Fals(t)aff

Questo libero racconto è stato scritto e realizzato per il teatro in occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi. Terza ed ultima parte

Roberto Fabbriciani

(Terza parte)

(Musica)

(Tutti guardano un’immagine di donna….)

Lei è Violetta, poverina!

Il Peppin scrisse la Traviata per Venezia…

E’ la storia di una ragazza che si innamora di un tale Alfredo che di donne non se ne intende proprio e non la vuole.

Lei per consolarsi da allora cominciò a sniffare parmigiano, qualche striscia qua qualche altra di là.

E gira ogni notte col fazzoletto in mano perché gli si arrossisce il naso.

Oh poverina…..

(Musica)

Eh lei canta ma pensa sempre ad Alfredo…….

(Musica)

L’opera “La Traviata” racconta le disavventure di Violetta Valery una grande frequentatrice dei salotti parigini, talk show televisivi, programmi di Bruno Vespa, molto conosciuta dagli uomini altolocati della città per la dubbia moralità.

Nel senso che… insomma poverina le davano di Escort, ma lei non era così, pensate che non aveva neanche un sito!

Fra i tanti frequentatori incontra Alfredo Germont, convinto da alcuni amici a prendere parte ad uno di questi party.

I due giovani si innamorano e decidono di trasferirsi in una casetta fuori città, nonostante essa fosse malata di tisi e quindi condannata a morte prematura.

Un giorno però Violetta riceve la visita del padre dell’amato che le chiede di lasciare il figlio, in quanto la sorella sta per sposarsi con un uomo del luogo e il matrimonio sarebbe certo andato in fumo se il futuro cognato fosse venuto a conoscenza di questa relazione.

Così la povera Violetta si decide a scappar da casa mentre l’amato si trova a Parigi per sistemare i loro problemi economici.

Quando lui torna, trova solo un biglietto d’addio, forse un sms o una mail.

Si reca quindi a Parigi in cerca di spiegazioni e la scopre in compagnia di un altro uomo.

I due lottano mentre Violetta, spossata dagli ultimi avvenimenti, viene colta da un attacco di tisi e costretta a tornare nella sua vecchia casa.

Al momento del ritorno a casa di Alfredo, ella gli rivela la richiesta del padre di abbandonarlo, dopo di che spira nel suo letto.

(I due sgangherati piangono)

Ci sapeva fare vero? Però la storia non l’ha inventata lui ma un francese e poi… capiremo perchè!

Ritornando al nostro eroe, egli decise che per fare l’Italia era necessario partire dalla Sicilia e fu per questo che, in cambio di una grossa partita di forme di grana, convinse Garibaldi a partire.

Il quale rispose che aveva fatto l’impossibile ma più di mille persone non aveva trovato.

Ok, disse il Peppin, pazienza, meglio di nulla.

E prima che arrivassero rappresentò I Vespri Siciliani a Parigi.

(Musica)

Certo Parigi perché l’esercito francese fu fondamentale per l’operazione.

Fu così che i francesi, pur rifiutando il grana decisero di dare grana cioè quattrini e soldati pensando ai loro interessi: diffondere la nouvelle cousine in Sicilia e magari venderci Platini e Zidane.

L’operazione fu grandiosa.

Ma c’era il problema del Lombardo -Veneto…

Ma siccome a Venezia buttava bene il Peppin rappresentò Simon Boccanegra una strana storia di un Doge venessiàn.

Era come dire: vi ricordate quando eravate padroni di voi stessi?

E mo avete gli austriaci, e che vi danno loro?

I würstel?

Con noi ritornano gli spaghetti e il parmigiano, che ne dite?

Eh?

Successo clamoroso, adesso aveva capito come prendere gli italiani, col patriottismo e per la gola!

Così andò avanti con Aroldo a Rimini e un Ballo in Maschera a Roma che era lo stato pontificio e il più duro di tutti perché il Papa, del parmigiano, non voleva proprio saperne.

(Fine della musica)

Nel frattempo partì Garibaldi dalle scaglie di Quarto.

Ma che mi fate dire dallo scoglio!

Poi intervenne Cavour che si lamentò dicendo che era lui l’ideatore di tutto e non il Peppin.

Anche Mazzini si arrabbiò per questioni di copyright.

Ma entrambi furono poi ricompensati con dediche a numerose vie e piazze del nuovo stato.

(Si alza il pianista con la barba alla Verdi)

Si, si anche tu, certo, ovvio….

Intanto l’operazione stava andando in porto ma la maggiore difficoltà la trovarono al sud perché i Borboni minacciarono di far venire Maradona dal sud America per fare il testimonial della pizza.

