Giornata universale dei diritti dell’infanzia
Il mondo guardi i bambini e i ragazzi i cui diritti sono stati messi a dura prova dalla pandemia.
Cinzia Montedoro
“Quanto pesa una lacrima? Dipende: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra“. Gianni Rodari
66° Edizione della Giornata universale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
La Giornata Mondiale dei diritti dei bambini si celebra il 20 novembre di ogni anno. La data scelta coincide con il giorno in cui l’Assemblea generale ONU adottò la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, nel 1959, e la Convenzione sui diritti del fanciullo, nel 1989.La Convenzione, infatti, riconosce per il bambino il diritto all’identità legale, al rispetto della sua riservatezza e della sua libertà di espressione. L’obiettivo principale della Giornata mondiale dei bambini è di porre l’attenzione sulla condizione e le specificità dell’età infantile e giovanile.
La Convenzione rappresenta un testo giuridico di eccezionale importanza poiché riconosce, in forma coerente, tutti i bambini e tutte le bambine del mondo come titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. È composta di cinquantaquattro articoli e il suo testo è diviso in tre parti: la prima contiene l’enunciazione dei diritti (artt. da 1 a 41), la seconda individua gli organismi preposti e le modalità per il miglioramento e il monitoraggio della Convenzione (artt. 42-45), mentre la terza descrive la procedura di ratifica (artt. 46-54).
“La Giornata
internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza quest’anno
assume un particolare significato in presenza di una pandemia che a livello
globale produce un forte impatto proprio sui più fragili e a rischio di
discriminazione e violazione dei diritti. Superando ogni confine, il virus sta
minando il futuro delle prossime generazioni” lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella, in occasione della Giornata internazionale per i diritti
dell’infanzia e dell’adolescenza.
“In Italia, già prima dell’emergenza
sanitaria, il numero dei bambini in povertà assoluta era drammaticamente alto
ed è destinato ad aumentare. Tutti noi siamo chiamati ad uno sforzo
responsabile per tutelare i più piccoli e sostenere i genitori in difficoltà
evitando che si possano allargare ulteriormente le disuguaglianze economiche ed
educative delle famiglie.
I bambini, come gli adulti, che a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19 devono affrontare cambiamenti importanti nel loro quotidiano, possono risentirne perché ansia e preoccupazione possono colpire anche i più piccoli. La sfida che dobbiamo affrontare è quella di infondere ai nostri giovani serenità informandoli su ciò che avviene nel mondo e preservarli dall’inquietudine.
I ragazzi hanno bisogno di sicurezza, di chiarezza e di semplicità che consentano loro una percezione della realtà corretta e non alterata da paure e tensioni. Prioritario, ancora di più oggi, è tutelare i più piccoli, coloro che vivono in contesti familiari di disagio o con disabilità e che hanno bisogno di assistenza che non sempre le famiglie sono in grado di assicurare.
Nel fronteggiare l’emergenza, è necessario che gli strumenti educativi e sociali diventino sempre più efficaci ed equi per i minori e le loro famiglie.
Dobbiamo permettere ai nostri ragazzi di realizzare i loro sogni con interventi mirati ed impedire che possano abbandonare gli studi perché la formazione è alla base dello sviluppo e della crescita di un Paese e rappresenta uno dei diritti dei bambini e degli adolescenti.
Lo stato di salute dei più piccoli e degli adolescenti è influenzato dal contesto sociale in cui vivono. Bisogna quindi intervenire con determinazione per non far sentire soli i bambini e i giovani, per annullare ogni forma di disparità e consegnare un mondo migliore e più responsabile alle generazioni future”.
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