Giuseppe Bombini ci racconta il valore di uno scatto fotografico

Quella foto, rivista adesso fa davvero molto male. Bombini è sales and marketing manager presso «Nettuno Ricevimenti» di Molfetta

La redazione


D Eravamo in zona rossa e lo scorso anno lei pubblicò una foto insieme a suo padre che raccontava il periodo storico difficile per le sale ricevimento, ce ne vuole parlare.

Quello scatto è nato per pura casualità- ci racconta Giuseppe Bombinie quando intendo casualità dico che molto probabilmente non sarebbe stato pubblicato se non ci fosse stata una combinazione di intrecci perfetti all’interno di una storia che sto per raccontarti. Prima di raccontarti questa storia però, devo confessartelo…Quella foto, rivista adesso fa davvero molto male. Te lo dico perché in questo momento ho tra le mie mani la stampa dello scatto originale e riguardandolo adesso, riemergono sensazioni che erano state affossate per forza di cose. Fatti che in quel periodo hanno accomunato aziende del nostro stesso settore, a livello globale.  

Terribile. Un senso di impotenza all’interno del quale era necessario scavare con forza e disperazione per ritrovare la speranza. Ricordo infatti che da qualche giorno avevamo appreso il blocco totale delle attività ristorative e del comparto feste nel periodo di natalizio; organizziamo feste in famiglia ormai da 35 anni e puoi ben capire quale sia stato l’impatto che quella notizia ebbe non solo economicamente ma soprattutto emotivamente parlando. Fu’ proprio per la seconda ragione (quella emotiva) che prendemmo la decisione giorni prima della notizia della chiusura al pubblico, di allestire comunque sia l’interno che l’esterno della struttura come di consueto, ormai da decenni. (C’era già nell’aria quella sensazione di chiusura a causa dell’aumento dei casi dovuti alla pandemia in corso, ma decidemmo comunque di farlo…)

Abbiamo allestito, con dei nostri collaboratori e in un silenzio paurosamente assordante, tutta la struttura interna ed esterna, fino ad arrivare alla fontana ed il giardino monumentale (quello all’ingresso del Nettuno Ricevimenti per intenderci).Fu’ così che facendo un giro per la struttura il giorno prima dello scatto e sembra strano dirlo ma sentivo le voci di famiglie in festa nella mia testa. Così non ci pensai su un attimo.

Contattai Stefano, amico e professionista fotografo, e gli chiesi di venirmi a fare qualche scatto delle zone interne ed esterne. Questo perché mi sarebbe piaciuto, nonostante tutto, mostrare ai nostri clienti la struttura allestita per il periodo natalizio. Siamo stati molto vicino ai clienti nei periodi di lock-down forzato attraverso molte iniziative e mi sembrava bello mostrare loro la struttura allestita per il periodo natalizio. Poi però successe. Stavamo parlando del più e del meno con mio padre e Stefano (il fotografo che avevo chiamato per gli scatti) e mentre camminavamo ci ritrovammo nella Sala Aurora. Il gelo. Sembrava come se il tempo si fosse fermato portando con se i ricordi e la storia di 35 anni di feste in famiglia. Uno sconforto totale. Ricordo esattamente le nostre facce in quel momento… Una ferita aperta che solo i ricordi delle famiglie in festa poteva guarire. Fu’ così che mi recai al centro della sala vuota e guardando in fondo dove normalmente viene posizionato il tavolo nuziale, girandomi verso mio padre gli dissi di venire accanto a me per una foto. Una foto di spalle al centro della sala completamente vuota. Il fotografo mi guardò sorpreso, non era sicuro, ma poi capii. Con un sorriso smorzato ci disse esattamente cosa dovevamo fare. Il resto è storia».

Cos’è cambiato dallo scorso anno ad oggi?

«Se dicessi niente sarei un ipocrita. Abbiamo recepito attraverso la consapevolezza che tutto può cambiare da un giorno all’altro e questo aspetto è davvero molto importante. Ne abbiamo fatto tesoro degli insegnamenti ricevuti. Un tesoro che custodiamo dentro una cassetta chiusa a più mandate e che tiriamo fuori quando pensiamo che alcuni momenti di difficoltà siano tra i peggiori. I social, la radio e altri mezzi sono stati fondamentali nei periodi più bui e devo dire grazie anche a questi mezzi perché attraverso il loro utilizzo abbiamo compreso ancor di più il valore dello stare accanto ai clienti e alle famiglie nella loro vita di tutti i giorni, momenti non compresi».

Le imminenti festività hanno dato respiro all’attività?

«Le dinamiche attuali mi dicono, dati alla mano, che le prenotazioni attuali hanno subito una flessione negativa importante rispetto ai dati del 2019, ma c’era da aspettarselo…Il clima di incertezza generale, la comunicazione dei media e tutto quello che gira intorno al nostro vivere quotidiano è il perno su cui si muovono tutte le decisioni famigliari …e questo soprattutto per quello che riguarda il nostro settore. Diciamoci la verità. Io stesso ci penserei mille volte prima di andare a festeggiare in una sala visto l’andazzo. Ma questo è il punto da qui prende spunto anche la nostra mission. Oggi come sempre nostro compito è quello di dare sicurezza ai nostri clienti e alle famiglie che decidono di affidarsi al Nettuno per un loro evento importante da festeggiare.

La sicurezza ha diverse sfaccettature e quando ci si affida ad una organizzazione, ci si fida sotto tutti i punti di vista».

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