(Il pianista si alza e con la barba alla Verdi si presenta a Falstaff che stupito gli dice) Ho detto i Borboni non i barboni come lei, vada al posto suo!

Certo che questo fa proprio a gara con i poliziotti, eh!?

Ma Garibaldi era pratico di sud America e sapeva che avrebbe fraternizzato con lui e poi se magnava tutto, pizza e parmigiano con scaglie o senza.

Nel frattempo venne inviata la Contessa di Castiglione per distrarre i soldati borbonici.

Con grande gioia di Vittorio Emanuele e della Contessa di Castiglione l’Italia la fu fatta!

Così, così, l’Italia la fu fatta, “fu fatta, fu fatta, fu fatta a stivaletto, tra na, tra na, tra na… mille e mille e mille trovatel!…” (Canzone goliardica con balletto).

E tutti gli Italiani scrissero sui muri VIVA V.E.R.D.I. che stava per Viva Vitto Emiliano Risorsa d’Italia.

Pensate, la prima opera che venne rappresentata dopo l’unità fu La forza del destino a Pietroburgo!

Ora si che si poteva pensare ad un lancio internazionale!

Ma rimaneva il problema di Roma.

Ah………………..

Come si faceva senza Roma caput mundi?

Bisognava corrompere ancora i francesi e così il Giuseppone fece rappresentare Don Carlos a Parigi.

Cosa vollero stavolta i francesi? Eh…. lasciamo perdere, diffondere il loro vino e formaggi molli ed è per questo che ancora li abbiamo, altrimenti………

Ma l’accordo fu molto positivo anche perché il Papa di fronte a tali partite di cibo non se la sentì di deludere i romani e fece aprire le porte.

I bersaglieri fecero una breccia a Porta Pia tanto per far vedere che anche loro meritavano il rancio e così venne presa anche Roma!

Fu un trionfo! Così per celebrarlo e per aprire canali sul Canale di Suez venne rappresentata al Cairo L’Aida.

(Musica)

Aida, principessa extracomunitaria, viene catturata e condotta in schiavitù in Egitto dallo zio di Ruby Rubacuori.

Radamès, un comandante militare, è combattuto nella scelta tra il suo amore per Aida e la sua fedeltà al Faraone.

C’è sempre qualcuno che perde la testa per una donna…

A complicare ulteriormente le cose, Radamès è amato da Amneris, la figlia del Faraone, ma non ricambia il sentimento della principessa.

Ma che vuole questa? Io sono innamorato dell’extracomunitaria, la sposo e le faccio prendere i documenti!

Il Re degli etiopi (Amonasro, padre di Aida) nel frattempo si fa catturare, per vincere la guerra, ma nessuno conosce la sua vera identità.

Radamès dice ad Aida che la guerra finirà con un ultimo attacco.

Amonasro lo sente e fa fallire l’attacco e la guerra è vinta dagli etiopi.

Radamès si fa punire dal padre e dal Faraone e viene seppellito vivo.

Aida, innamorata di lui, si fa seppellire vicino a Radamès.

Però c’è una cosa che non torna… e i documenti?

Nel frattempo lei aveva preso la cittadinanza egiziana? Bah…..

I due poliziotti, in particolare il clarinettista, si agitano per scoprire gli illegali senza permesso e come sempre il più rocambolesco è il clarinettista.

Ma insomma dice Falstaff

Lo faccia stare buono, a cuccia!

(Il flautista chiede scusa)

Falstaff: con lei si può parlare, ma il suo collega è scandaloso, mi rovina la piece!

E’ un rompipiece!

(Il flautista guarda il collega come per dire hai visto cosa stai facendo?)

Uno non può farsi una piece per i fatti suoi che ti deve arrivare un altro a romperti i.. ehmm.. la… la piece insomma!

Continuiamo!

Una volta fatto tutto questo non restava che ritornare a Milano che da allora fu la città della grande economia italiana.

(?)

Fu così che trionfò Otello.

(Musica)

E poi alla fine ci sono io! Sir John Falstaff!!!!!!!!!!!

Volete sapere cosa facevo io?

Eh, mi sono divertito tanto…

Ma tutti ce l’avevano con me!

Nell’osteria della giarrettiera vengo sgridato dal Dr. Cajus per aver picchiato i miei servi e messo a soqquadro la casa, ma la sua sfuriata non mi fa nè caldo né freddo perché sto bevendo della grossa!

E poi tanto mi vendicano loro, i miei servi, Bardolfo e Pistola, lo fanno ubriacare e poi lo derubano di tutto; pensate se ne scappa via sbeffeggiato, ripromettendosi di non ubriacarsi mai più fra gente simile.

