Ergastolo per Marco e Gabriele Bianchi
Concluso il primo grado di giudizio per l’omicidio del giovane Willy. Ergastolo per i fratelli Bianchi (in copertina)
Lidia Petrescu
Sicuramente la parola ergastolo ha fatto paura ed ha suscitato una reazione anche a due duri come i fratelli Bianchi. Marco e Gabriele sono stati condannati al carcere a vita, il massimo della pena. I due giovani ora sono consapevoli che è molto probabile che da quelle mura non usciranno più. Tra la rabbia dei due assassini e le lacrime di dolore della famiglia di Monteiro è stata scritta la pagina del primo atto del giudizio dopo settimane di udienze
Marco e Gabriele Bianchi si sono presentati per la lettura della sentenza come fossero “due studenti modello“, hanno ascoltato con serietà e freddezza fino alla parola “ergastolo”, quasi intonsi grazie alla loro indole da “massacratori“, parola utilizzata anche dalla Corte. Però le azioni commesse in passato dai fratelli Bianchi hanno messo il segno per loro. Dopo la sentenza Marco e Gabriele sono crollati e si sono lasciati andare ad un lungo abbraccio consapevoli molto probabile di non rivedersi più. Dopo un po’, però, come due leoni chiusi in gabbia hanno iniziato a ringhiare come fossero feriti.
Sono stati condannati anche i due complici dei fratelli Bianchi, a ventitre anni di reclusione Francesco Belleggia ed a ventuno Mario Pincarelli. Per entrambi l’accusa, che ha ottenuto i due ergastoli richiesti, aveva chiesto ventiquattro anni. Disposta altresì una provvisionale di 200mila per ciascuno dei condannati in favore dei genitori di Willy e di 150mila per la sorella.
Un lungo applauso a seguito della sentenza pronunciata della Corte d’Assise da parte dei familiari di Willy Monteiro e i suoi amici, che ha scatenato le urla dei due assassini contro chi è sempre stato dalla parte della giustizia. Grazie all’intervento tempestivo degli agenti della polizia penitenziaria i fratelli Bianchi sono stati allontanati dalla gabbia del tribunale e trasportati alle rispettive carceri.
Dall’altra parte, la famiglia Monteiro e gli amici di Willy, tutti presenti dentro e fuori dall’aula, aspettando che giustizia venga fatta. Alla fine della lettura della sentenza c’era chi piangeva per l’emozione, chi per la felicità dopo aver ottenuto giustizia, chi applaudiva i giudici e chi invece era in silenzio a pensare. Tra queste persone c’era Samuele Cenciarelli, 23 anni, che ricorderà sempre l’amico Willy al quale deve la vita da quella notte. tra il 5 e il 6 settembre 2020. Non poteva mancare il commento di mamma Lucia, che non riavrà mai più indietro suo figlio e le lacrime versate in questi anni, fino ad oggi, giorno della sentenza, sono, come ha affermato, “lacrime di dolore”. Mamma Lucia è soddisfatta si della sentenza ma non dimenticherà le altre persone e si augura che episodi come questo non accadranno mai più.
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