Il dito e lo stolto
Un interessante aforisma del cybernauta Benny… diventa occasione di un ragionamento approfondito con le nostre lettrici/ori. Immagine di copertina di Rocco Michele Renna.
#Daisocial
Benny Lui Capardoni @Benito Atos, cybernauta al debutto su questa nostra rubrica, anche se noi ricordiamo alcuni suoi commenti interessanti, propone in un cinguettio breve, un aforisma quanto mai attuale.
E’ verissimo fra i più grossi problemi del Paese tra cui mafie, corruzione nella burocrazia e nella politica, un nord avido e stupido che crede di potersi salvare da solo, c’è la piaga dell’enorme quantità di evasione fiscale, spesso connessa ai precedenti problemi. Difficile, se non impossibile, dire quale sia il peggiore: tant’è che i sondaggi si limitano a misurarne il livello di percezione tra i consultati; nessuno, se non i “so tutto mi!”, ha risposte attendibili. Ebbene quando il saggio “dito” punta l’evasione fiscale, secondo Benny, ma non solo lui, lo “stolto… guarda il Reddito di cittadinanza“. Volendo rigirare il dito nella piaga si potrebbe chiedere: “stolto” o “Alì Babà ed i quaranta…”?
Vero che le indebite percezioni del reddito di cittadinanza, innegabilmente ci sono state e ci sono: vero, anche, che una misura tampone alla povertà dilagante non permetteva accertamenti approfonditi, ma vero anche che l’Inps ha elargito senza nessunissimo controllo, anche a posteriori. Perché no, quando hai tamponato l’urgenza? Ricordate segnalazioni dai nuclei misti Agenzia entrate-Ispettori del Lavoro- Inps… (con aggregazioni aggiunte tipo Siae ed altri)? Sembrano fantasmi, ma lo stipendio lo incassano regolarmente. Perché non chiedere informazioni al casellario giudiziale, tra l’altro telematicamente. Ma la rete di servizi tra enti pubblici (c’è un apposito dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri preposto) che fine ha fatto? Monopolizzata da battaglie navali o tornei di dama o scacchi tra pubbliche amministrazioni?
I mezzi c’erano, ci sono. Anni fa la scoperta di una immobiliarista romana, erede di due generazioni di evasori totali pur proprietari di circa 400 immobili tra Roma e dintorni. Anche lei aveva evaso per una ventina d’anni, e poi ha pure negoziato quanto pagare per gli ultimi sei anni, non prescritti, uno in più dei cinque soliti, in quanto priva di dichiarazione fiscale. Come è stato possibile che accadesse con i cervelloni elettronici a disposizione, se non perché all’alto funzionario o dirigente a cui arrivava la segnalazione conveniva ignorarla, dimenticandola nel cassetto? In splendida solitudine la Guardia di Finanza è l’unica attiva in materia.
In realtà è la miopia della prioritaria guerra tra partiti, ridotta a guerra tra bande di brooklyniana memoria (coniato un neologismo?). Duelli emuli dei film western di Sergio Leone: in questo caso “Per un pugno di voti o Per qualche voto in più”. Il credo categorico: “combattere le conquiste identitarie degli avversari, a prescindere dall’utilità o meno per i cittadini e per una platea numerosa di persone che private dei mezzi minimi diverrebbero una polveriera“. Viene da chiedersi se non sia quello l’obiettivo vero; se la polveriera esplodesse, servirebbe l’uomo forte, l’uomo solo al comando. Certo non è così facile provarci, ma non è la prima volta che si pensa al colpo di stato e tentar non nuoce, visto che i cospiratori non li vediamo nelle patrie galere, con la chiave buttata via, come sarebbe stato giusto per la reale difesa della Patria, una e democratica.
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