Due piccole storie
Due momenti importanti autobiografici della vita dell’eccelso flautista, qui in veste di editorialista
Roberto Fabbriciani
Oggi vi racconto due mie piccole storie. Una legata alla mia infanzia e l’altra alla mia collaborazione con il grande compositore Sylvano Bussotti, recentemente scomparso.
Sappiamo che, il cambio di scuola tra le classi elementari e le medie, può essere “grande” passo e qualche volta lasciar piccoli traumi agli studenti. Così è stato anche nel mio caso.
A conclusione del primo trimestre della prima media, i professori ricevevano i genitori.
Premetto che mio padre era un musicista dilettante ed era piuttosto fiero di me perché studiavo la musica.
Con questa sua ‘fierezza’ nei miei confronti si presentò al colloquio scolastico. “Sono il padre di Roberto Fabbriciani” disse al professore di italiano. La risposta ferma ed immediata del professore fu: “E chi lo conosce!?!”. Un testimone mi raccontò tutto descrivendomi anche l’espressione della faccia di mio padre che, ammutolito, non ebbe la forza di dire nulla. Si era reso conto che non avevo mai frequentato la nuova scuola ma avevo fatto ben tre mesi di ‘chiodi’.
Ritornai a casa, come di consueto, intorno all’ora del pranzo come se nulla fosse e facendo finta di niente. Appena entrato in casa mio padre, guardandomi in faccia, pacatamente e sottovoce mi accennò: “sei tornato? vieni qui da me che ti…”. Capii immediatamente la mal parata, compresi che non era aria…, girai i tacchi e mi dileguai fino a tarda sera. Nei giorni seguenti mio padre non disse più niente, silenzio stampa. Non né parlò più, aveva capito che avevo capito! Da allora iniziai ad apprezzare la nuova scuola e non feci più chiodo, dimenticai le assenze ingiustificate.
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“Biennale Apollo”
Per La Biennale Musica di Venezia 1990 fu girato un film musicale di Sylvano Bussotti “Biennale Apollo”. poi presentato all’International Filmfestspiele Berlin. Il film fu prodotto da James Mackay con la partecipazione di Piera Degli Esposti nel ruolo di La Biennale ed alcuni personaggi e interpreti tra cui il sottoscritto.
La mia scena, molto breve e delicata, fu girata all’alba sulla spiaggia del Lido di Venezia. Intorno alle tre del mattino ero già in frac (sic!) con lo strumento tra le mani.
Due persone addette ai servizi mi accompagnarono alla spiaggia che per l’occasione era divenuta un popolato set cinematografico.
Rimasi impressionato nel vedere la sabbia della spiaggia pettinata dal vento e non calpestata. Nel frattempo altre persone addette stavano togliendo le ultime transenne che da molti giorni la proteggevano vietandone i passaggi. Il sole nasceva, cambiavano luce e acustica; nel silenzio generale arrivò all’improvviso un sonoro annuncio dalla regia: “Roberto una gru ti porterà al centro della spiaggia e da lì, suonando la tua composizione con il flauto, camminerai sulla sabbia fino … a sparire”. Risposi piano e lentamente: “fino a… sparire…? A sparire nell’infinito? a sparire dall’orizzonte?…va bene, sono pronto!”.
Iniziai il percorso interpretando musicalmente l’azione mentre i miei piedi affondavano nella sabbia lasciando profonde tracce.
Fu buona la prima. Meno male… sarebbe stato impossibile girarne un’altra.
E’ sempre possibile e meraviglioso invece “girare” per i ponti e le calli di Venezia. Da Venezia, città alla quale sono particolarmente affezionato, vi allego questa cartolina musicale dove racconto il mio “Bridge of Sighs”.
Un caro saluto!
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