Il flauto: Luigi Nono da Das atmende Klarsein a Baab-arr
In giro per il mondo … musicale di Luigi Nono. Ricordi del flautista Roberto Fabbriciani
Roberto Fabbriciani
La mia collaborazione con Luigi Nono iniziò nello studio di Fonologia della Rai di Milano diretto da Marino Zuccheri nel 1978. Nello studio sperimentavamo e improvvisavamo. I materiali registrati furono poi utilizzati nel finale di Das atmende Klarsein, per piccolo coro, flauto basso, live electronics e nastro magnetico su testi tratti da “Duineser Elegien” di Rainer Maria Rilke e da antiche lamellae orfiche a cura di Massimo Cacciari.
La prima esecuzione assoluta di Das atmende Klarsein avvenne il 30 maggio 1981 al Teatro della Pergola di Firenze per il XLIV Maggio Musicale Fiorentino, dopo un lungo periodo di ricerca e sperimentazione presso l’Experimentalstudio der Heinrich-Strobel-Stiftung des SWF di Freiburg con l’utilizzo “intelligente” delle macchine elettroniche.
Nella parte finale il flauto basso e il flauto basso preregistrato su nastro magnetico dialogano con grande respiro, contrastandosi e assecondandosi in una sorta di improvvisazione sull’improvvisazione. Questo brano apre il percorso che porterà all’opera Prometeo.
Ricordo i momenti di entusiasmo durante le improvvisazioni. Nono annotava tutto nei suoi appunti, programmi elettronici compresi. Utilizzavamo tutte le possibilità dello studio, i delay, vocoder, filtri. Anche il sonoscopio. Tutto veniva registrato su grandi nastri e questo ci permetteva di riascoltare. A volte i risultati potevano ribaltarsi e quello che al momento ci era sembrato entusiasmante poteva essere deludente oppure viceversa. Riprovavamo tutto con cambiamenti minimi. Ci trovavamo continuamente davanti a novità sorprendenti. Il nostro percorso era in fieri, non c’era un obbiettivo chiaro come punto di arrivo, solo la nostra graduale ricerca nell’ universo sonoro.
Ho improvvisato in un percorso riconoscibile nel linguaggio noniano. Gli esperimenti sono stati fatti lungamente e in stretto contatto sia in studio che nei concerti in pubblico.
Le composizioni Das atmende Klarsein; Io, frammento dal Prometeo; Quando stanno morendo. Diario polacco n. 2; Omaggio a György Kurtág; A Pierre. Dell’azzurro silenzio, inquietum; Découvrir la subversion. Hommage à Edmond Jabès; Post-Prae-Ludium n. 3 “Baab–arr“ ed altre, nascono da improvvisazioni e sono state un work in progress.
Tutto ciò era ben pensato concettualmente con i necessari rischi esecutivi. Il segno scritto non è esaustivo dell’idea e della poetica musicale; la fluidità e la dinamicità del suono derivano anche da stimoli estemporanei. In generale, nell’interpretazione, gli esecutori non devono essere troppo vincolati dalla partitura, devono quasi superarla. E’ necessario un approfondimento sul pensiero del compositore per poi trascendere il testo scritto, creando una dimensione sonora non statica e dai confini non prestabiliti.
Post-Prae-Ludium n. 3 “Baab–arr” (1988) per ottavino solo è l’ultimo lavoro compositivo di Nono. Frutto di una comunione di idee e d’intenti tra autore e esecutore. Conservo di “Baab-arr” appunti, materiali registrati e il ricordo dell’esecuzione molto vivo ed emozionante. La dimensione temporale sembra superata, la musica viene da dentro e si libra in uno spazio magico privo di confini fisici. La prima esecuzione assoluta avvenne a Berlino nell’ambito del “38° Berliner Festwochen” l’8 settembre 1988 nella Kammermusiksaal der Berliner Philharmonie. L’esecuzione del brano, avvenne senza nessun ausilio dell’elettronica. La scelta fu determinata da parte di Nono, dal suo desiderio di un nuovo percorso compositivo e di rinnovamento. Il brano si sviluppa su di un solo suono, la spazializzazione avvenne attraverso il movimento. Ciò accentuava l’ancestrale natura dello strumento.
La prima esecuzione di Post-Prae-Ludium n. 3 “Baab–arr“ fu “guidata” da Gigi e suscitò grande emozione. Il risultato compositivo per Nono fu straordinario tanto da sussurrarmi in scena “la prossima volta scriverò di meno”. Nono era entusiasta e io con lui. Eral’inizio di un nuovo percorso compositivo verso “Manfred”.
Su suo desiderio ritornai a Berlino ad eseguire “Baab–arr“ presso il Wissenschaftskolleg nel gennaio 1990. L’esecuzione fu accolta con favore da un pubblico intensamente impressionato. Alcuni compositori presenti, tra cui Luca Lombardi e Mauricio Sotelo, mi espressero il loro entusiasmo. Così scrive a questo proposito Luca Lombardi:
“…. Ricordammo di esserci visti l’ultima volta 13 anni prima, al Wissenschaftskollegdi Berlino, dove ero allora (1988/89) ospite insieme a Luigi Nono. Gigi però quel giorno non c’era, perché stava già male. Sarebbe morto solo pochi mesi dopo. Roberto eseguì da par suo l’ultima composizione di Nono, Post-Prae-Ludium n. 3 “Baab–arr”. (Luca Lombardi, Nel segno del soffio, 2007).
Il comitato per l’edizione delle opere di Luigi Nono ha esaminato la situazione dei due lavori inediti di Nono, presenti nel catalogo delle opere, Découvrir la subversion: Hommage à Edmond Jabès e Post-Prae-Ludium n. 3 “Baab-arr”.
“… Riguardo a Post-Prae-Ludium n. 3 “Baab-arr”, Nono ha condotto e guidato l’improvvisazione di Roberto Fabbriciani su una sola nota. Una trascrizione dedotta dalla registrazione sarebbe un arbitrio, perché non rielaborata da Nono stesso in fase di stesura definitiva. Ne consegue quindi l’impossibilità di autorizzare nuove esecuzioni.”
L’unica registrazione discografica degli anni ’80, seguita personalmente da Luigi Nono, è Das atmende Klarsein.
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