Geni neanderthaliani collegati alla diffusione del Covid in Val Seriana?

Studio dell’Istituto “Mario Negri”: Diffusione in Val Seriana favorita da geni che risalgono all’uomo di Neanderthal

Rocco Michele Renna

Milano, 14 settembre 2023. Un nuovo studio condotto dall’Istituto “Mario Negri” getta luce su un intrigante aspetto della pandemia di Covid-19, suggerendo che la presenza di geni risalenti all’uomo di Neanderthal abbia svolto un ruolo significativo nella diffusione del virus in Val Seriana, una delle aree più colpite durante la prima ondata della pandemia. Questa scoperta, presentata ieri a Palazzo Lombardia, apre nuove prospettive nella comprensione dei fattori genetici legati alla suscettibilità al Covid-19.

Il direttore dell’Istituto “Mario Negri,” Giuseppe Remuzzi, ha definito questa scoperta “sensazionale,” poiché tre dei sei geni associati al rischio di Covid-19 sembrano provenire dalla popolazione Neanderthaliana. Questi geni hanno un’origine specifica nel genoma di Vindija, datato 50.000 anni fa e scoperto in Croazia. Secondo lo studio, una regione specifica del genoma umano si correla in modo significativo con il rischio di contrarre il Covid-19 e di sviluppare forme gravi della malattia tra i residenti delle regioni più colpite dalla pandemia.

Remuzzi ha suggerito che le vittime del cromosoma neanderthaliano nel mondo potrebbero raggiungere il milione e che queste persone potrebbero morire a causa di una predisposizione genetica, in assenza di altre cause. Lo studio ha coinvolto 9.733 partecipanti della provincia di Bergamo, che hanno compilato un questionario sulla loro storia clinica e familiare legata al Covid-19. Il 92% di coloro che avevano contratto il virus si era infettato prima di maggio 2020, mentre 12 di loro avevano manifestato sintomi già tra novembre e dicembre 2019. Inoltre, le persone che avevano sviluppato forme gravi di Covid-19 avevano più spesso parenti di primo grado deceduti a causa del virus rispetto a coloro con forme lievi o che non si erano infettati. Questi dati, secondo l’Istituto “Mario Negri,” suggeriscono un contributo genetico alla gravità della malattia.

Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha commentato che i risultati di questa ricerca forniscono una risposta a una delle domande che molti si sono posti durante la pandemia: perché alcune persone contraggono il virus in modo asintomatico, mentre altri sviluppano forme gravi della malattia con esiti drammatici?

Questo studio apre nuovi orizzonti nella ricerca sui fattori genetici associati al Covid-19 e potrebbe aiutare a identificare le persone a rischio e adottare misure preventive più mirate. Resta da approfondire ulteriormente come questi geni neanderthaliani interagiscano con altri fattori ambientali e genetici nell’influenzare la suscettibilità al virus.

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