Ho camminato
Una poesia breve, ma intensa, di Teresa Lomastro. Foto di copertina di Julia Volk per la Pexels, che ringrazio.
Gianvito Pugliese
versi di Teresa Lomastro
Due quartine, a prescindere dalla scelta -opportuna- di non banalizzare contenuti così pregnanti, con l’utilizzo della metrica tradizionale. Una scrittura, dunque, libera, come libere, direi, sono la mente e l’animo dell’Autrice. Non la conosco abbastanza, ma i suoi versi mi parlano di lei.
Versi pregnanti, argomento impegnativo: non è una passeggiata, uno shopping per le vie delle boutique alla moda. E’ il cammino duro della vita, quello in cui di cresce, purtroppo, nel dolore. E quel cammino parte e percorre una strada sterrata, ricordo ancestrale di una società ed un mondo che vanno scomparendo. In quel cammino un incontro importante, forse il più importante con l’essenza della vita, le radici e l’evoluzione del nostro albero, e di quella essenza si ciberà per far crescere e fiorire quell’albero che rappresenta la donna che cresce e fiorisce, farfalla sbocciata da una larva. Un punto tra le due quartine a sottolineare due tempi differenti del percorso delineato dal cammino.
La farfalla è orai libera di volare e respira un amore totale, senza pudori, senza ipocrisie e quell’amore è il trampolino che apre l’anima e le permette di “partorire” sogni. Non semplicemente sognare, ma partorirli con l’immenso patrimonio di dolore e gioia che un parto comporta. Ma i sogni si scontrano con la dura realtà che crea buchi nell’anima, che occorre richiudere con un bel rammendo, ma anche dolore, forte e violento come un vento impetuoso, e lì il rammendo non basta, occorre trovare la forza di ricucire gli strappi ed i danni arrecati. Ma si ricuce ed il cammino riprende verso il futuro.
“HO CAMMINATO”
Ho camminato,
ho mangiato polvere,
ho incontrato l’essenza della vita,
ho mangiato la vita.
Ho respirato l’amore nudo,
ho partorito sogni,
ho rammendato buchi nell’anima,
ho ricucito il vento nel dolore.
Teresa Lomastro dir. ris.
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