina fine secolo, estremamente sofisticato….poi alterato dall’annessione all’Italia. Da capitale sofisticata ed intellettuale, Trieste, luogo di vacanza di re, principi e nobili, diventava una provincia di confine.
Marcello Dudovich (Trieste 1878- Milano 1962) è stato uno dei più grandi pubblicitari, pittori ed illustratori italiani. A Trieste, nello splendido Castello di Miramare (il Castello di Sissi) è in corso (Covid 19 permettendo) una sua Mostra Antologica dal 10 luglio al 10 gennaio, salvo prolungamenti.
Nel percorso espositivo si potranno ammirare circa 300 opere del maestro, mettendo il luce attraverso la sua produzione artistica il particolare rapporto tra la fotografia e la cartellonistica.
Triestino di nascita, internazionale per vocazione, si forma proprio nell’ambiente dell’intelligencija triestina fin-de-siecle. Studia alla Scuola Reale e contemporaneamente, con la sua famiglia, frequenta i vari circoli.
Marcello Dudovich è un assoluto innovatore nel suo campo, costituisce senza dubbio un punto focale nella storia del manifesto e nella pubblicità di tutto il 1900.
Una formazione e gavetta di tutto rispetto. Dopo gli studi triestini il padre lo manda a Milano nel 1897 dove trova lavoro presso le “Officine grafiche Ricordi”. Nel 1900 viene premiato, con medaglia d’oro, all’Esposizione Universale di Parigi.
Dal 1906 al 1911 diventa famoso per aver realizzato i famosi manifesti pubblicitari per i Magazzini Mele di Napoli (tutti protetti da copyright). Nel 1910 incontrerà Elisa Bucchi, che sposerà poco dopo e che figurerà costantemente nei suoi manifesti.
Nel 1911 vince l’ambito concorso per la realizzazione dei manifesti pubblicitari per i “ Cappelli Borsalino”, manifesti innovativi che realizzerà sino alla fine degli anni 40 (in copertina).
Con la Prima Grande Guerra il suo lavoro subisce una crisi profonda, nel 1914, esentato della leva, rientra a Milano e riprende a lavorare per la Ricordi, con la quale non ha mai interrotto la collaborazione. I tempi sono cambiati, adesso c’era un progresso industrializzato in atto e nuove industrie e nuove esigenze.
Tra il 1917 ed il 1919 si trasferisce a Torino e lavora molto per l’industria cinematografica, Manifesti e locandine varie. In questi anni coltiva molto anche la sua passione per la pittura. Infatti sarà presente alla XII e XIII Biennale di Venezia, 1920 e 1922 con il gruppo di Fortunato Depero, Mario Sironi, Seco (Sandro Pozzati), con discreta fortuna e critica.
Nel 1920 rientra a Milano e fonda la “Star” (Società di produzione pubblica) di cui è stato Direttore Artistico sino al 1936.Tra i suoi clienti fissi CARPANO, PIRELLI, STREGA, ASS.GENERALI, LA RINASCENTE, FLORIO ed altri.
Uno dei primi manifesti promozionali per la nostra Compagnia di Bandiera.
Lui sfrutta l’imaginario borghese verso un lusso, che lui si ha conosciuto, le sue donne sono Belle, ricercate, audaci, di successo…..e portano successo, solo per la Rinascente realizzerà oltre 100 manifesti. Un lungo sodalizio che durerà sino al 1956.
La donna viaggia, anche da sola, è emancipata come le operaie che frequenteranno l’Upim, dai prezzi più accessibili, sentendosi regine.
Per non parlare dei Florio della loro ricchissima famiglia e dei tanti soldi che dilapideranno tra lussi, macchine e alcool. Ma vendono una cosa buonissima, che ancora resiste, in Sicilia, il famoso Marsala, che non poteva mancare in ogni casa borghese italiana.
Generi di lusso sono anche le “Calzature di Varese” una città che produce solo roba di classe e qualità aprendo o poggiandosi su punti vendita in ogni città.
La ditta Campari, con le sue bevande e il suo fascino da festa alto borghese ed industriale, che caratterizzerà un mondo di industriali e borghesi rampanti sino poco tempo fa con lo stereotipo “Milano da Bere”.
A Milano si è addensato il grosso giro di affari che si concludono a volte in aperitivi, buffet e cene, caratterizzati dal “Campari” o dal “Martini” che fa molto “a la page” in Italia e all’estero.
La sua attività grafica appare infinita, tra prime pagine di giornali, ecco per l’appunto la Prima pagina de il quotidiano “Il Giornale” a riviste come “Novella” che diventerà poi “Novella 2000”
Il fantastico liquore Strega! Un liquore, a base di erbe, prodotto dal 1860 dalla ditta Alberti di Battipaglia, ora forse un po’ desueto, ma imbattibile in pasticceria, tutt’ora, sia industriale che casereccia.
Nel 1931/32 esegue gli affreschi per le sale del Ministero dell’aereonautica a Roma.
Nel 1935 e 1938 collabora con l’Ina (Istituto Nazionale assicurazione) per la realizzazione delle promozioni e degli opuscoli illustrativi.
Nel 1936/37 è chiamato il Libia da Italo Balbo come decoratore e vi tornò ancora nel 1951, quando il circolo italiano, rimasto in Libia, organizzò una mostra su di lui e le sue decorazioni pittoriche.
Con il secondo conflitto mondiale, la guerra, le distruzioni e le ricostruzioni, quindi il boom economico. Dudovich muore nel 1962, ormai anziano e fuori dal giro delle grandi campagne pubblicitarie.
Ha cavalcato la bella epoque triestina, i fulgidi anni 30 a Milano, ma non cambiò mai pensiero e modo di fare. Non era cambiato lui, era cambiata la pubblicità.
Ma il suo occhio magico ,che prima catturava un’immagine con la macchina fotografica, poi con uno schizzo, poi con la stampa rendendo le donne regine, anche soltanto della casa, non è mai cambiato.
Un artista vero in tutto, un personaggio fedele a se stesso, allegro, elegante tombeur de femme e curioso in tutto. Ecco il Mitteleuropeo Marcello Dudovic!
E’ stato edito un Catalogo, della mostra, da Skira (pag. 368,euro 36); per informazioni: www.miramare.beniculturali.it
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