Ed il Maggio di Bari?
Il Maggio di Bari è passato! purtroppo è rimasto solo nei cuori di chi, seppur bambino è riuscito a viverlo negli ultimi scorci….
Maria Catalano Fiore
Meglio non commentare pandemia, disastri e tutte le infinite conseguenze a livello globale… cresce la “depressione”, ovviamente in senso lato.
Forse meglio un gran colpo di spugna e ricominciare da quegli anni post bellici di ricostruzione quando Bari, seppure ferita dai bombardamenti e dal disastro dell’Iprite, ha voglia di occuparsi del sociale. Ha voglia di fare Arte, di ospitare il Sindacato dei Liberi artisti, coordinato da Roberto de Robertis, ospitato nel Castello-Normanno Svevo. Ha voglia di Bar Galleria come il Sottano. Fondato dalla coppia, dei napoletani, Armando Scaturchio, pasticciere di fama e donna Rosa De Napoli, attrice di talento e specker. Ha voglia di posti come La Bottega o la Vernice dei fratelli Spizzico. Ha un movimento artistico in perenne movimento con intere famiglie come i Colonna, Felice, Umberto e Mario, tre generazioni, che hanno lasciato affreschi in bellissime chiese e non solo. I Fratelli Spizzico Francesco e Raffaele pittori, ceramisti, scultori che hanno lasciato ovunque opere di alto pregio. I fratelli Mario e Tony Prayer attivi soprattutto nella provincia di Brindisi e in Basilicata. Altre coppie di artisti che si stabiliscono a Bari. Come Franco Colella e la sua nobile moglie svizzera, Irene Mayer., la pittrice Rosa Tosches.
Bari Ponte tra Europa ed Oriente, con Radio Bari, la prima Radio libera in Italia, certamente nell’Europa liberata dagli alleati, con personaggi di spicco, con artisti che vanno e vengono, Paola Borboni, Ave Ninchi. …..ancora tanti ed uno speaker d’eccellenza come Arnoldo Foa’.
Movimento già latente negli 30 e 40 con proclami ed opere importanti, la costruzione del Lungomare, dei magnifici palazzi che si affacciano, su progetto di noti architetti Vittorio Chiaia, Saverio Dioguardi, Duilio Cambellotti.
Nascono Botteghe d’Arte di rilievo, nascono scuole d’arte, primo l’Istituto d’arte, con sezione ceramica, voluto dagli Spizzico. Raffaele aprirà anche l’accademia a Lecce. In seguito, solo a fine anni 60, Roberto de Robertis riuscirà a far aprire il Liceo Artistico che dirigerà sino al 1972, quando riuscirà ad avere anche l’Accademia. Queste scuole, oltre che arricchire culturalmente la città porteranno anche nuove generazioni di artisti /docenti. All’epoca si insegnava in una scuola d’Arte per “Chiara fama” e chi la dichiarava, sapeva bene riconoscere i meriti di ciascuno: la meritocrazia ante litteram.
Tra il 1950 ed il 70, proliferano Gallerie espositive, anche importanti. La Bussola, la Rosta Due, il Cavallino, il Sagittario, la Vernice, diretta dagli Spizzico e poi da Bibbò, la Panchetta, la Michelangelo e la Cornice a cui poi seguiranno Il Fante di Fiori e l’Unione.la Bonomo.
E’ avvilente, riscontrare, scorrendo cronache dell’epoca, quanti Grandi talenti sono passati da Bari in quegli anni. Ha pienamente ragione Pietro Marino che classifica Bari come una città senza memoria, città che dimentica. Una città dove in un paio d’anni, ed erano anni difficili, si progettano e si consolidano quelle che saranno le svariate manifestazioni del Maggio di Bari.
Oltre alla ricostruita Parata Storica, le sfilate dei Carri dei Fiori, Il Festival delle Bande Musicali Militari, I Concerti importanti nei Teatri e alla maestosa Fiera del Levante, inaugurata nel 1932, che poi ospiterà qualcosa che diventerà realmente importante dal 1951 al 1968: una Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea,ed un premio prestigioso assegnato da un giuria composta, tra gli altri, da Giorgio De Chirico e Palma Bucarelli, il Ramoscello d’oro. Unito al già esistente Premio Primavera, per gli artisti pugliesi , che promuoveva da anni il Sottano.
Logo del Maggio di Bari era una stupenda rosa che fuoriusciva da una conchiglia, simbolo dell’arte che rifiorisce in un città sul mare, ovviamente disegnata dal grande barese Gino Boccasile.
Poi tutto si svilirà anche per mancanza di una sede idonea. Negli ultimi anni, la Mostra, dopo aver migrato tra il Palazzo della Provincia, il Castello svevo…approda nei padiglioni della Fiera del Levante, grazie alla lungimiranza del presidente Nicola Tridente, diventerà la prima Fiera d’arte per artisti e Gallerie d’arte in Italia.
Tante le cose da dire, questo racconto ci riporterà a quel maggio 1951, se avrete un pò di pazienza, sarà avvincente considerando quali e quanti grandi artisti abbiamo ospitato, o hanno vissuto a Bari.
Per chi era bambino, in quegli anni, sarà bellissimo ricordare lo splendore dei carri e la bellezza dell’esibizione delle bande militari, provenienti da molte nazioni, allo stadio della Vittoria.
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