(Musica)

Ritorniamo alla trama, io mi metto a raccontare delle mie conquiste amorose, di Alice Ford e di Meg Page, due donne sposate.

(Ehhhh… fanno i poliziotti)

Eh si signori, perchè io, io… eh eh

Consegno ai servi due lettere per le donne ma questi rifiutano di fare da ruffiani;

Brrrr! Così do le lettere al paggio e li punisco rincorrendoli con una scopa.

Nel giardino di casa Ford, Alice e Meg si mostrano lusingate dalle lettere ma quando scoprono delle identiche frasi e dell’uguale calligrafia e capiscono che sono io… apriti cielo!!!

Decidono di ordire un piano per punirmi.

Ma io volevo fare solo del wanga tanga!

Intanto quei disgrassià dei miei servi spifferano tutto a loro e al loro seguito.

Poi chi ti vedo, una delle miss (si fa per dire) Mrs Quickly che si presenta per portare tra mille lusinghe l’invito di Alice per un appuntamento segreto.

Hmmm hmmmmm…

Poi arriva un tale travestito da Mastro Fontana che chiede il mio aiuto per conquistare Alice di Windsor.

Mi propone di sedurre la donna in modo da aprire la strada anche a lui…

Hmmmmm hmmmmmmm

Qui c’è aria di huonga tonga!

Ovviamente ci sto, eh eh io ci sto sempre!

Ma era tutto uno scherzo! Mannaggia, sono finito nella cesta dei panni sporchi, scaraventato dalla finestra nel fossato sottostante.

Ma arriva Quickly e mi invita ad un nuovo appuntamento con Alice.

Appuntamento nel parco reale in un luogo dove si narra la presenza di spiriti e fate.

Arrivato al parco mi getto addosso ad Alice ma compaiono all’improvviso le fate, poi gli spiriti e i folletti che mi stuzzicano e mi malmenano eh… che paura che ho preso! Mi costringono a fare ammenda dei miei peccati, brrrr che paura!

E invece erano le persone del paese vestite da fantasmi..

Hey, ma qui chi credete di prendere in giro? Eh? Ah ah uno come me?

Adesso vi faccio vedere io!

Ford però da il consenso alle nozze della figlia e invita tutti a cena.

Beh ma allora si perdona tutto.

Poi io salgo in cattedra e do la morale: Tutto il mondo è burla!

E a tal proposito… avrei qualcosa da dirvi (piagnucolando)

(I due poliziotti lo guardano……..)

nel senso che stavolta la burla l’ho fatta grossa.

Guardate quante persone sono venute qui (indica il pubblico) per sentire le cose che ho detto…

Eh sapessero…..

(Falstaff scoppia a piangere e i due sgangherati poliziotti lo consolano accarezzandolo)

(Fanno gesti per dire: ma come mai piangi?)

Vi è piaciuto il mio alibi?

(Siiiiiii tanto, mimano…)

Ahhh ohhhhh e piange ancora e farfuglia “inventato tutto” (biascicando le parole)

(Ma come mai? Esprimono i poliziotti)

Non è vero niente, mi sono inventato tutto, è tutto falso!

Il parmigiano? No, quello è l’unico vero!

L’unità d’Italia, il commercio del Peppin, tutto falso!

(Ma, ma… come! Mimano i poliziotti)

Si, si è tutto falso!

(Tende i polsi e dice) Arrestatemi!

(Ma no, macché mimano i due poliziotti)

Si, si mi sono inventato tutto

(Ma no mimano, è stato bello, molto)

Bello?

Ah, ecco allora è stato bello sennò cosa dicevamo qui sul palco?

Eh già, proprio così!

Non so, avremmo potuto parlare del prossimo turno di campionato, o sfogliare il gossip, o… creare un gruppo facebook!

Anzi io ho un’idea, ripetiamo tutto ciò che abbiamo fatto su altri palcoscenici e rappresentiamo quello che ci siamo detti.

(Si, si bello! Mimano i due poliziotti)

Sarebbe un peccato rottamare tutto.

(Facce sconvolte dei poliziotti)

Sennò dovremmo chiamare un rottamatore.

Si… ma sarà in grado di pronunciare il mio nome?

Faflpfstaffps?

Ah ah ah!

(Si avvicina il pianista con barba alla Verdi) E io?

Ma lei se ne vada al posto suo e suoni il piano per favore!

(Musica)

****** Fine ******

P.S. o N.B. Se volete rileggere la prima parte, cliccate qui, per la seconda qui.

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